
LOCRI Suscitano allarme le ridda di voci che si rincorrono sulla chiusura “temporanea” della u.o. di Ortopedia di Locri. Tale chiusura, seppur giustificata dalla doverosa e necessaria messa in sicurezza dei pazienti oltre che degli operatori, aumenta la nostra stizza che ancora una volta ci vede facili Cassandre.
Non vogliamo sciorinare le necessità per cui si rende necessaria la presenza di tale u.o. all’interno di un ospedale spoke, non spetta a noi ma agli atti che classificano tale fatta di ospedale, ne vogliamo concorrere al gioco al massacro ed alla guerra tra poveri che, puntualmente, si scatena coinvolgendo più o meno tutti i soggetti. Questo modo di fare non ci appassiona né siamo interessati. Invece vorremmo puntare il dito contro i veri colpevoli di tale scatafascio (macerie, se si vuole) che vede, ancora una volta, vittime incolpevoli i cittadini, potenziali utenti, di tali servizi e gli operatori. Basta pensare che da anni richiamiamo l’attenzione delle direzioni aziendali succedutesi, sulla situazione catastrofica strutturale, sulla sempre minore presenza di personale all’interno delle uu.oo. con precise responsabilità in qualche caso essendo, gli stessi, dirottati presso altri servizi “meno gravosi”.
Mentre, di contro, non si poneva rimedio all’emorragia di personale, alla obsolescenza di attrezzature, inventando escamotage che, per essere buoni definiamo ali limite della legalità, che non fanno altro che soddisfare la cupidigia di qualche furbetto ed in questo caso, senza poter essere accusati di dietrologia, servono per coprire quelli del sistema bancomat. Invece di assistere ad operazioni di piccolo cabotaggio (es.: trasferimenti caldeggiati ora da questo ora da quello) non assistiamo, nè mai abbiamo assistito, dalla data di costituzione dell’ASP di Reggio Calabria, ad un progetto di ampio respiro che riguardi seriamente l’organizzazione/razionalizzazione aziendale in senso lato (risorse umane e non, apparecchiature, strutture, eccetera) invece una sequela di atti e toppe estemporanee che ingrossano le tasche dei soliti noti senza una seria programmazione sanitaria che tenga conto dell’esistente e guardi al futuro.
Ma per tornare alla paventata emergenza di ortopedia di Locri, vorremmo che qualcuno ci rispondesse e ci spiegasse perché, quando a fine 2018 all’allora Commissario/Soggetto attuatore, chiedemmo a proposito del presunto piano dei fabbisogni dell’ASP, perché, anziché indicare genericamente il numero dei medici eventualmente necessari, non fossero stati suddivisi per specialità e perchè gli atti non erano corredati dalla dotazione organica, inesistente allora ed ora. Rammentiamo, a noi stessi, che la nostra opposizione a tale presunto Piano dei Fabbisogni era dettato <dal fatto che in quel modo, senza alcuna informazione preventiva sulla dotazione organica che non è allegata all'Atto aziendale, il Soggetto Attuatore (auto-nominatosi) lo inviava al Commissario ad Acta per l'approvazione, stranamente figure coincidenti nella stessa persona. Le macerie si devono allontanare, non crearne altre e più gravi.