
Il Parlamento approva la proroga dell’attività nucleare con un’ampia maggioranza. Il governo De Wever punta su nuovi reattori per la sicurezza energetica.
Con una decisione storica, il Belgio ha ufficialmente annullato il piano di dismissione dell’energia nucleare previsto per il 2025. Il Parlamento belga ha approvato oggi, con 102 voti favorevoli, 8 contrari e 31 astensioni, la proroga dell’attività dei reattori nucleari ancora operativi sul territorio nazionale.
La misura segna un netto cambio di rotta rispetto al piano di abbandono del nucleare adottato nel 2003, che prevedeva la chiusura progressiva degli impianti entro il 2025. Le crescenti preoccupazioni legate alla sicurezza energetica, intensificate dalle tensioni geopolitiche e dall’instabilità dei mercati energetici globali, hanno spinto il governo guidato da Bart de Wever a invertire la rotta.
Attualmente il Belgio dispone di sette reattori nucleari situati in due centrali: Doel e Tihange. Tre di essi sono già stati disattivati, ma con la nuova politica, gli altri quattro continueranno a operare ben oltre il 2025.
Non solo proroga: il governo belga ha annunciato l’intenzione di costruire nuovi reattori per rafforzare l’autonomia energetica del Paese e garantire una fornitura stabile e sostenibile.
“Questa decisione è una risposta pragmatica alle sfide energetiche globali. Il nucleare rappresenta una fonte stabile e a basse emissioni,” ha dichiarato il premier De Wever.
La mossa potrebbe avere implicazioni significative per il dibattito europeo sull’energia, in un momento in cui molti Paesi rivalutano le proprie strategie in tema di nucleare alla luce della transizione ecologica e delle crisi energetiche.
