
(AGENPARL) – Wed 25 June 2025 Grave carenza idrica: Cia-Agricoltori Potenza-Matera, responsabilità
politiche e di governo regionale. Verso la mobilitazione
La situazione di grave carenza idrica che stanno vivendo i titolari delle
nostre aziende agricole, in particolare delle aree a più alta densità di
produzioni ortofrutticole e di pregio, vale a dire quelle a maggiore Valore
Produttivo Agricolo, del Metapontino, dell’area Vulture-Alto Bradano, ha
specifiche responsabilità politiche e di governo regionale. E’ da mesi che
come Cia-Agricoltori Potenza-Matera chiediamo al Presidente Bardi di
chiudere con urgenza e senza ulteriori rinvii l’intesa al tavolo
Istituzionale per la gestione dell’acqua con la Regione Puglia e gli altri
Enti preposti. Allo stato, l’accordo della segreteria tecnica con la
Regione Puglia non si è tradotto, come abbiamo rivendicato, in un piano
concreto così da conoscere in dettaglio su quale quantitativo di acqua sui
diversi schemi si può contare e come gestirli o interconnetterli.
L’indicazione di Cia Potenza-Matera, condivisa con gli agricoltori lucani,
è di procedere ad una intesa per una gestione dei quantitativi disponibili
che non penalizzi nessuno a partire dai consumi ad uso domestico così come
prevede la legge e contestualmente indicare con chiarezza al mondo agricolo
tempi, modalità e quantità di risorsa su cui poter contare al fine di
garantire loro i servizi essenziali per potere produrre a partire da
quelli irrigui per garantire la campagna di raccolta delle produzioni
ortofrutticole stagionali e le ordinarie attività agronomiche. La nostra
posizione è di far valere nei vari tavoli interregionali, un principio
che solo a parole viene sostenuto da politica e governo regionale: le
nostre risorse idriche oltre che per l’uso potabile che va tutelato e
garantito, vanno riservate all’agricoltura per quello che rappresenta
nell’economia regionale lucana al pari di quelle che sono le attività
produttive economiche industriali e turistiche. Non è tollerabile che si
programmino “strumenti e quote preferenziali” per grandi industrie come
l’ex Ilva di Taranto e ai resort pugliesi “sacrificando” le nostre
aziende agricole. Se ci devono essere limitazioni ci devono essere anche
per il potabile che non è prettamente ad uso civico. Per Cia non è più
tollerabile agitare l’alibi dei cambiamenti climatici, che hanno comunque
un loro peso sulla carenza idrica ma non possono offuscare responsabilità
di quanti da anni non hanno programmato e realizzato investimenti e
interventi di manutenzione straordinaria per i nostri grandi invasi che,
ricordiamo, così come sono attualmente, risultano limitati nella loro
portata originaria. Se così fosse stato oggi non staremmo a parlare di
grave crisi idrica e non staremmo ad assistere alla disperazione dei nostri
agricoltori. A differenza della politica, gli agricoltori non possono
improvvisare ed hanno bisogno di programmazione. Senza la certezza sulla
quantità di acqua disponibile non si può fare programmazione. Cia
Potenza-Matera annunciano iniziative di mobilitazione sui territori oltre
che sulla grave carenza idrica, sulla Pac e il problema della fauna
selvatica (cinghiali) con la partecipazione del presidente nazionale
Cristiano Fini. Si tenga conto che usciamo da annate difficili, i costi di
produzioni crescono e i bilanci sono in rosso, abbiamo il dovere come
Associazione di rappresentanza delle Imprese Agricole Lucane di segnalare
con fermezza e la necessaria tensione la necessità di rivendicare soluzioni
di emergenza da condividere con il mondo agricolo. Rinnoviamo la proposta
di un Piano per una governance più vicina ai territori, differenziata e
adattiva, per una visione d’insieme che superi la frammentazione
decisionale e restituisca valore a Consorzi di Bonifica e Autorità di
Bacino, ottimizzando le funzioni e snellendo i vincoli, anche per recepire
al meglio la futura strategia Ue per la resilienza idrica. Quella che Cia
immagina comprensiva di interventi strutturali nelle zone a più alto
rischio; di grandi invasi integrati, e non alternativi ai piccoli; di
finanziamenti per le infrastrutture resilienti; di riuso agricolo delle
acque reflue; come di una legge contro il consumo di suolo e un quadro
normativo per le funzioni di custodia e presidio del territorio.