La potenza di Hollywood come strumento politico ha subito un duro colpo nelle elezioni di martedì. Nonostante l’impegno delle più grandi celebrità del mondo dello spettacolo – da Taylor Swift a Beyoncé, passando per Cardi B, George Clooney, Robert De Niro, Jennifer Lopez e Bruce Springsteen – Kamala Harris non è riuscita a raggiungere la vittoria. Quella che doveva essere la sua ascesa alla Casa Bianca, sostenuta da una schiera di star, si è tramutata in una clamorosa sconfitta. Una vittoria che sancisce non solo la sconfitta di Harris, ma anche il crollo di un mito: l’era delle endorsement presidenziali da parte delle celebrità di Hollywood è ufficialmente finita.
La sconfitta di Kamala Harris alle elezioni del 2024 non è solo una brutta notizia per la politica democratica, ma un’umiliante lezione per l’industria dell’intrattenimento, che ha mobilitato il suo potere mediatico a favore del partito. Le voci di megastar come Taylor Swift, Beyoncé, Leonardo DiCaprio e Julia Roberts sono state ripetutamente amplificate dai media aziendali, presentandole come il motore del cambiamento. Eppure, malgrado l’assordante battage mediatico, gli elettori americani non hanno ceduto.
La fine di un’illusione politica
Il grande endorsement di Taylor Swift, che aveva suscitato l’entusiasmo dei media e della sinistra, ha colpito un durissimo fallimento. Considerata una delle popstar più influenti al mondo, Swift era vista come una carta vincente per Kamala Harris. La cantante ha scelto il momento perfetto per il suo endorsement, subito dopo il dibattito presidenziale di settembre, convinta che il suo supporto avrebbe rappresentato una svolta nella campagna. Tuttavia, la sua apparizione non ha avuto l’effetto sperato. In un’epoca in cui gli elettori sono più preoccupati per i problemi economici e sociali che per i messaggi delle celebrità, l’endorsement di Swift è sembrato forzato e poco sincero. Le sue parole, che includevano un’incitazione a fare una propria “ricerca”, non hanno avuto il potere di galvanizzare gli elettori.
Beyoncé, con il suo endorsement tardivo e il suo messaggio incentrato sui diritti delle donne, ha cercato di attrarre l’elettorato femminile, ma anche lei non è riuscita a cambiare l’andamento della campagna. Le sue parole sulla libertà di controllo dei propri corpi non sono bastate a distogliere l’attenzione dai problemi economici e dalle sfide sociali che tormentavano gli americani.
A questi endorsement si sono aggiunti quelli di altre stelle di Hollywood, tra cui Julia Roberts, George Clooney, Leonardo DiCaprio e il cast di The Avengers. Ogni giorno, una nuova celebrità si è unita alla causa di Kamala Harris, ma queste manovre non sono bastate. Nonostante le apparizioni glamour e i comizi virtuali, la realtà per gli americani era ben diversa. I prezzi dei consumi erano alle stelle, l’immigrazione illegale era fuori controllo, e le tasse continuavano a gravare sulle famiglie. Gli elettori si sono semplicemente disinteressati ai consigli delle celebrità, ignari di come una star di Hollywood potesse comprendere la loro vita quotidiana.
Il ritorno delle endorsement delle celebrità e il flop definitivo
Dopo la sconfitta di Hillary Clinton nel 2016, le endorsement delle celebrità erano passate in secondo piano nella politica democratica. Tuttavia, con l’arrivo della pandemia e la campagna di Joe Biden nel 2020, l’industria dell’intrattenimento ha trovato una nuova spinta. Ma la realtà dei fatti, dimostrata dalla sconfitta di Kamala Harris, è che gli americani non si lasciano più influenzare dalle star.
Kamala Harris, inizialmente riluttante a sfruttare troppo il potere delle celebrità per paura di essere etichettata come elitista, ha dovuto capitolare quando i suoi sondaggi mostravano un pareggio con Trump. Così, alla fine della campagna, ha invocato le stelle più brillanti di Hollywood, ma troppo tardi. Il danno era già fatto: il popolo americano non aveva più bisogno di vedere Beyoncé o Lady Gaga, ma piuttosto voleva sentire risposte concrete sui problemi che li toccano ogni giorno.
La sconfitta di Hollywood: Il crollo di un impero mediatico
La clamorosa vittoria di Trump ha dimostrato che il potere delle celebrità di Hollywood come influenti politici è ormai obsoleto. L’intera strategia di mobilitare star di fama mondiale non ha dato i frutti sperati, e la sconfitta di Kamala Harris ne è la conferma. Le celebrità, con le loro enormi fortune e stili di vita lontani dalle preoccupazioni quotidiane della gente comune, hanno perso il loro appeal politico. Questo segna la fine di un’era in cui le star di Hollywood potevano dettare le regole politiche.
Per Hollywood, questa elezione è stata una lezione umiliante. La sconfitta di Kamala Harris rappresenta la fine del sogno di una politica costruita sulle spalle delle celebrità. I tempi sono cambiati, e gli americani sembrano avere finalmente capito che le risposte ai loro problemi non arriveranno dalle celebrità, ma da leader che comprendano le difficoltà quotidiane del popolo.
In futuro, le celebrità potrebbero pensarci due volte prima di lanciarsi in endorsement politici. La politica non è più un gioco di celebrità, e chi avrà il coraggio di rimanere vicino al popolo, senza cercare l’approvazione dei riflettori, sarà quello che avrà maggiori possibilità di successo.