
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy ha dato mandato di procedere per le vie legali nei confronti del conduttore della trasmissione Report e dell’autore del servizio sulle politiche spaziali andato in onda ieri, in cui sono contenute una serie di informazioni false e volutamente distorte.
Nel servizio si sostiene, in maniera totalmente infondata, che la Legge nazionale sullo Spazio contenga una disposizione “fatta apposta per far ottenere a Elon Musk un appalto per il cloud satellitare per gestire i dati più sensibili del governo”, come anche dichiarato dal conduttore Sigfrido Ranucci e dall’autore del servizio. Questa ricostruzione, priva di qualsiasi fondamento concreto, è stata già smentita dal Ministro stesso durante l’intervista rilasciata a Report. Un’intervista che, tuttavia, è stata manipolata con tagli selettivi, alterando il senso delle dichiarazioni.
Nel corso del dialogo con il giornalista, deliberatamente tagliato nel servizio finale, il Ministro Urso ha chiaramente dichiarato che l’Italia sta lavorando alla creazione di un sistema satellitare nazionale in orbita bassa, sviluppato in autonomia e con il coinvolgimento di attori nazionali, proprio per garantire una valida alternativa ad altri modelli attualmente sul mercato globale. Affermazione che va in netto contrasto con la tesi di Report.
A fronte di queste gravi distorsioni e falsità, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy ha deciso di procedere con la querela, a meno che la trasmissione non provveda a una rettifica completa e immediata. Non sarebbe la prima volta che Report è costretto a correggere e scusarsi pubblicamente, ammettendo di aver diffuso notizie poi rivelatesi clamorosamente infondate, dopo che il Ministro ha avviato azioni legali a tutela della propria reputazione, come nella trasmissione andata in onda il 16 giugno 2024.
Del resto, i fatti confermano pienamente la posizione del ministro, come attestato da documenti ufficiali. L’Italia sta studiando lo sviluppo di un sistema satellitare nazionale in orbita bassa, come riportato nel comunicato stampa del 26 dicembre scorso del Comitato Interministeriale per le Politiche relative allo Spazio e alla Ricerca Aerospaziale (Comint), presieduto dal Ministro Urso in qualità di Autorità delegata alle Politiche Spaziali e Aerospaziali: “Il Comitato interministeriale ha incaricato l’Agenzia Spaziale Italiana di elaborare uno studio per definire un livello di ambizione realistico, i costi e il percorso per la realizzazione di una costellazione satellitare nazionale in orbita bassa, in linea con quanto previsto dal DDL Spazio approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 20 giugno. Lo studio avrà il compito di individuare le caratteristiche generali di una possibile costellazione satellitare nazionale capace di rispondere alle esigenze operative e di sicurezza del nostro Paese; saranno, inoltre, delineati il livello dei servizi da offrire, le risorse finanziarie necessarie e una roadmap incrementale per garantire una realizzazione progressiva e sostenibile del progetto”.
Lo stesso Ministro Urso, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il 16 dicembre 2024, aveva anticipato che l’Italia stesse lavorando alla “creazione di una costellazione satellitare in orbita bassa al 100% italiana: un progetto che potrebbe portare a una svolta nel sistema delle comunicazioni”.
Questa impostazione è stata confermata anche dal Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore il 9 gennaio 2025, in cui ha ribadito che “l’Agenzia spaziale italiana ha avuto mandato di studiare il progetto per una costellazione satellitare nazionale in orbita bassa”. Valente ha inoltre aggiunto: “Ci è stato affidato uno studio di fattibilità preliminare sulla realizzazione di una costellazione nazionale in orbita di telecomunicazioni satellitari a bassa latenza e sicura, perché si parla di dati che sono criptati. Svolgeremo il lavoro di concerto con altre istituzioni, come la Difesa, visto che si tratta di servizi dual-use, cioè con potenziali applicazioni sia per il settore civile sia per quello militare oltre che per la rete diplomatica”. Lo stesso concetto è stato poi ribadito in un’intervista ad Affari & Finanza del 20 gennaio 2025, in cui Valente ha precisato che l’Agenzia è al lavoro per uno “studio preliminare, i cui esiti saranno resi disponibili certamente entro l’estate”.
È davvero paradossale che quel che dovrebbe essere un servizio pubblico, ometta volutamente quanto è facilmente reperibile negli atti parlamentari, in documenti ufficiali così come in testi di agenzie di stampa o su altre testate giornalistiche, per imporre una narrazione priva di ogni corrispondenza con la realtà.
Anche per quanto riguarda il programma europeo IRIS², Report dimostra una totale mancanza di conoscenza—o una deliberata volontà di ignorare le posizioni ufficiali del Ministro Urso per costruire una narrazione distorta e fuorviante. A differenza di quanto si vuole far passare attraverso il servizio televisivo, Urso è impegnato in prima persona in Europa per rilanciare il settore dello Spazio, come dimostrato da atti e azioni concrete.
Solo una settimana fa, durante gli incontro bilaterali a Parigi con il Ministro dell’Economia francese, Eric Lombard, e con il ministro dell’Industria francese, Marc Ferracci, Urso ha affrontato il rilancio del settore spaziale e del programma europeo. Il comunicato stampa ufficiale del Ministero riporta chiaramente la posizione del Ministro: “Serve un cambio di passo: l’Europa deve accelerare lo sviluppo della propria infrastruttura spaziale se vuole restare competitiva. Quando IRIS² sarà pienamente operativo, l’Europa avrà circa 290 satelliti in orbita bassa, mentre gli Stati Uniti ne avranno già oltre 40.000”.
Posizione ribadita nella riunione bilaterale dello scorso 29 gennaio a Bruxelles con il Commissario Europeo con delega allo Spazio, Andrius Kubilius, in cui Urso ha esortato le istituzioni europee a rafforzare la competitività dell’industria spaziale europea di fronte alla concorrenza di attori globali come Stati Uniti e Cina.
Infine, con riferimento alle dichiarazioni del professor Sergio Marchisio, si precisa che questi ha partecipato a un tavolo di studio nelle fasi iniziali finalizzate alla selezione dei temi e all’approfondimento delle problematiche, così come altri esperti, svolgendo dunque un ruolo meramente consulenziale e non già di scrittura delle norme.