
(AGENPARL) – Mon 16 June 2025 (ACON) Udine, 16 giu – “La situazione del carcere di Udine
evidenzia una situazione ormai generalizzata nelle carceri
italiane che, tuttavia, pu? trovare soluzione solo attraverso
l’avvio di una seria operazione di depenalizzazione, inerente i
molteplici casi di soggetti legati a ipotesi di reato che possono
essere contrastate anche per via amministrativa o, comunque, non
penale. Ribadisco da sempre questo concetto fondamentale ma,
davanti alla situazione di assoluta emergenza confermata
all’interno del carcere di Udine, mi auguro che ci sia un
sollecito da parte del presidente Fedriga”.
Lo evidenzia, in una nota stampa, la consigliera regionale
Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), prendendo nuovamente la
parola sul delicato tema delle carceri, anche alla luce del grido
d’allarme lanciato dalle associazioni Oikos Ets e Luca Coscioni,
insieme ai Radicali italiani, per evidenziare le criticit? emerse
tra le mura del penitenziario friulano.
“Una situazione – aggiunge Capozzi – che desta non poche
preoccupazioni: le presenze di detenuti sono quasi il doppio
rispetto alla capienza tollerata, mentre un personale
sottorganico, ridotto a un terzo rispetto al necessario, viene
costretto a lavorare ormai da tempo in condizioni assai
complicate”.
“Una realt? difficile – precisa la rappresentante del M5S – che
rischia di collassare ulteriormente davanti ai riflessi di un
decreto sicurezza che introduce nuovi reati e aggravanti. In
sostanza, pi? pene e pi? carcere, tradendo cos? le promesse di
una massiccia depenalizzazione”.
“Proprio riguardo a questo punto – sottolinea ancora la
consigliera del M5S – l’unico intervento di depenalizzazione
concerne invece l’eliminazione dell’abuso d’ufficio che, per
contro, sanzionava l’eventuale ‘sopruso’ del pubblico
amministratore”.
“Senza contare il fatto che il ddl sicurezza – conclude Capozzi –
limita in svariati casi l’accesso alle misure alternative alla
detenzione, allontanando l’ipotesi di una depenalizzazione per
alleggerire la pressione attualmente esistente sulle carceri
italiane e regionali”.
ACON/COM/fa
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