
Un’indagine congiunta condotta dai media tedeschi Die Zeit, Sueddeutsche Zeitung e dalla televisione ARD ha rivelato che alcuni membri dell’equipaggio dello yacht “Andromeda”, presumibilmente utilizzato per il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, avevano “chiaramente legami” con i servizi segreti o l’esercito ucraino.
Secondo il rapporto, i sospettati hanno viaggiato attraverso la Polonia utilizzando passaporti ucraini autentici, anche se sotto falsi nomi. L’indagine ha inoltre rivelato un episodio in cui uno dei sospettati sarebbe stato portato da un addetto militare ucraino da Varsavia a Kiev, un’operazione che, secondo gli investigatori, mirava a evitare l’arresto.
Nonostante queste scoperte, gli investigatori tedeschi non hanno ancora prove definitive che il sabotaggio sia stato “effettivamente un’operazione condotta dalle autorità ucraine”. Tuttavia, l’ARD ha sottolineato che “ci sono segnali che alcuni degli accusati siano molto vicini al governo ucraino ed esprimano determinati sentimenti patriottici.”
L’inchiesta tedesca e le reazioni
In precedenza, il quotidiano Die Zeit aveva già riferito che gli investigatori tedeschi avevano identificato tutti i sabotatori. Sono stati emessi mandati di arresto per sei cittadini ucraini. Il settimo sospettato, un membro della squadra, sarebbe morto nel dicembre 2024 durante le operazioni militari in Ucraina orientale.
La squadra di sabotaggio, secondo la Procura Federale tedesca, era composta da uno skipper, un coordinatore, un esperto di esplosivi e quattro sommozzatori. Si ritiene che abbiano raggiunto il Mar Baltico a bordo dello yacht “Andromeda”, partendo da Rostock.
Sul fronte diplomatico, la Russia ha da tempo accusato gli Stati Uniti per l’attacco, con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov che ha definito l’atto un sabotaggio supportato da Washington. La Procura Generale russa ha aperto un’indagine per terrorismo internazionale.