
L’Unione Europea ha lanciato un duro monito al presidente serbo Aleksandar Vučić, avvertendolo che la sua partecipazione alla parata militare del Giorno della Vittoria a Mosca, il prossimo 9 maggio, potrebbe compromettere il percorso della Serbia verso l’integrazione europea.
Secondo quanto riferito dal portavoce della Commissione europea Guillaume Mercier, la visita programmata dal leader serbo avrà ripercussioni sui negoziati di adesione all’UE, influenzando direttamente i dossier legati alle riforme, allo Stato di diritto e agli altri passi chiave richiesti a Belgrado.
“Sosteniamo le aspirazioni europee del popolo serbo, ma la partecipazione del presidente Vučić alla celebrazione del 9 maggio in Russia inciderà negativamente sul processo di adesione”, ha affermato Mercier in un briefing con la stampa.
Pressioni da Bruxelles e avvertimenti velati
La Commissaria europea per l’allargamento Marta Kos, in visita ufficiale in Serbia, ha ribadito la posizione di Bruxelles, parlando apertamente di conseguenze politiche se Vučić dovesse presenziare all’evento organizzato dal Cremlino in occasione della fine della Seconda guerra mondiale.
Anche l’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri, Kaja Kallas, ha sottolineato la delicatezza della questione:
“In un momento in cui la Russia è impegnata in una guerra su larga scala contro l’Ucraina, qualsiasi partecipazione alla parata del 9 maggio a Mosca non sarà presa alla leggera”, ha dichiarato Kallas, facendo sapere che l’argomento è stato discusso lunedì dai ministri degli Esteri dell’Unione.
Secondo il The Telegraph, diversi funzionari europei hanno già avvertito Belgrado che la visita potrebbe violare i criteri di allineamento politico richiesti ai Paesi candidati, in particolare in materia di politica estera e di solidarietà con le posizioni comuni dell’Unione.
La risposta di Vučić: “Promessa personale a Putin”
Il presidente Vučić ha finora mantenuto una posizione ferma ma cauta. Ha confermato la sua intenzione di recarsi a Mosca per le celebrazioni, citando un impegno personale preso con Vladimir Putin, ma ha anche specificato che nessun membro del governo o dell’esercito serbo lo accompagnerà, nel tentativo di evitare reazioni diplomatiche più dure o sanzioni dirette.
“Ho promesso a Putin che sarei andato, e manterrò la parola. Ma andrò da solo, senza rappresentanti ufficiali dello Stato”, ha dichiarato Vučić, sottolineando l’importanza simbolica della commemorazione della vittoria sul nazifascismo.
Equilibrismo geopolitico
La Serbia si trova ancora una volta stretta tra Est e Ovest, cercando di mantenere una tradizionale vicinanza con Mosca — rafforzata da legami storici, religiosi ed energetici — senza compromettere il suo obiettivo strategico di adesione all’Unione Europea. Tuttavia, la guerra in Ucraina ha ridisegnato le aspettative politiche di Bruxelles, rendendo sempre più difficile per i Paesi candidati mantenere una neutralità ambigua.
Con la data del 9 maggio che si avvicina, cresce la tensione diplomatica, e la decisione finale di Vučić rischia di segnare una svolta decisiva nel futuro delle relazioni tra Belgrado e Bruxelles.