
La Russia ha lanciato quello che le autorità ucraine definiscono il più grande assalto aereo dall’inizio della guerra: quasi 500 tra droni e missili hanno colpito l’Ucraina nella notte, spingendo la NATO a reagire con misure di sicurezza nei Paesi confinanti. In particolare, la Polonia ha attivato la propria difesa aerea e fatto decollare caccia F-16, sia nazionali sia alleati, nel timore di possibili sconfinamenti.
Secondo l’aeronautica ucraina, Mosca ha lanciato 479 droni kamikaze, 4 missili balistici e 16 missili da crociera. Di questi, 292 droni sono stati abbattuti e 187 neutralizzati con contromisure elettroniche. Solo uno dei missili da crociera, un Kh-22, ha colpito il bersaglio, mentre gli altri sono stati intercettati. Complessivamente, Kiev sostiene che solo 10 attacchi su quasi 500 hanno avuto successo, mentre in altri 17 punti si sono verificati danni causati da detriti caduti.
In parallelo, l’Ucraina ha lanciato un attacco contro la Russia, che ha dichiarato di aver intercettato 49 droni in volo sul proprio territorio. Gli attacchi reciproci sottolineano un’escalation del conflitto aereo, sia in volume sia in intensità.
L’attacco russo ha provocato la reazione della NATO. La Polonia, attraverso il comando operativo delle forze armate (DORSZ), ha portato al massimo livello di allerta i suoi sistemi di sorveglianza e intercettazione. Caccia da combattimento della NATO sono stati schierati in volo a scopo preventivo. Le autorità polacche hanno dichiarato che non ci sono state violazioni dello spazio aereo, ma la vicinanza dell’attacco ha reso necessaria la risposta difensiva.
Negli ultimi mesi, l’intensità degli attacchi con droni è aumentata considerevolmente. A novembre 2024, il più grande attacco con droni contava 188 unità. In meno di un anno, la capacità offensiva è più che raddoppiata, segno dell’intensificazione della produzione e del crescente ruolo dei droni nella strategia bellica russa.
Anche la Romania ha preso provvedimenti, installando nuovi rifugi antiaerei nelle aree di confine, preoccupata dalla possibilità che missili vaganti possano attraversare i suoi confini.
La portata dell’attacco di ieri sera evidenzia non solo la determinazione della Russia a intensificare la pressione sull’Ucraina, ma anche la necessità per i Paesi della NATO di rimanere in stato di allerta elevata, soprattutto nei territori più esposti lungo il fronte orientale dell’Alleanza.