
Nel corso delle celebrazioni per il 33° anniversario dell’apertura del Corridoio, il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha dichiarato che l’entità serbo-bosniaca ha la forza e le risorse per difendersi da eventuali attacchi, sottolineando al contempo la necessità di evitare conflitti globali.
“La Repubblica Srpska è sicura, ha risorse, ed è pronta a difendersi dalla Federazione”, ha affermato Dodik, evidenziando anche che il debito della Srpska è il più basso della regione, pari al 32%.
Il presidente ha inoltre parlato dei progetti infrastrutturali in corso, tra cui il prolungamento dell’autostrada da Doboj a Modriča e verso il distretto di Brčko, ribattezzata “9 gennaio”, con il tratto Doboj–Šamac che potrebbe assumere anche il nome di “Corridoio”.
Dodik ha ribadito che l’obiettivo strategico della Republika Srpska è il collegamento autostradale con la Serbia, lamentando le difficoltà di accesso ai fondi europei per i progetti in fase di pianificazione. Ha annunciato l’avvio imminente dei lavori per il tratto Bijeljina–Brčko e la prossima conclusione del corridoio Kuzmin–Rača.
Durante il suo intervento, Dodik ha fatto riferimento al suo recente viaggio in Russia, affermando che il mondo sta attraversando profondi cambiamenti geopolitici.
“Il mondo oggi non è più unipolare. L’America ha ancora potenza militare, ma non è più il centro del potere globale. Dobbiamo comprendere il nuovo assetto multipolare e adattarci strategicamente”, ha dichiarato.
Dodik ha quindi difeso la posizione dei serbi, rifiutando le pressioni internazionali a riconoscere il Kosovo o ad accettare l’attuale assetto della Bosnia-Erzegovina.
“La Bosnia-Erzegovina di oggi non rispecchia la Costituzione. Ridateci la posizione che ci spetta secondo la Costituzione, e potremo parlare di un assetto comune. Ma non accettiamo di essere chiamati ‘serbi bosniaci’: siamo serbi, e basta”.
Concludendo il suo discorso, Dodik ha affermato che la Republika Srpska festeggerà anche il 50° e il 60° anniversario della sua esistenza, avanzando verso una crescente indipendenza.
“Non c’è altra strada. La Srpska diventerà uno Stato indipendente. La Bosnia-Erzegovina merita di crollare se viola la Costituzione. E chi ci dice che l’Europa esisterà ancora tra cinque anni? Vale davvero la pena rinunciare alla sovranità per questo?”