
(AGENPARL) – Thu 03 July 2025 [https://res.public.onecdn.static.microsoft/assets/mail/file-icon/png/photo_16x16.png]1 MIN-13531_007 1.jpg
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in allegato alcune immagini della serata del 5 luglio 1985 al Grand Hotel di Rimini
foto archivio Minghini- Biblioteca Gambalunga
Comune di Rimini
Ufficio Stampa
Rimini 3 luglio 2025
comunicato stampa
Dichiarazione dell’assessore alla Cultura Michele Lari:
In molti la ricordano come ‘la sera in cui Rimini cambiò per sempre’. Diciamo che la presentazione del libro ‘Rimini’ da parte dell’autore Pier Vittorio Tondelli, avvenuta esattamente 40 anni fa, sta più o meno al mito della nostra città come la scena della fontana di Trevi de La Dolce Vita alla storia del cinema. Il 5 luglio del 1985, il Grand Hotel si preparava ad ospitare un evento allora criticato, discusso, decantato, anni dopo assurto ad evento comunque simbolico di un’epoca tanto estrema e contraddittoria quanto intensa. Era un venerdì sera e non poteva che essere un luogo così iconico come il cinque stelle ‘felliniano’ ad ospitare la presentazione di un romanzo che dalla città aveva preso linfa, ambientazione e titolo: Rimini, fenomeno editoriale di quell’estate firmato dal giovane scrittore Pier Vittorio Tondelli.
Per ovvie ragioni anagrafiche non posso avere memoria personale di quella sera, ma sono talmente tanti i racconti (di chi c’era e di chi non c’era ma avrebbe voluto esserci), i ricordi tramandati, le ‘leggende’ che si sono rincorse negli anni, che è impossibile non restarne affascinati o quanto meno incuriositi. E se le cronache di quella notte si annebbiano o cambiano di sfumature con l’inevitabile trascorrere del tempo, restano invece immortali e immutabili le immagini di quella sera scattate dall’obiettivo di Davide Minghini, a cui fu affidato il compito di documentare attraverso il suo sguardo non banale quella presentazione così fuori dagli schemi.
E basta scorrere le foto di quel reportage, oggi parte dello straordinario patrimonio archivistico della Biblioteca Gambalunga, per raccogliere alcune delle suggestioni di quella notte. Una galleria di immagini in bianco e nero e a colori (quei colori ‘bruciati’ delle pellicole ad amplificarne il fascino) che documentano le stravaganze di Roberto D’Agostino, scelto come presentatore d’eccezione, contrastate dai look formali di molti invitati che avevano occupato le sedie di ferro battuto distribuite nel giardino del Grand Hotel. Tra gli ospiti anche un giovane critico d’arte allora poco conosciuto, Vittorio Sgarbi e la sorella Elisabetta. I sorrisi divertiti e le sigarette accese, promesse di una serata che – sempre tornando alle cronache – sarebbe proseguita oltre quel giardino stellato e ancora la musica del pianobar e soprattutto quelle pose apparentemente timide e distaccate di quel Tondelli capace di far discutere e scandalizzare.
Comunque la si voglia ricordare o immaginare, quella serata resta comunque qualcosa di unico, segnando l’esatta fusione tra quel sentimento che emerge dalle pagine del romanzo e colui che quelle pagine le ha scritte. E, vista col senno di poi, fu anche una sorta di spartiacque per una città che proprio attraverso quel romanzo e in parte anche attraverso quell’eccentrico happening nel cuore di quei stroboscopici anni Ottanta cambiò modo di percepirsi oltre che di raccontarsi.