
In un panorama politico spesso caratterizzato da dichiarazioni vuote, Branislav Borenović, leader del PDP, ha pronunciato – forse inconsapevolmente – una verità significativa. Lo ha sottolineato Mladen Ilić, deputato dell’SNSD all’Assemblea nazionale della Republika Srpska, commentando la recente uscita di Borenović secondo cui il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, dovrebbe “trovare un successore perché tre decenni sono troppi”.
“Non ha detto nulla di nuovo, ma ha confermato ciò che tutti sanno: tutta questa presunta crisi in Bosnia-Erzegovina, tutto quello che accade attorno alla magistratura, all’OHR, alle ambasciate straniere e ai processi politici, è in realtà un piano per eliminare Dodik,” ha affermato Ilić.
Secondo Ilić, Borenović ha rivelato – seppur involontariamente – la vera strategia dell’opposizione: aspettare che Sarajevo faccia il lavoro sporco e poi subentrare.
“Il PDP ha da tempo rinunciato a qualsiasi autenticità politica. Non cerca più il potere con il sostegno popolare, ma aspetta che arrivi come conseguenza dello scontro fra le strutture di Sarajevo e Dodik. Il loro messaggio è chiaro: ‘se lo eliminate voi, ci pensiamo noi a prendere il potere’.”
Ilić ha criticato duramente la dichiarazione di Borenović, definendola non un atto di maturità politica, ma la prova del fallimento di un’intera idea politica.
“La leadership non spetta a chi assiste all’esecuzione politica da spettatore utile, ma a chi affronta la lotta.”
Ha anche ironizzato sui “tre decenni” menzionati da Borenović:
“Per costruire e difendere la Republika Srpska ci vogliono tre decenni. Lei, signor Borenović, ha passato tre decenni a cercare di essere più di una nota a margine – e ha fallito. Forse dovrebbe cambiare mestiere.”
Ilić ha inoltre attaccato il PDP per il suo silenzio mentre Sarajevo invoca l’arresto di Dodik e vengono avviati procedimenti politici:
“Il PDP non difende l’istituzione, ma chiede un successore. Cosa significa questo? Che resteranno zitti se cercheranno di arrestare il presidente? Che applaudiranno se nuovi volti verranno imposti? Questo non è fare opposizione, è solo attendere il proprio turno con il cappello in mano.”
Ha concluso dicendo che la vera risposta la daranno i cittadini, alle prossime elezioni:
“La gente non elegge chi invoca ingiustizia contro il proprio popolo. Nessuno premia chi aspetta che qualcun altro faccia il lavoro sporco. Mentre Dodik parla con Putin, stringe la mano a Orbán e Netanyahu, e guida la Republika Srpska tra le crisi, il PDP non ha altro da dire che: ‘Dai, vattene’. Ma non sarà lui ad andarsene – sarà la gente a mandarvene via.”