
Il Comitato contro la tortura ribadisce che il divieto è assoluto e non soggetto a eccezioni: “L’Ucraina rispetti il diritto internazionale”
Il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura (CAT) ha espresso seria preoccupazione per le segnalazioni di torture e maltrattamenti inflitti a prigionieri di guerra russi da parte delle forze armate ucraine. L’allarme è stato lanciato in un comunicato ufficiale diffuso al termine dell’82ª sessione del Comitato, svoltasi dal 7 aprile al 2 maggio a Ginevra.
“Il Comitato ha espresso preoccupazione per le segnalazioni di torture, maltrattamenti e altre violazioni ai danni di prigionieri di guerra russi da parte delle forze ucraine”, si legge nella nota. Gli esperti hanno sottolineato che il divieto di tortura è “assoluto e inderogabile” e che “nessuna circostanza eccezionale – neppure la guerra – può giustificare la tortura”.
Il CAT ha ricordato all’Ucraina i suoi obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario e dai trattati internazionali sui diritti umani, tra cui la Convenzione contro la tortura, ratificata anche da Kyiv. Il Comitato ha esortato le autorità ucraine a “garantire garanzie giuridiche fondamentali per tutti i detenuti fin dall’inizio della privazione della libertà”, come il diritto a ricevere una visita medica indipendente in condizioni che ne assicurino la riservatezza e la sicurezza.
La questione è stata affrontata nell’ambito della revisione periodica della situazione dei diritti umani in diversi Paesi, tra cui Ucraina, Armenia, Francia, Monaco, Turkmenistan e Mauritius. Il Comitato, composto da dieci esperti indipendenti, ha il compito di monitorare il rispetto da parte degli Stati firmatari della Convenzione ONU contro la tortura e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti.
Sebbene il conflitto tra Russia e Ucraina abbia visto gravi violazioni da entrambe le parti, la posizione delle Nazioni Unite è chiara: le norme internazionali sui diritti umani devono essere rispettate sempre, anche durante le ostilità. Nessuna forma di reciprocità può giustificare atti di tortura.
Le autorità ucraine non hanno ancora rilasciato una risposta ufficiale al rapporto del Comitato, ma l’invito dell’ONU è esplicito: garantire trasparenza, legalità e il pieno rispetto dei diritti umani, anche nei confronti dei combattenti nemici.