
20 maggio – “Attenuatasi l’emergenza da Covid19, riemergono nella sanità pubblica i molti problemi irrisolti, a partire da quello delle aggressioni verbali e fisiche”. Questa l’amara riflessione di Francesco Esposito, segretario generale della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu che denuncia l’ennesimo episodio di violenza nella notte, tra il 16 e il 17 maggio, nel pronto soccorso di Cosenza. A raccontare i fatti, Claudio Picarelli, segretario regionale Fismu Calabria: “Un paziente con disturbi psichiatrici ha messo a soqquadro un ambulatorio del pronto soccorso (p.s.) aggredendo la dottoressa di turno. La calma è tornata solo con l’ausilio delle forze dell’ordine. Intanto permettetemi di esprimere alla collega tutta la nostra solidarietà”.
Purtroppo FISMU denuncia come si stia già ritornato alla “tragica ed inaccettabile normalità” delle violenze sugli operatori sanitari. “Durante l’emergenza – spiega ancora il dirigente Fismu – si era assistito ad un rallentamento degli accessi in pronto soccorso, flusso ora ritornato ai livelli ante pandemia: con giornate che sfiorano i 100 pazienti. Ma nel frattempo, a livello strutturale, organizzativo e di personale, non è cambiato nulla, è un ritorno al passato. Poco personale sanitario: dieci medici effettivi, di cui due a termine di contratto, ed uno prestato da altra unità operativa, ma con orario limitato. Dieci medici piu uno ‘prestato’ che hanno affrontato turni in tenda per percorso covid e turni all’interno del ps. Pochissimi riposi, niente ferie. Turni che hanno portato finanche il direttore della Unità Operativa ad affrontare la situazione di emergenza in prima linea”.
“E la direzione generale, figlia di un Decreto Calabria ormai anacronistico….Questa sconosciuta! – sottolinea Picarelli – Nulla è cambiato. Più volte si è posto il problema della sicurezza del pronto soccorso ma ancora oggi nessuna risposta è giunta. Ingressi liberi, controlli inesistenti e medici stressati che continuano comunque il loro lavoro ma che non ricevono supporto di nessun genere. La situazione è drammatica, sempre la stessa, anzi peggiorata”.
“Da eroi a vittime – conclude amaramente il segretario generale Fismu Esposito – il passo è breve Questo episodio di violenza sarà solo l’inizio di una lunga serie, in Calabria come nel resto del Paese, se non si interviene con riforme e investimenti chiari nella sanità pubblica, più personale, meno precarietà, messa in sicurezza delle strutture, nuova legge a tutela del personale sanitario. Altrimenti sarà evidente che dall’emergenza Covid19 non si è appresa alcuna lezione. Anzi al contrario: può essere che nulla sarà come prima, forse sarà peggio di prima nelle corsie degli ospedali, nelle ambulanze, e negli ambulatori sul territorio”. (News&Com)