
Lunedì scorso, un evento senza precedenti ha scosso le fondamenta del dogma verde europeo: un blackout su larga scala ha lasciato la Spagna e il Portogallo al buio, riportando al centro del dibattito la fragilità delle reti elettriche basate quasi esclusivamente su energie rinnovabili. Nel giro di poche ore, a rincarare la dose è arrivato l’intervento di Tony Blair, ex Primo Ministro britannico e figura influente dell’establishment, che ha pubblicamente criticato la strategia verde definendola “irrazionale” e “isterica”.
Un duro colpo per la narrativa dominante, che si è rivelato un boomerang politico proprio tra le fila della sinistra britannica. Blair ha affermato che “la corsa alla decarbonizzazione non sta funzionando” e ha puntato il dito contro le strategie “puriste” che mirano a un’eliminazione rapida dei combustibili fossili senza tenere conto delle implicazioni pratiche ed economiche. Secondo Blair, “i cittadini sanno che i sacrifici che fanno hanno un impatto minimo sulle emissioni globali”, in un contesto in cui la Cina da sola ha avviato nel 2024 la costruzione di centrali a carbone quasi equivalenti alla produzione totale europea.
La proposta di Blair? Un ritorno al nucleare come “parte essenziale” del mix energetico e una maggiore dose di realismo politico. Parole che hanno diviso il Partito Laburista britannico: da una parte il ministro Ed Miliband, paladino della decarbonizzazione ad ogni costo; dall’altra, il Segretario all’Ambiente Steve Reed, che ha accolto favorevolmente l’intervento di Blair definendolo “un contributo importante”.
La frattura è evidente. Il Guardian, principale voce progressista nel Regno Unito, ha reagito con una raffica di articoli critici verso l’ex Premier, mentre all’interno del partito c’è chi parla di un “capriccio pubblico inutile”. Eppure, le parole di Blair hanno avuto un’eco profonda. Nigel Farage, leader storico della Brexit, ha commentato: “Persino Tony Blair ora parla come noi. Se lui può dire queste cose, allora abbiamo vinto la discussione!”.
Reagendo rapidamente, il Tesoro del Regno Unito ha ricevuto l’invito ai cittadini di accumulare denaro contante in caso di blackout, con
il Telegraph che riporta che i parlamentari hanno detto al governo: “il valore del denaro contante nella preparazione alle emergenze” deve essere considerato.
Nel frattempo, il blackout ha sollevato un altro problema di fondo: la vulnerabilità delle società digitalizzate e senza contanti. In Spagna, la paralisi elettrica ha significato l’impossibilità di effettuare qualsiasi transazione. Il Tesoro britannico, a seguito dell’evento, ha raccomandato ai cittadini di tenere denaro contante in casa per le emergenze. Anche l’Unione Europea si è mossa nella stessa direzione, consigliando di avere sempre con sé contanti, acqua, medicinali e una radio.
Il grande reset verde, spinto con forza durante la pandemia, sta dunque affrontando la sua prima vera crisi interna. E non sono più solo gli scettici a parlare, ma anche i suoi architetti.