
(AGENPARL) – lun 27 giugno 2022 UE, PETTARIN (MISTO): CAMBIO DI PASSO ORA O MAI PIÙ
“Adesso è necessario correre, perché se non ci sarà un cambio di passo a breve, l’UE sarà destinata a rimanere un organismo ibrido, senza una capacità decisionale come invece hanno USA, Cina e Russia. Un sistema di governance costruito ad hoc per non decidere o per ritardare decisioni che, invece, dovrebbero giungere in fretta per affrontare problemi che per i cittadini europei sono prioritari ma che a Bruxelles vengono trattati con una certa calma (penso alla crisi energetica, ma anche a quella che a brevissimo potrebbe diventare un’emergenza alimentare); ventisette Stati che non riescono a superare i miopi egoismi nazionali per pensare in ottica europea e mondiale; una evidente sottovalutazione degli allarmi (che ora cominciano ad essere davvero troppi) che giungono dai Balcani e che dovrebbero invece preoccupare chiunque abbia a cuore le sorti del nostro Continente. La “Comunità politica Europea” proposta dal Presidente francese Emmanuel Macron non è altro che un pannicello caldo posto sulla incapacità di far presto, un rimedio, una toppa silenziosa che, invece, urla che l’UE non è oggi in grado di fare decisivi passi in avanti per diventare un’entità unica. Restiamo un puzzle di Stati incapaci di pensare al bene dell’Europa. I Balcani ed il loro mancato immediato ingresso segnano un limes, di cui Pechino e Mosca possono facilmente approfittare per destabilizzare l’area. Ma vedo troppo poca attenzione da parte dell’opinione pubblica europea (se questa esiste) e dei leader europei sulle posizioni dell’esponente serbo della presidenza tripartita bosniaca Milorad Dodik, il quale già da mesi minaccia lo scoppio della guerra civile in Bosnia-Erzegovina. Eppure, diversi think tank, per ultimo il Vienna Institute for Economic Studies (Wiiw), hanno reso pubblici studi e report sui Balcani che avrebbero dovuto allarmare i decisori europei. L’UE ha perso l’ennesima occasione per mandare un segnale forte ai cittadini dei Balcani (fra i quali continua a crescere la disaffezione verso l’UE) e al mondo. Non bisogna però, ora, perdere altro tempo. La ricetta sarebbe già pronta ed è stata messa a disposizione dal Wiiw: se l’allargamento ai Balcani occidentali non è possibile in tempi brevissimi, si utilizzi ‘l’arma economica’. Ovvero, sarebbe auspicabile che aumentino gli investimenti nell’area, che si faccia in modo che i Balcani possano attingere a pieno titolo dai fondi europei e che aumenti l’interscambio tra UE e Balcani. Questo piano, che costerebbe – secondo i calcoli del think tank – meno dello 0,05% del PIL di ogni Stato membro, sarebbe la via più facile per garantire la stabilità e la crescita economica dell’area, per riavvicinare i cittadini e gli stessi Paesi Balcanici all’UE e per ridare vigore all’allargamento. La cosa fondamentale è che non si perda altro tempo e si passi in fretta dalle parole ai fatti. Ora o mai più”. Lo dichiara in una nota il deputato del Gruppo Misto Guido Germano PETTARIN.