Grande Oriente d’Italia e il caso Stefano Bisi: Sospensione e depennamento dal Rito Scozzese Antico ed Accettato
Continua a suscitare dibattito la situazione interna al Grande Oriente d’Italia e, in particolare, la posizione di Stefano Bisi all’interno del Rito Scozzese Antico ed Accettato (RSAA). Con il Decreto n. 66/GN del 17 dicembre 2024, firmato dal Sovrano Gran Commendatore Giulio Nigro, è stato ufficializzato il depennamento di Bisi dal RSAA per la Giurisdizione Massonica Italiana.
Il provvedimento, emesso dalla sede del Supremo Consiglio, prende le mosse da un precedente Decreto (n. 44/GN dell’8 giugno 2024) che sospendeva Bisi dall’appartenenza al Rito, con effetto immediato, in attesa di chiarimenti.
Secondo quanto riportato nel Decreto del 17 dicembre, nei sei mesi successivi alla sospensione, non è pervenuta alcuna comunicazione da parte di Bisi circa la cessazione dell’appartenenza al Rito di York, come richiesto dall’art. 18 dello Statuto del Supremo Consiglio. Di conseguenza, è stata applicata la disposizione che prevede il depennamento definitivo dal Rito Scozzese.
Il documento, sigillato dal Sovrano Gran Commendatore Giulio Nigro e dal Gran Segretario Angelo Florio, sancisce formalmente la decisione con effetto immediato. La registrazione del Decreto è avvenuta presso il Registro Ufficiale dei Decreti del Supremo Consiglio.
Questo episodio si inserisce in un clima già teso all’interno del Grande Oriente d’Italia, segnato da polemiche legate alla gestione interna ea recenti arresti di membri affiliati. La figura di Stefano Bisi, ex Gran Maestro del GOI, era già stata oggetto di controversie e accuse, amplificate dalla diffusione di articoli di stampa e dalla forte attenzione mediatica.
Il depennamento di Bisi dal Rito Scozzese rappresenta un ulteriore sviluppo in una vicenda che solleva interrogativi sul rispetto delle norme interne e sulla trasparenza della governance massonica.
Alla luce di queste decisioni, molti osservatori chiedono quali saranno le prossime mosse del Grande Oriente d’Italia e se questa vicenda segnerà un punto di svolta nella gestione delle criticità interne. Nel frattempo, resta aperta la questione dell’audizione parlamentare richiesta ad aprile 2024, che potrebbe offrire una piattaforma per chiarire ulteriormente queste dinamiche e il loro impatto sulla credibilità dell’istituzione.
Giulio Nigro