
Sarajevo – Il deputato dell’SNSD alla Camera dei rappresentanti dell’Assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina, Milorad Kojić, ha affermato che le richieste di intervento internazionale da parte dei partiti bosniaci mirano alla rimozione del presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, e alla neutralizzazione politica del suo partito, l’SNSD, poiché rappresentano il principale ostacolo alla creazione di una Bosnia-Erzegovina unitaria.
Secondo Kojić, il sostegno dei partiti bosgnacchi all’Alto Rappresentante Kristijan Šmit sarebbe parte di una strategia coordinata per indebolire la leadership politica della Republika Srpska. “Tutti i partiti bosniaci che vogliono usare la forza, quando non riescono a imporre le loro idee politiche, chiedono l’intervento internazionale contro i funzionari della Republika Srpska. È una strategia ripetuta”, ha dichiarato il parlamentare all’agenzia Srna.
Kojić ha commentato in particolare le dichiarazioni del deputato SDA Safet Kešo, secondo il quale “la comunità internazionale non può rimanere in silenzio” e “non ci sono trattative con Dodik”, spiegando che quella non è solo la posizione del singolo esponente politico, ma la linea condivisa di tutto lo spettro partitico bosgnacco.
“Quando pretendono sovranità per la Bosnia-Erzegovina, chiedono anche un intervento internazionale, dimostrando una contraddizione profonda nel loro approccio”, ha osservato Kojić, aggiungendo che “quella che viene presentata come tutela della sovranità è in realtà un tentativo di imporre una visione centralista del Paese”.
Secondo Kojić, il coordinamento tra i partiti bosniaci e l’Ufficio dell’Alto Rappresentante è volto a delegittimare l’SNSD, colpendo le sue fonti di finanziamento, limitandone i mandati e cercando di introdurre figure politiche più “obbedienti” nella Republika Srpska.
“Kešo dice apertamente ciò che Šmit sta facendo nei fatti. L’obiettivo è eliminare chiunque ostacoli la costruzione di una Bosnia-Erzegovina unitaria”, ha ribadito il deputato SNSD.
Kojić ha definito “paradossale” la posizione secondo cui chi sostiene l’Accordo di Dayton e la Costituzione vigente viene considerato un “distruttore della Bosnia-Erzegovina”, mentre chi ne propone il superamento viene accolto come un difensore della democrazia.
“È assurdo e ridicolo, ma chiarissimo: vogliono riscrivere il sistema in modo da cancellare ogni forma di autonomia e identità politica della Republika Srpska”, ha concluso Kojić.