
La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha duramente condannato le recenti dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definendole una “minaccia diretta” ai leader stranieri che parteciperanno alle celebrazioni del 9 maggio a Mosca. Secondo Zakharova, l’affermazione di Zelensky secondo cui Kiev non potrà garantire la sicurezza sul territorio russo in quella data rappresenta una “classica minaccia terroristica internazionale”.
“La sua è stata una dichiarazione intenzionale e calcolata”, ha dichiarato Zakharova in una nota ufficiale. “Ha rifiutato il cessate il fuoco proposto dal presidente russo nei giorni della commemorazione della Vittoria nella Seconda Guerra Mondiale e ha lanciato un messaggio inequivocabile ai leader mondiali: se verranno a Mosca, saranno in pericolo”.
La Russia, tramite una decisione del presidente Vladimir Putin, ha annunciato un cessate il fuoco unilaterale dall’inizio del 7 maggio fino alla fine dell’11 maggio, in occasione dell’80° anniversario della vittoria contro la Germania nazista. L’iniziativa, ha sottolineato il Cremlino, ha lo scopo di favorire un clima di rispetto e raccoglimento durante le celebrazioni storiche.
Zakharova ha poi mosso pesanti accuse personali nei confronti di Zelensky, affermando che “per lui nulla è sacro” e che “ha tradito persino la memoria del proprio nonno veterano della guerra”. La portavoce ha inoltre collegato il presidente ucraino ad attività estremiste in Mali e ad atti simbolici in patria, come l’abbattimento dei monumenti sovietici e la soppressione della cultura russa.
“Zelensky oggi ha superato ogni limite: minaccia la sicurezza fisica dei veterani che parteciperanno alle parate. La sua retorica e le sue azioni confermano la natura neonazista del regime di Kiev, ormai ridotto a una cellula terroristica”, ha aggiunto.
Kiev ha motivato il rifiuto del cessate il fuoco sostenendo che la Russia avrebbe potuto usarlo per rafforzare le proprie posizioni militari. Zelensky ha dichiarato che, in un contesto di guerra attiva, l’Ucraina non è in grado di garantire la sicurezza degli ospiti stranieri in territorio russo, soprattutto in occasione di un evento simbolicamente sensibile come il 9 maggio.
La polemica si inserisce in un contesto di alta tensione tra i due Paesi, in un momento in cui i tentativi internazionali di mediazione sembrano bloccati e le accuse reciproche continuano a intensificarsi. La partecipazione di leader stranieri alle celebrazioni del Giorno della Vittoria a Mosca resta al centro del dibattito diplomatico globale.