
(AGENPARL) – Roma, 07 agosto 2020 – Venerdì gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader di Hong Kong Carrie Lam e ad altri funzionari cinesi per il loro ruolo svolto nel limitare le libertà nell’ex colonia britannica, alimentando ulteriormente la tensione nei rapporti tra le due maggiori economie mondiali.
Le sanzioni colpiscono un totale di 11 persone, tra cui il commissario di polizia di Hong Kong e il segretario alla giustizia. Le misure vengono attuate in base a un ordine esecutivo che il presidente Donald Trump ha firmato il mese scorso dopo che la Cina ha promulgato una legge sulla sicurezza nazionale per reprimere ciò che Pechino considera un’attività sovversiva a Hong Kong.
“Le 11 persone designate oggi hanno attuato politiche dirette a limitare la libertà di espressione e di riunione, e i processi democratici, e sono successivamente responsabili del degrado dell’autonomia di Hong Kong”, ha detto il Dipartimento del Tesoro in un comunicato stampa. Gli individui devono affrontare il blocco dei beni.
“Gli Stati Uniti useranno le autorità nell’ordine esecutivo per continuare a perseguire coloro che attuano queste politiche nefaste”, ha detto il dipartimento.
L’amministrazione Trump ha rafforzato la sua posizione contro le mosse ritenute per erodere i diritti e le libertà di Hong Kong, che la Cina aveva promesso di garantire per 50 anni dopo il ritorno dell’ex colonia britannica al dominio cinese nel 1997.
Nell’ordinanza esecutiva emessa il 14 luglio, Trump ha dichiarato l’emergenza nazionale rispetto alla situazione a Hong Kong. L’ordinanza prevedeva anche l’imposizione di sanzioni agli attori impegnati in quelle che gli Stati Uniti chiamano “attività maligne” che minerebbero fondamentalmente l’autonomia e i processi democratici di Hong Kong.
Il Trump ha anche posto fine al trattamento economico speciale esteso dalla legge statunitense alla regione semiautonoma.