
(AGENPARL) – Mon 16 June 2025 *Cnpr foum, giustizia più veloce ed efficiente a tutela di cittadini e
imprese*
*Miele: “Rivoluzione culturale per giungere all’umanizzazione”*
*Baldi: “La ‘Riforma’ non va verso la giusta direzione”*
*Massi: “Sistema Paese Italia complicato, no a giudizi affrettati”*
*Sisto: “Rispettati gli obiettivi fissati dal Pnrr”*
“Le principali criticità del sistema giudiziario italiano sono evidenti a
tutti. Non si può certo affermare che la giustizia in Italia funzioni in
modo soddisfacente. I tempi lunghissimi dei procedimenti sono già di per sé
una forma di pena, con gravi ripercussioni personali, sociali e
professionali. A ciò si aggiunge, spesso, un processo mediatico che si
avvia ancor prima di quello giudiziario e che, soprattutto per i cosiddetti
‘colletti bianchi’, può rappresentare una condanna anticipata, con
conseguenze profonde sulle relazioni sociali e familiari.
Tutti devono essere uguali davanti alla legge, e una volta accertate le
responsabilità, è giusto essere rigorosi. Tuttavia, il principio di non
colpevolezza deve restare un caposaldo, principio che troppo spesso viene
calpestato da una narrazione mediatica che distrugge la reputazione di una
persona già a partire dall’avviso di garanzia.
I tempi della giustizia sono una criticità strutturale, ma ciò che serve è
anche una profonda rivoluzione culturale, capace di restituire umanità alla
giustizia”. Lo ha affermato *Tommaso Miele*, presidente aggiunto della
Corte dei conti, nel corso del Cnpr forum speciale, promosso dalla Cassa di
previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da *Luigi
Pagliuca*, dedicato a “Italia 2035, giustizia più veloce ed efficiente”,
nell’ambito dell’evento organizzato da ‘Forbes Italia’ e introdotto dal
direttore *Alessandro Rossi*, che si è svolto nella sala Trilussa della
Cassa di previdenza dei Geometri, che ha rieletto al vertice dell’ente *Diego
Buono.*
Sulla riforma della giustizia si è espresso *Fulvio Baldi*, sostituto
procuratore in Corte di Cassazione: “La nuova riforma della giustizia non
affronta concretamente i problemi esistenti. Si è ormai venuta a creare una
contrapposizione rigida, un vero e proprio ‘muro contro muro’ tra
magistratura e politica. Il dialogo si sta progressivamente indebolendo e,
con esso, si rischia di perdere di vista gli obiettivi fondamentali del
sistema giudiziario.
Abbiamo bisogno di una riforma che punti con decisione a una maggiore
efficienza, senza rinunciare a più ampie garanzie. Solo dall’incontro tra
efficienza e garanzia può scaturire una giustizia di qualità. Purtroppo,
ritengo che questa riforma non vada nella direzione giusta. La separazione
delle carriere, per come al momento è scritta, in astratto non collide con
i principi dell’obbligatorietà dell’azione penale e dell’autonomia e
indipendenza della Magistratura. Il Pubblico Ministero, infatti, non viene
sottoposto all’Esecutivo, né viene messa in discussione la terzietà del
giudice rispetto alle parti. Tuttavia, il fine che questa riforma sembra
perseguire non appare in grado di migliorare concretamente il servizio
giustizia.
Ciò di cui ha bisogno il cittadino è un pubblico ministero preparato,
onesto, equilibrato e professionalmente competente. Su questo piano, la
riforma non apporta alcun contributo significativo”.
Punta il dito sulla complessità del sistema giudiziario *Franco Massi*,
segretario generale della Corte dei conti: “Il nostro sistema-Paese è molto
complesso, per cui è facile cedere alla tentazione di formulare giudizi
tanto negativi quanto affrettati. C’è chi definisce la Pubblica
Amministrazione “la catena di trasmissione che traduce le regole di
convivenza sociale, fissate dal decisore politico, in effetti concreti sui
cittadini e sulle imprese”. È evidente che, se questa catena non funziona,
le regole restano inapplicate o non producono impatti utili sul tessuto
economico e sociale del Paese. In tale quadro, la Corte dei conti svolge un
ruolo fondamentale: è una magistratura che, oltre a verificare la
correttezza degli atti adottati o delle gestioni sviluppate, deve
esercitare, se necessario, anche una funzione “maieutica”, indicando alla
P.A. il miglior modo per utilizzare le risorse pubbliche affinché le norme
si traducano in effetti positivi per la collettività. La Corte è chiamata a
svolgere una funzione ‘sindacatoria’, verificando anche il rispetto delle
indicazioni fornite. Laddove si riscontrino comportamenti difformi da parte
di rappresentanti della pubblica amministrazione, la Corte ha la potestà di
intervenire con strumenti risarcitori e sanzionatori, finalizzati a
recuperare le risorse pubbliche sperperate e ad evitare l’impunità degli
amministratori incapaci”.
*Francesco Paolo Sisto*, viceministro della Giustizia, ha sostenuto che “il
Ministero è fortemente impegnato nel garantire una ‘Giustizia’ più rapida
ed efficiente, migliorando la logistica senza mai intaccare le garanzie e i
diritti dei cittadini. Stiamo rispettando gli obiettivi fissati dal PNRR e
guardiamo con ottimismo al futuro: giustizia ed efficienza devono procedere