
(AGENPARL) – gio 28 novembre 2024 *A ROMA LA PIÈCE TEATRALE “L’ARMARU”*
*MARTEDI’ 3 DICEMBRE, ALLE 21, AL TEATRO EDUARDO DE FILIPPO – OFFICINA
PASOLINI *
*DALL’OMONIMO ROMANZO DI MARIACRISTINA DI GIUSEPPE*
*(NAVARRA EDITORE)*
Roma, 28 novembre 2024
Martedì 3 dicembre, alle ore 21, al *Teatro Eduardo De Filippo – Officina
Pasolini* di Roma, va in scena un’opera unica e coinvolgente: “*L’Armaru**”*,
una pièce teatrale che prende vita dall’omonimo romanzo di Mariacristina Di
Giuseppe (Navarra Editore). Un viaggio sensoriale che fonde la potenza
della musica e della parola, esplorando il cuore della Sicilia più intima e
femminile.
Protagonista indiscussa è Laura Mòllica, che attraverso un’interpretazione
intensa e poetica, guida il pubblico in un percorso di emozioni e scoperte,
dove le voci delle donne siciliane si intrecciano in un universo di
sentimenti, segreti e storie personali. *L’Armaru* è un’opera che “canta” e
“incanta” in siciliano, lingua che diventa veicolo di autenticità e
profondità, svelando una galassia di emozioni di grande intensità.
L’Armaru è un vecchio armadio che custodisce i segreti di un grande
appartamento all’interno di un appartamento in un palazzo d’epoca del
centro storico di Palermo. Qui Agata, una apprezzata cantante, vorrebbe
vendere la casa ereditata dalla nonna anche se, per ragioni che ignora,
qualcosa dentro di lei fa resistenza. Sarà proprio il vecchio armadio,
testimone delle futili trattative di compravendita, a metterla in
comunicazione con il misterioso universo femminile che svelerà inattese
verità sulla nonna e sul coro di donne che si raduneranno attorno a lei.
“Nella galleria di personaggi partoriti da questo armaru”, spiega l’autrice
(Mariacristina Di Giuseppe, “a uso e beneficio della protagonista, della
sua primavera, della sua rinascita, ho dato asilo a nomi e voci di donne
accomunate dalla straordinaria sensibilità che il genere femminile porta
con sé come una bandiera. Donne che possiedono il talento dell’amore
incondizionato, del coraggio, della resistenza, il talento della cura,
della memoria, dell’arte e della comunicazione, e li esercitano con
determinazione. Tra il riso e il pianto, tra la commozione e
l’indignazione, tra la passione e la speranza, tra un bacio e un addio,
fioriscono le storie di donne apparentemente confinate nella loro epoca,
donne che, in realtà, assurgono a paradigma senza tempo dell’animo umano
alle prese con la vita e con i sogni”.
Tratta dal romanzo omonimo di Mariacristina Di Giuseppe (Navarra Editore)
quest’opera teatrale nata dalla collaborazione della scrittrice con la
regista, attrice e cantante Laura Mòllica, interprete conosciuta e
apprezzata in tutto il mondo per le sue doti interpretative e l’approccio
mai banale al repertorio siciliano di tradizione, ci lascia sospesi tra
mondi reali e mondi possibili, guidati dal canto come strumento elettivo di
comunicazione, di esperienze e sentimenti.
“Quando due donne si mettono a chiacchierare in un salotto palermitano,
magari davanti a una pasta di mandorle, o a un cannolo con ricotta, può
succedere di tutto, anche di ideare un’opera teatrale, sulla scorta di un
racconto, il racconto di una casa nel centro storico, proprio come la mia”,
afferma l’interprete e regista Laura Mòllica, “È così che è nata la pièce
teatrale de “L’armaru”. Cos’è l’armaru, se non la metafora della necessaria
custodia dell’identità? È una sorta di utero in cui si costruisce una
visione del mondo e si assemblano brandelli di vite; tante vite, vite che
si intrecciano, si sovrappongono in un gioco di scatole cinesi, per poi
confluire nell’unica verità: noi siamo tutte quelle vite, noi siamo tutte
quelle donne”.
Le canzoni del repertorio siciliano di tradizione, moderno e contemporaneo,
si alternano alle musiche originali di Giuseppe Greco, che ha curato
arrangiamenti e rielaborazioni. Le proiezioni che mettono Agata in contatto
con le donne del passato sono a cura di Rosario Neri.