
(AGENPARL) – lun 23 maggio 2022 IL COMUNE COMUNICA
lunedì 23 maggio 2022
venerdì 20 maggio 2022
OGGI IL TRENTENNALE DELLA STRAGE DI CAPACI
IL SINDACO ALLA CERIMONIA IN VIA ROCCO DICILLO
Questa mattina, nel trentennale della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice
Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani,
Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, il sindaco Antonio Decaro, accompagnato dalla
presidente del Municipio IV Grazia Albergo, ha deposto una corona d’alloro in via Rocco
Dicillo, a Santa Rita, presso la targa che recita “Non dimenticare”.
Nel corso della cerimonia, svoltasi alla presenza di diverse scolaresche del territorio, il
sindaco ha dichiarato:
“Oggi siamo qui per rendere omaggio a Rocco Dicillo, agente scelto del reparto scorte che
moriva trent’anni fa a bordo di una delle macchine che scortavano il giudice Giovanni
Falcone, in quella che da allora tutti conosciamo come la strage di Capaci. Una tragedia che
ha segnato per sempre il nostro Paese.
Voi bambini non eravate ancora nati, ma dovete sapere che Rocco Di Cillo era un giovane
uomo, un figlio della nostra terra, che serviva lo stato e la giustizia. La sua morte, ingiusta,
violenta e tragica, insieme a quella dei suoi compagni impegnati a difendere Giovanni
Falcone, ha segnato un momento di svolta nella storia del nostro Paese. La strage di Capaci,
seguita a poco più di un mese dalla strage di via D’Amelio costata la vita a Paolo Borsellino
e agli agenti deal sua scorta, ha sollevato prima in Sicilia e poi in tutta Italia un moto di
indignazione e di rivolta che non si era mai visto prima: le lenzuola bianche appese ai
balconi sono state il simbolo di una rivolta civile, trasversale, contro la sopraffazione e la
violenza delle mafie. Se lo Stato ha reagito come mai in precedenza è stato grazie a un
nuovo protagonismo dei cittadini, che hanno voluto opporsi alle logiche mafiose e scegliere
un altro destino.
Forse gli assassini di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, degli uomini e delle donne
della scorta avevano sottovalutato proprio questo, in quel maledetto giorno di trent’anni fa: i
mafiosi avevano sottovalutato gli italiani. E noi, oggi, vogliamo continuare a ricordare e
onorare l’esempio di quelle vite all’insegna del lavoro onesto, dell’impegno per la giustizia
e la legalità, quelle vite vissute fino all’estremo sacrificio in difesa dei nostri valori comuni.
Anche se le mafie non sono ancora state sconfitte, oggi viviamo in un Paese più libero e più
giusto e con voi bambini, che siete la nostra più grande speranza, oggi vogliamo piantare i
fiori della legalità in questa aiuola, perché possiate essere testimoni di un cambiamento
culturale che segna la strada del futuro”.




