
Mercati Finanziari – I prezzi dell’oro sono scesi oggi, appesantiti da un contesto di minori tensioni commerciali internazionali e dal rafforzamento del dollaro statunitense, che ha reso il metallo prezioso meno attraente per gli investitori stranieri.
Nel dettaglio, l’oro spot ha registrato un calo dello 0,2%, scendendo a 3.308,32 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro statunitense hanno perso lo 0,5%, assestandosi a 3.317,50 dollari. Parallelamente, l’indice del dollaro è salito dello 0,1% rispetto a un paniere di valute, segnale di una maggiore fiducia nei confronti della moneta americana.
Trump riduce i dazi, investitori attendono la Fed
Il clima di distensione sui mercati è stato innescato da nuove mosse della Casa Bianca: il presidente Donald Trump ha firmato due ordinanze mirate a limitare l’impatto dei dazi sull’industria automobilistica, offrendo agevolazioni creditizie e esenzioni su altri articoli importati.
Queste misure hanno contribuito a rafforzare il dollaro e, di conseguenza, a smorzare la domanda di oro, bene rifugio per eccellenza in tempi di incertezza economica e geopolitica.
Gli operatori di mercato guardano ora con attenzione alle prossime indicazioni della Federal Reserve riguardo alla politica sui tassi di interesse. In particolare, i riflettori sono puntati sui dati imminenti relativi alla spesa per consumi personali negli Stati Uniti, attesi nelle prossime ore, e sul consueto rapporto sulle buste paga non agricole, previsto per venerdì.
Questi dati aiuteranno a misurare l’effettivo impatto dei recenti dazi e a valutare se la Fed manterrà o modificherà la propria traiettoria monetaria, fattore chiave per l’andamento dell’oro nei prossimi mesi.
Calo generalizzato anche per gli altri metalli preziosi
La giornata si è chiusa in rosso anche per gli altri metalli preziosi. L’argento spot ha ceduto lo 0,1% a 32,93 dollari l’oncia, mentre il platino ha perso lo 0,6%, scendendo a 971,90 dollari. Anche il palladio ha registrato una flessione dello 0,3%, attestandosi a 931,84 dollari l’oncia.
Gli analisti segnalano che, in un contesto di rafforzamento del dollaro e di minori tensioni geopolitiche, è probabile che i metalli preziosi continuino a mostrare volatilità, almeno fino a nuove indicazioni macroeconomiche o mosse concrete da parte delle banche centrali.