
(AGENPARL) – Tue 06 May 2025 [cid:image001.jpg@01DBBE59.B6B19620]
MACFRUT, DREI: “DALLA STRETTA SUI PRINCIPI ATTIVI FORTI RISCHI PER I PRIMATI PRODUTTIVI E PER IL FUTURO DEL COMPARTO ORTOFRUTTICOLO”
Rimini, 6 maggio 2025 – Una grave incertezza incombe sul futuro della produzione ortofrutticola nazionale: la riduzione del numero dei principi attivi utilizzabili per la difesa delle colture, senza che vengano messe a disposizione dei produttori nuove alternative valide. Ne è convinto Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative, a cui aderiscono oltre 450 cooperative ortofrutticole con 45.000 soci e un fatturato di 7,7 miliardi di euro.
“La Commissione europea – spiega Drei a margine dell’inaugurazione della fiera internazionale Macfrut che ha aperto oggi i battenti a Rimini – ha ridotto progressivamente negli ultimi anni il numero dei principi attivi autorizzati: un percorso orientato ad innalzare livelli qualitativi e di sicurezza alimentare che non si può non condividere. A condizione però che ciò non provochi come conseguenza la perdita di buona parte della produzione nazionale, a tutto vantaggio di competitor che non rispettano gli stessi standard qualitativi”. I numeri purtroppo dimostrano dei trend in calo. “Nonostante la sua forte vocazione produttiva – spiega infatti Drei – il nostro Paese ha progressivamente perso la leadership in alcune colture strategiche. Basti pensare che dal 2014 ad oggi sono andate perdute oltre il 45% delle superfici coltivate a pere in Emilia-Romagna e gli ettari di pesche e nettarine si sono dimezzati nell’ultimo decennio”.
Per ogni principio attivo eliminato, in mancanza di alternative efficaci si rischia di perdere intere colture. È per questo che, spiega Drei, “come Confcooperative abbiamo richiesto in questi mesi una moratoria quinquennale sui principi attivi oggi in uso. Ma se con il Ministero dell’Agricoltura stiamo registrando una totale condivisione sulla questione, sentiamo ora l’urgenza di appellarci ad un più ampio coinvolgimento di altre istituzioni, a partire da quelle che hanno la competenza in materia, sia a livello nazionale che comunitario”.
“Il nostro auspicio – spiega il presidente – è che tutte le istituzioni coinvolte assumano l’impegno di analizzare le problematiche connesse alla revoca delle autorizzazioni dei principi attraverso una valutazione di impatto complessiva più ampia rispetto alla mera analisi della molecola”. Secondo Drei, ad esempio, nelle valutazioni non si tiene spesso sufficientemente conto di altri aspetti e ricadute. Gli attuali mezzi di distribuzione e le macchine agricole sono ad esempio tecnologicamente più avanzate rispetto a 20 anni fa, con una conseguente riduzione significativa dei rischi ambientali e della salute umana”.
C’è poi il tema del freno alla ricerca. “Se vogliamo trovare altre molecole meno pericolose – argomenta Drei – è fondamentale che la ricerca abbia tempi più veloci e percorsi burocratici più snelli. A tal proposito, ci aspettiamo misure concrete già nell’ambito del cosiddetto “Pacchetto per la semplificazione” presentato dal Commissario Hansen.
Le aziende che producono i principi attivi riescono in paesi come il Brasile ad ottenere nel giro di soli due anni l’autorizzazione alla produzione. Mentre in Europa occorrono all’incirca dieci anni per riuscire ad avere l’autorizzazione ad una nuova molecola, con il rischio che le disposizioni normative possano nel frattempo anche subire modifiche”. Ecco perché secondo il Presidente di Fedagripesca Confcooperative è fondamentale “che si dia adeguato sostegno e impulso anche alla ricerca privata”.
Alina Fiordellisi
CONFCOOPERATIVE
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