(AGENPARL) – mar 05 novembre 2024 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 05/11/2024, ore 18:10
Nota ai media!
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I lavori del plenum vengono trasmessi in diretta sulla homepage http://www.consiglio-bz.org e sul canale YouTube del Consiglio provinciale. Su quest’ultimo è possibile interrompere lo streaming per rivedere i passaggi precedenti, in caso di interesse a specifici interventi. Alla pagina web http://www.consiglio-bz.org/it/filmati-delle-sedute-del-consiglio è disponibile invece, di norma dal giorno successivo alle riprese, una riproduzione strutturata delle stesse, con la possibilità di cercare e selezionare la discussione su un determinato atto e gli interventi dei singoli consiglieri/delle singole consigliere.
Consiglio
Lavori Consiglio: Bilancio del Gruppo Provincia, Podiumsdiskussion nelle scuole italiane, Insegnamento nella madrelingua
**Approvato il bilancio consolidato del Gruppo Provincia autonoma di Bolzano per il 2023, discusse mozioni di Partito Democratico e Süd-Tiroler Freiheit.**
Nella tarda mattinata di oggi, in Consiglio provinciale, il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha presentato il per la relativa approvazione, spiegando che si tratta del bilancio che la Provincia redige con i propri enti strumentali e società partecipate, che rappresenta il risultato economico, patrimoniale e finanziario del Gruppo Provincia attraverso l’eliminazione dei rapporti infragruppo; esso è, quindi, lo strumento informativo primario di dati patrimoniali, economici e finanziari del gruppo inteso come un’unica entità economica distinta dalle singole società e/o enti componenti il gruppo, che assolve a funzioni essenziali di informazione, sia interna che esterna. Secondo il documento contabile, che ha ricevuto in data 18 settembre 2024 il parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti della Provincia, il Gruppo Provincia chiude l’esercizio 2023 con un utile consolidato di 240 mio. €, risultato cui hanno concorso componenti positivi della gestione per complessivi 6,7 miliardi di euro e negativi per 6,6 miliardi. Il patrimonio netto ammonta a 14,2 miliardi di euro, i debiti a complessivi 3,7 miliardi; ratei, risconti e contributi agli investimenti a 552 milioni di euro. Dal lato dell’attivo si registrano immobilizzazioni per 13,4 miliardi, crediti per 2 miliardi e disponibilità liquide per 3,1 miliardi di euro. Secondo Kompatscher, i dati confermano l’ottima performance della “Holding” Provincia, grazie anche al percorso di efficientamento delle gestioni degli enti e delle società partecipate avviato negli ultimi anni dalla Giunta provinciale.
Paul Köllensperger (Team K) ha fatto riferimento a un patrimonio netto di più di 14 miliardi, che per una terra di 500.000 abitanti è considerevole, apprezzato la chiarezza del bilancio e posto alcune domande specifiche.
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha ipotizzato l’accorpamento degli enti strumentali, che sottraggono dipendenti al privato, e ritenuto necessari dei controlli.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha promesso a Köllensperger i dati richiesti, a Zimmerhofer ha ricordato che lui stesso aveva chiesto in in passato, al contrario di oggi, una suddivisione degli enti, per esempio di IDM. Nei prossimi mesi ci saranno anche dei controlli.
Messa in votazione, la Proposta di deliberazione: Approvazione del bilancio consolidato del Gruppo Provincia autonoma di Bolzano per l’anno 2023 è stata approvata con 19 sì e 13 astensioni.
Si è quindi passati alla trattazione delle proposte dell’opposizione.
Con la Introduzione di Podiumsdiskussion nelle scuole italiane in occasione delle elezioni europee, politiche, provinciali e comunali (presentata dal cons. Repetto il 03/10/2024), Sandro Repetto proponeva di impegnare la Giunta a: 1. Estendere l’organizzazione delle Podiumsdiskussionen alle scuole in lingua italiana della provincia, in occasione delle elezioni europee, politiche, provinciali e comunali, con particolare attenzione ai comuni più popolosi. 2. Favorire il coinvolgimento diretto dei rappresentanti politici e delle istituzioni nelle discussioni, garantendo che gli studenti abbiano l’opportunità di confrontarsi sui temi di interesse locale, nazionale ed europeo. 3. Promuovere tali iniziative in modo strutturato e continuativo, con la collaborazione delle direzioni scolastiche italiane, con l’obiettivo di educare i giovani alla partecipazione democratica e al voto consapevole. 4. Prevedere specifici programmi di formazione politica e civica, abbinati alle Podiumsdiskussionen, per aiutare gli studenti a comprendere meglio il funzionamento delle istituzioni e l’importanza del loro contributo alle decisioni collettive. 5. Monitorare l’efficacia di queste iniziative attraverso un rapporto periodico, che valuti il coinvolgimento degli studenti e l’impatto di queste discussioni sul loro livello di partecipazione politica e civica. In questo modo, ha chiarito Repetto, si intende combattere la disaffezione verso la politica, promuovendo la collaborazione con le istituzioni scolastiche, nonché il crescente astensionismo, verificatosi anche a livello comunale.
Brigitte Foppa (Gruppo verde), rammaricandosi della scarsa attenzione dell’aula, ha sostenuto la mozione: andare nelle scuole è un’ottima cosa; ne traggono vantaggio alunni, i candidati di lingua italiana che al contrario di quelli di lingua tedesca non hanno un palco, e i consiglieri provinciali stessi. Il metodo, tuttavia, lascia un po’ perplessi perché c’è l’autonomia scolastica, ci sono già proposte del Consiglio per le scuole, e infine una cosa calata dall’alto può essere problematica.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha smentito che i giovani non siano interessati alla politica, è vero il contrario; forse un problema c’è nella scuola italiana; i candidati italiani hanno la possibilità di presentarsi, ma non lo fanno. In ogni caso, si augura che il Consiglio provinciale si apra maggiormente alle scuole, e apprezza la proposta di Repetto.
Alex Ploner (Team K) ha riferito che una dirigente gli aveva detto di non voler aver nulla a che fare con la politica e l’economia, mentre un insegnante di italiano gli aveva riferito di non voler fare politica in classe; pertanto, in quanto alla formazione politica nelle scuole esiste un problema. Il suo gruppo si asterrà perché la proposta si rivolge solo alle scuole italiane e non è conforme all’autonomia delle scuole, ma la direzione è giusta e il programma che già ha l’ufficio di presidenza deve essere rafforzato.
Harald Stauder (SVP) ha fatto riferimento alla formazione per insegnanti ospitata oggi in Consiglio, “uno scambio costruttivo”, e alla differenza tra scuole tedesche e italiane riguardo alla Podiumsdiskussion: la possibilità di farla esiste già, basta informare. Nell’ambito dell’autonomia scolastica, tutto quanto proposto dalla mozione è già possibile. Pertanto, la SVP non la appoggerà.
Waltraud Deeg (SVP) ha chiarito che l’interesse dei giovani per la politica c’è, addirittura risulta in aumento; in ogni quarta e quinta classe superiore scienza delle finanze, economia e politica dovrebbero essere insegnate da esperti, per fornire ai giovani gli strumenti necessari. Importante è anche la conoscenza della storia del Sudtirolo.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA Wirth Anderlan) ha concordato: nelle scuole della provincia va studiata la storia locale. La formazione politica dovrebbe svolgersi a scuola tutto l’anno; lui stesso ha mobilitato persone che di solito non vanno a votare, ma questi vengono definiti “voti di protesta”.
Il vicepresidente della provincia Marco Galateo ha detto che la mozione va nella direzione che la Giunta condivide, ovvero avvicinare le istituzioni ai giovani. Tuttavia, essa va respinta in primis a tutela dell’autonomia scolastica, e poi perché le proposte dovrebbero riguardare tutti e tre i gruppi. Vero è che nel mondo tedesco questi dibattiti esistono già, a scuola come in altri contesti: bello sarebbe che ci fossero dibattiti plurilingui. Si è detto poi d’accordo su Foppa relativamente allo svantaggio per i candidati italiani, la necessità di incontri per tutti i gruppi linguistici e il respingimento di progetti calati dall’alto. Ha ricordato che il Consiglio organizza proposte per le scuole, alle quali le classi italiane aderiscono sempre di più, e fatto riferimento al coinvolgimento della Consulta scolastica provinciale, che è stata stimolata ad attivarsi, così come gli insegnanti e i dirigenti, anche per partecipare a incontri sull’autonomia; a questo proposito, si è detto d’accordo anche sulla necessità di comprenderne la storia. Positive sarebbero visite al Parlamento e alle istituzioni europee, nonché dibattiti anche per adulti, per fronteggiare l’astensione. Nella Consulta studenti c’è grande voglia di partecipare. Rammaricandosi di dover votare contro la mozione, ha chiesto a Repetto di ritirarla. Sandro Repetto ha evidenziato la grande partecipazione alle Podiumsdiskussionen nelle scuole tedesche, e sottolineato rispetto per l’autonomia scolastica. Ha ritenuto comunque importante votare la mozione, auspicando che in futuro ci siano queste discussioni nelle scuole e che si riesca a osteggiare il crescente astensionismo. Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 19 no e 5 sì.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha quindi presentato la Diritto all’insegnamento nella madrelingua (presentata dai conss. Knoll, Atz Tammerle, Rabensteiner e Zimmerhofer il 07/10/2024), con la quale, facendo riferimento al caso della scuola Goethe a Bolzano, chiedeva al Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano di 1. ribadire il diritto irrinunciabile all’insegnamento nella madrelingua, garantito dall’autonomia, e pronunciarsi affinché gli alunni possano godere anche in futuro di un’istruzione scolastica di alto livello qualitativo nella madrelingua; e di sollecitare la Giunta a 2. archiviare immediatamente il procedimento disciplinare nei confronti della dirigente della scuola Goethe di Bolzano; 3. eliminare la discrepanza di finanziamento tra scuola tedesca e scuola italiana, assegnando alle singole scuole risorse della stessa entità in proporzione al numero di alunni; 4. insediare la commissione paritetica prevista dal DPR n. 89/1983 e dal DPR n. 301/1988; 5. fissare un limite massimo per gli alunni che non conoscono a sufficienza la lingua d’insegnamento della scuola che frequentano, pari al 20% del numero complessivo degli alunni di ogni singola classe; 6. considerare inoltre la possibilità d’istituire, se necessario, classi scolastiche aggiuntive al fine di una distribuzione ottimale degli alunni; 7. a istituire corsi di sostegno linguistico per gli alunni che non sono in grado di seguire le lezioni regolari a causa delle loro scarse competenze linguistiche, orientandosi ad esempio sul modello “MIKA-D” (“Strumento di misurazione per l’analisi delle competenze – tedesco”); 8. ad adoperarsi affinché, al fine di un insegnamento linguistico ottimale, la lingua d’insegnamento sia parlata anche durante le pause nei cortili scolastici e nella comunicazione tra insegnanti e genitori.
Corretto è il richiamo a una buona formazione e al diritto alla madrelingua, ha detto Alex Ploner (Team K), che tuttavia si è domandato se in Provincia si fossero fatti bene i compiti in quanto ad apprendimento della lingua: ci ha governato la provincia finora, e come mai sempre più alunni di lingua italiana si iscrivono alla scuola tedesca? I partner di governo dovrebbero risolvere insieme il problema. Ci vuole un mea culpa rispetto agli errori fatti, ma bisogna anche attivarsi per rimediare. Ha chiesto quindi di votare per parti separate.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha detto di aver seguito la questione della scuola Goethe con grande rammarico: una discussione pedagogica è diventata etnico-politica, fomentando rabbia. Ci vorrebbe invece un dibattito obiettivo. Il punto relativo alla lingua nella pausa scolastica è quello più assurdo: l’ultima volta che aveva sentito una cosa del genere l’aveva ricordato suo padre, in merito a quando si doveva parlare in cortile una lingua diversa da quella di casa. Si va troppo oltre.
Myriam Atz Tammerle, co-firmataria, ha chiarito che la mozione era stata presentata anche in seguito a solleciti da parte di genitori e insegnanti, per reagire come si sarebbe dovuto fare da tempo. Va rafforzato il diritto all’insegnamento alla madrelingua, e il provvedimento disciplinare deve essere sospeso. Va equilibrato anche il finanziamento delle due scuole, ora sbilanciato verso quella italiana, la commissione paritetica va finalmente insediata; il limite massimo del 20% di alunni che non conoscono la lingua è una percentuale calcolata scientificamente. Vanno promossi poi la distribuzione ottimale degli alunni e corsi di promozione linguistica; la lingua va sostenuta anche nei cortili.
La discussione della proposta riprenderà domani a partire dalle 10.00.
**MC**
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