
(AGENPARL) – Wed 02 July 2025 Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici – ANIA
Assemblea Annuale
Intervento di Luigi Federico Signorini
Presidente dell’Ivass
Roma, 2 luglio 2025
Autorità, Signore, Signori,
ringrazio l’ANIA per avermi voluto nuovamente invitare a prendere la parola nella
propria assemblea. Saluto il presidente Liverani, che ho per la prima volta occasione di
incontrare in un evento pubblico, e con il quale sono certo che continuerà la tradizione di
collaborazione e confronto che ha contraddistinto gli anni di presidenza di Maria Bianca
Farina. La vostra assemblea annuale resterà un momento importante e fecondo di questo
rapporto.
Ho scelto di dedicare l’intervento di oggi ad alcuni effetti sul mondo assicurativo di
due delle grandi tendenze che, si può dire, definiscono i nostri tempi: demografia e
tecnologia. Ci arrivo fra un attimo.
Non parlerò oggi, ma non certo perché la reputi meno importante, della terza grande
tendenza o allerta globale, quella relativa al clima. Vi ho indirettamente accennato nelle
mie Considerazioni del 19 giugno, nel fare riferimento in particolare all’introduzione
dell’assicurazione obbligatoria delle imprese contro i rischi di calamità naturali, di cui
il cambiamento climatico rappresenta un significativo fattore aggravante. Vorrei solo
aggiungere qui che siamo in stretto contatto con le compagnie nella delicata fase della
definizione dei limiti di tolleranza al rischio, rispetto ai quali emergono impostazioni
concettuali diverse fra loro che andranno rapidamente valutate e approfondite; e che, è
bene tornare a dirlo, è indispensabile che le compagnie calibrino attentamente la propria
offerta di protezione in funzione delle esigenze di copertura di ogni controparte, grande
o piccola che sia. Offerte assicurative adeguate, trasparenti e chiare contribuiranno a fare
di questo adempimento normativo un’opportunità concreta di protezione: non un mero
onere imposto, ma la risposta a un bisogno reale delle imprese di acquisire sicurezza e
garantirsi la capacità di ripartire anche nelle circostanze più difficili.
Demografia
Una trattazione ampia e approfondita dei grandi temi della transizione demografica
(fatti, cause, conseguenze, politiche possibili) sarebbe qui fuori luogo; rammento che
alcune valutazioni sulle implicazioni macroeconomiche e strutturali di questo fenomeno
si trovano nelle recenti Considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia1. Chi vi
parla vi si è diffuso in altre occasioni2.
Richiamerò semplicemente il fatto, del resto ben noto, che l’Italia si trova oggi ad
affrontare squilibri demografici senza precedenti. Il tasso di fecondità è sceso nel 2024
fino a 1,18 figli per donna3. Si tratta di un valore tra i più bassi al mondo, ben al di
sotto di quello necessario per mantenere costante una popolazione chiusa. Pur con un
saldo migratorio positivo, la popolazione residente si va in effetti riducendo ormai da
dieci anni. L’età media continua ad aumentare; le nascite annuali ai minimi storici e la
maggiore longevità stanno causando un graduale invecchiamento della popolazione.
Anche quest’ultimo fenomeno è solo in parte compensato dalla composizione per età
del flusso dei migranti.
Una popolazione in cui si accresce la componente degli anziani, sia in buona salute sia
bisognosi di assistenza, apre alle assicurazioni la prospettiva, direi anzi la responsabilità,
di attrezzarsi per assolvere efficacemente il ruolo che loro compete.
Per le assicurazioni le implicazioni più importanti dell’invecchiamento della popolazione
consistono nella domanda crescente di protezione previdenziale, sanitaria e assistenziale.
La riforma del sistema previdenziale pubblico ha ricondotto quest’ultimo (come era
necessario) alla sostenibilità finanziaria, ma al prezzo di un contenimento sostanziale
delle prestazioni garantite. Lo spazio per l’azione del sistema assicurativo è dunque
grande, purché lo si sappia sfruttare nel modo giusto. Un giovane, una giovane che
pensa al domani si trova a dover riflettere sul modo più razionale di garantirsi una
vecchiaia serena, in aggiunta alla protezione fornita dal sistema pensionistico pubblico.
Spesso si orienterà su un misto di investimenti finanziari e di coperture propriamente
assicurative. Le vostre compagnie sono attive in entrambi i settori e hanno un ruolo
speciale nel secondo; spetta dunque a loro consigliare correttamente i clienti, specie quelli
che si trovano all’inizio del proprio percorso lavorativo: anche promuovendo prodotti
(o componenti di prodotti) che prevedano un valore aggiunto di natura demografica ben
definito in termini di protezione e sicurezza. Il consumatore non sarà attratto da prodotti
simili a investimenti finanziari generici, ma più costosi. I costi dei prodotti, specie quelli
più complessi, andranno sempre spiegati chiaramente, anche in termini di benefici attesi,
in modo da consentire al cliente di compiere una scelta consapevole. Con un’offerta
appropriata di strumenti di protezione del reddito nella tarda età, le compagnie possono
allo stesso tempo competere con successo sul mercato e compiere pienamente i propri
doveri di lealtà verso la clientela. Nelle mie Considerazioni di qualche giorno fa ho
messo in luce anche il fatto che una corretta offerta di prodotti dotati di una significativa
componente demografica, opportunamente strutturati, contribuisce all’allineamento
Banca d’Italia, Considerazioni Finali del Governatore Fabio Panetta: https://www.bancaditalia.it/
pubblicazioni/interventi-governatore/integov2025/cf_2024.pdf
Ma se ghe penso. Migranti, demografia, sostenibilità – La Spezia, Rotary Club, 10 novembre 2023.
Istat – Indicatori demografici, anno 2024. Indicatori_demografici_2024.pdf .
sostanziale delle scadenze di attività e passività delle assicurazioni. L’Istituto manterrà
alta l’attenzione su questi aspetti, sotto il duplice profilo della vigilanza prudenziale e di
quella di condotta.
Sulla questione dell’assicurazione sanitaria mi riservo di tornare più approfonditamente
in una prossima occasione. Ho preso nota delle proposte avanzate dal presidente Liverani
nella sua relazione, e chiederò agli uffici dell’Ivass di ragionare su di esse e di avviare
un confronto. La sanità pubblica come servizio universale è una conquista delle nostre
società e va difesa. Molti cittadini tuttavia desiderano anche forme aggiuntive di tutela, in
termini per esempio di comfort e di servizi ulteriori, e questa domanda è probabilmente
destinata a crescere, anche perché alcune prestazioni possono essere particolarmente
importanti per gli anziani. Se vi sono modi di offrire nuove forme di assicurazione e di
assistenza, più efficaci, più rispondenti alle esigenze dei consumatori, ben vengano. Un
punto che a mio avviso va sempre tenuto presente è che ogni forma di collaborazione tra
sanità pubblica e coperture private dovrebbe essere strutturata in modo da preservare
corretti incentivi per tutte le parti coinvolte. Ne riparleremo.
Il tema dell’assistenza a lungo termine (o long-term care, LTC) è destinato a diventare
sempre più importante, considerando la maggiore incidenza delle persone anziane e
la trasformazione delle strutture familiari. Il mercato in verità per ora è molto modesto;
i premi ammontano a poco più di 350 milioni di euro, un ammontare trascurabile rispetto
sia alla raccolta complessiva di premi in Italia (150 miliardi di euro), sia al fabbisogno
potenziale di questa specifica copertura. Per avere un ordine di grandezza, si può
considerare che, secondo stime governative, la spesa pubblica per LTC4 è stata nel 2023
pari all’1,63 per cento del PIL, e si prevede che essa cresca significativamente nei prossimi
decenni5.
Pur tenendo conto del fatto che i volumi sono ancora esigui, abbiamo cominciato a studiare
caratteristiche e distribuzione del mercato delle polizze LTC, per orientare la riflessione
e stimolare il confronto; abbiamo pubblicato i primi risultati nella Relazione sull’attività
dell’Istituto trasmessa pochi giorni fa a Parlamento e Governo, alla quale rimando6.
Nella media degli ultimi sette anni, i contratti collettivi o convenzioni rappresentavano
un quinto del totale delle assicurazioni LTC, ma coprivano i tre quarti degli assicurati;
i contratti individuali, molto più numerosi, coprivano meno del 10 per cento; il resto era
riconducibile a casse di previdenza. Quasi la metà dei premi era abbinata a coperture per
caso di morte o di malattie gravi (dread disease).
La spesa sanitaria per LTC, le indennità di accompagnamento e gli interventi socio-assistenziali, erogati
a livello locale, rivolti ai disabili e agli anziani non autosufficienti.
Rapporto n. 25 del Ministero dell’Economia e delle Finanze “Le tendenze di medio-lungo periodo del
sistema pensionistico e socio-sanitario”: https://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Attivit–i/
Spesa-soci/Attivita_di_previsione_RGS/2024/Ltdmlpdspess-2024.pdf
https://www.ivass.it/pubblicazioni-e-statistiche/pubblicazioni/relazione-annuale/2025/Relazione_
annuale_2024.pdf, pagg. 41-46.
Questo tipo di copertura crescerà nella misura in cui sempre più persone, a un certo
punto della propria vita, cominceranno a porsi il problema di prepararsi ad affrontare
l’eventualità della non autosufficienza senza gravare in modo eccessivo su familiari o altri;
ma anche, vorrei sottolinearlo, nella misura in cui le assicurazioni sapranno rispondere
a questa esigenza con le necessarie innovazioni nell’ideazione del prodotto, nella sua
distribuzione, nella fase di erogazione delle prestazioni. Una maggiore diffusione di
questi strumenti potrebbe contenerne il costo, tramite economie di scala e un più ampio
ed efficace dispiegarsi dei meccanismi di mutualità.
Per l’insieme degli strumenti legati all’invecchiamento della popolazione, è importante
che la clientela disponga delle informazioni necessarie per decidere con cognizione di
causa quali sono le proprie esigenze di protezione e quali gli strumenti disponibili per
soddisfarle. I prodotti legati alla demografia sono tra quelli per cui è più importante
sviluppare l’educazione assicurativa fin dalla scuola, sia perché si tratta di strumenti
inerentemente complessi, sia perché essi richiedono alle persone giovani di focalizzarsi
su eventi anche molto distanti nel tempo della vita. L’introduzione dell’educazione
assicurativa nei programmi scolastici è stato un passo apprezzabile, a cui dovranno
seguire interventi attuativi attenti e ben organizzati. Colgo l’occasione per ricordare che
stiamo collaborando in questa materia con i ministeri competenti, in sintonia con la Banca
d’Italia e in coordinamento con il Comitato per la programmazione e il coordinamento
delle attività di educazione finanziaria. L’attività delle istituzioni interessate è attualmente
focalizzata su due questioni essenziali: le modalità per la definizione dei contenuti e la
formazione degli insegnanti.
Tecnologie digitali
In tema di tecnologia, vorrei concentrarmi su due sfide: sicurezza informatica e intelligenza
artificiale.
La continua evoluzione dei sistemi informatici delle compagnie, tra l’altro sempre più
interconnessi con quelli degli altri operatori di mercato e dei fornitori di servizi ICT, ne ha
aumentato considerevolmente l’esposizione ai relativi rischi. Le novità normative sono
rilevanti. Lo scorso 17 gennaio è entrato in vigore il Regolamento DORA, che ha introdotto
prescrizioni rigorose in tema di trattamento dei rischi informatici, inclusa la gestione
degli incidenti, la protezione dai rischi derivanti da terzi e i test di resilienza operativa.
Gli incidenti vanno classificati utilizzando criteri ben definiti; se gravi, comunicati alle
Autorità entro scadenze stringenti. In febbraio abbiamo reso note le modalità operative
per adempiere; abbiamo già ricevuto le prime segnalazioni. Abbiamo anche approfondito
i possibili impatti sull’Italia di alcuni incidenti occorsi a compagnie estere.
Negli ultimi anni gli attacchi a fornitori di servizi ICT si sono intensificati. A prescindere
dalla natura malevola o meno delle minacce, bisogna che le compagnie rafforzino il
presidio dei rischi informatici derivanti da terzi, tanto con interventi organizzativi interni,
quanto disegnando opportunamente le clausole contrattuali di tutela. I dettagli di queste
ultime confluiscono in un registro che le imprese sono tenute a mantenere. Nel 2024
abbiamo curato una raccolta ad hoc su un campione di imprese delle relative informazioni;