
I “Musicanti di brama” ci propongono un teatro-canzone denso, suggestivo, visionario, evocativo. Echi di Gaber, Petrolini, Brecht, ma forse anche di Poli, accessori che richiamano Lele Luzzati, riferimenti letterari e cinematografici, sonorità etniche e clownerie caleidoscopicamente raccolte e sapientemente mescolate da Daniela Maurizi, autrice dei brani, inesauribile in scena e a suo agio su registri canori molto diversi e virtuosistici. Ottima l’intesa non solo musicale ma anche scenica tra il chitarrista Michael Wernli, coautore delle musiche, Antonio Abruzzese al basso e Luca Giudice alla batteria. Un quartetto che può legittimamente aspirare a palcoscenici di tutto rilievo purché di fronte a un pubblico in grado di apprezzare l’intensità del racconto canoro e di resistere ai repentini cambi di marcia e di genere. Spettacolo decisamente consigliato per chi voglia trascorrere una serata divertente ma anche ricca di suggestioni poetiche che variano dal registro del lirico a quello dell’assurdo, dal grottesco allo “stilnovistico”.
(Recensione di Ugo G. Caruso, storico dello spettacolo).
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