
L’arcivescovo Mikael Ajapahian, a capo della diocesi di Shirak della Chiesa Apostolica Armena, ha rifiutato pubblicamente la proposta di essere nominato Primo Ministro dell’Armenia, dichiarando di voler continuare esclusivamente il proprio servizio come uomo di chiesa.
“Sono pienamente soddisfatto del mio ruolo di uomo di chiesa, quindi non voglio che il mio nome venga inserito nella lista dei candidati a primo ministro”, ha affermato in una dichiarazione trasmessa dal suo avvocato Ara Zograbian.
La proposta di candidare l’arcivescovo Mikael alla guida del governo era stata avanzata da alcuni parlamentari indipendenti, tra cui Hovik Aghazaryan e Hakob Aslanyan, nel contesto di un’iniziativa volta a promuovere un voto di sfiducia nei confronti dell’attuale Primo Ministro Nikol Pashinyan. Il blocco di opposizione “Armenia”, guidato dall’ex presidente Robert Kocharian, aveva annunciato di essere pronto a raccogliere le 26 firme necessarie a sostenere la mozione, seguita poi anche dalla fazione “I Have Honor”, fondata da un altro ex presidente, Serzh Sargsyan.
Tuttavia, l’eventualità della nomina è stata esclusa direttamente da Mikael, il quale è attualmente coinvolto in un’indagine giudiziaria. Venerdì scorso, infatti, l’arcivescovo è stato arrestato con l’accusa di incitamento al rovesciamento del governo. Il tribunale di Yerevan dovrà decidere sulla sua custodia cautelare entro 24 ore dall’arresto.
Il rifiuto di Mikael getta nuova incertezza sulla crisi politica in Armenia, mentre l’opposizione prosegue nella sua pressione per un cambiamento alla guida del Paese.