
(AGENPARL) – Sat 23 August 2025 Aspat B. : Basta polemiche sulla salute dei cittadini lucani
In merito alle dichiarazioni dell’assessore alla Salute Cosimo Latronico e
al recente comunicato dell’ASP Basilicata sui tetti di spesa e sulla
rimodulazione delle prestazioni nei centri privati accreditati, l’Aspat
Basilicata ritiene necessario fare chiarezza con le Istituzioni e
soprattutto, fare un atto di correttezza nei confronti dei cittadini lucani.
Le rassicurazioni diffuse in questi giorni dall’Assessore e dall’Asp di
Potenza non tengono conto della realtà: molti pazienti – evidenzia la nota
dell’Aspat a firma della presidente Antonia Losacco – vedranno interrotti
percorsi di cura già avviati o annullati esami radiologici e visite
prenotate da tempo.
Con l’adozione della dgr n. 473 del 5 agosto e l’invio della nota del 21
agosto, con cui l’ASP ha comunicato a ogni struttura accreditata il budget
assegnato, fissando un tetto massimo di spesa per l’acquisto di
prestazioni, rappresenta un danno concreto alla salute delle persone e alla
serenità delle famiglie. L’ ASP ha comunicato alle strutture che hanno già
superato quel limite con l’attività svolta fino a luglio di sospendere
l’erogazione delle prestazioni.
La conseguenza – sottolinea Aspat – è evidente, le strutture che hanno
raggiunto il tetto di spesa non possono più garantire servizi, lasciando
senza risposte tanti pazienti che si trovano con esami diagnostici
rimandati o terapie interrotte. Non si tratta, quindi, di una “narrazione
distorta”, ma della realtà quotidiana che cittadini e operatori stanno
vivendo.
Il comunicato dell’ASP, pur volto a rassicurare i cittadini, non affronta
il nodo centrale e il disorientamento che questa situazione sta creando ha
un impatto diretto sulle persone.
Si sostiene che “nessuna prestazione sanitaria verrà penalizzata” e che i
cittadini potranno “rivolgersi ad altre strutture”. Ma – chiede Losacco –
ci si rende davvero conto di cosa significhi per un paziente fragile,
magari con un percorso terapeutico in corso, dover ricominciare tutto
daccapo in un’altra struttura?
L’ Aspat B. ribadisce che il diritto alla salute dei cittadini deve restare
la priorità, al di là di ogni polemica e di ogni tentativo di minimizzare
un problema che è ormai sotto gli occhi di tutti.
Molti pazienti gia’ in cura, a metà ciclo terapeutico vengono lasciati di
colpo e invitati ad andare altrove. Si pensi, ad esempio, a chi sta
affrontando cicli di riabilitazione fisioterapica per esiti di fratture,
traumi o interventi chirurgici di PTA o PTG, interrompere la terapia o
cambiare struttura rischia di compromettere i progressi ottenuti, lo stesso
vale per prestazioni specialistiche di vario tipo, esami diagnostici di
radiologia, visite, etc., dove dover “cambiare struttura” non è come
cambiare negozio di abbigliamento.
Il cambio di Operatore o di medico ha un impatto rilevante, dietro ogni
percorso di cura c’è una scelta ponderata, fatta di fiducia, continuità
terapeutica e attenzione personalizzata. Interrompere questo processo
significa causare un danno reale alla salute dei pazienti. Non si tratta di
gestire un budget, ma di garantire il diritto alla salute.
Si sostiene che esistono “altri centri con budget disponibili”, ma quali e
dove? Se i centri che hanno già esaurito il budget, sono quelli scelti dal
paziente o più vicini al domicilio, dirottarli altrove significa, tra
l’altro, costi aggiuntivi, difficoltà di accesso e disagi concreti,
soprattutto in un territorio come la Basilicata, dove la distanza e la
mobilità rappresentano un fattore critico.
Inoltre, le AA.SS.LL non hanno ancora perfezionato i contratti con le
strutture private, generando uno stato di incertezza, danno aziendale
economico e occupazionale che non può essere risolto semplicemente
invitando i pazienti a “spostarsi”. Il problema non sono le strutture che
superano il budget, ma un Tetto Complessivo insufficiente e una
Programmazione carente da decenni senza un dialogo costruttivo con chi
opera sul territorio.
L’ Aspat B. ritiene che la salute dei cittadini non può diventare oggetto
di polemica sia politica che burocratica, la realtà dei fatti è chiara e
documentata.
Chiediamo alle Istituzioni coinvolte – è l’appello di Losacco – di
affrontare questa situazione con la responsabilità che il ruolo impone,
senza minimizzare un problema che ha conseguenze dirette sulle persone. Le
strutture non chiedono un aumento dei Fondi Complessivi, ma una
redistribuzione basata sui reali fabbisogni di cura.
Le sentenze del TAR Basilicata, spesso citate dall’assessore, che hanno
annullato precedenti delibere sui tetti di spesa, non possono sostituire
una Programmazione prevista per legge, fondata sui reali bisogni dei
cittadini come evidenziato anche da altre sentenze del Consiglio di Stato.
L’ Aspat B.chiede risposte immediate e soluzioni concrete, il Settore della
Specialistica Ambulatoriale deve smettere di essere un campo di battaglia
tra burocrazia e centri erogatori, ma tornare a essere un servizio
efficiente, accessibile e centrato sui bisogni del cittadino.
La salute non è negoziabile!