
(AGENPARL) – mer 23 ottobre 2024 Al Ministro delle infrastrutture
e della mobilità sostenibili
Prof. Enrico GIOVANNINI
Egregio Ministro,
nella rete autostradale gestita da Autostrade per l’Italia rientra il tratto della A10 GenovaSavona su cui insisteva il viadotto Polcevera (anche noto come “ponte Morandi”), crollato il 14 agosto
2018, cagionando la morte di 43 persone.
All’indomani del tragico evento, il Ministero, nella sua qualità di autorità amministrativa
concedente, ha avviato un procedimento volto ad accertare eventuali inadempimenti del
concessionario Autostrade per l’Italia (Aspi) rispetto agli obblighi derivanti dal rapporto concessorio
in essere. Contestualmente, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova ha avviato le
indagini per individuare eventuali profili di responsabilità penale connessi al crollo del viadotto e ai
relativi decessi cagionati.
A distanza di due anni dal crollo del ponte Morandi, il Consiglio dei ministri, nel corso della
seduta n.56, tenuta nella notte tra il 14 e il 15 luglio 2020, ha deliberato di definire la controversia
con Aspi accettando le proposte transattive presentate da quest’ultima che prevedevano, inter alia, la
realizzazione di investimenti compensativi da parte del concessionario, una parte dei quali – pari a
circa 1,5 miliardi – destinati alla realizzazione di interventi infrastrutturali ricadenti nel territorio della
Liguria, a beneficio dei cittadini e delle imprese, in particolare quelle dell’autotrasporto.
Nei giorni scorsi, gli azionisti della holding Atlantia hanno deliberato la vendita di Aspi a
Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), a fronte dell’offerta vincolante di acquisto – pari a oltre 9 miliardi di
euro – presentata dal Consorzio costituito da Cdp Equity, The Blackstone Group International
Partners Llp e Macquarie European Infrastructure Fund 6 Scsp. Il Consorzio, dunque, si è aggiudicato
l‘88,06% del pacchetto azionario di Aspi. L’acquisizione sarà portata a compimento tramite Holding
Reti Autostradali (Hra), una nuova società di diritto italiano di proprietà (diretta o indiretta) di Cdp
Equity per una percentuale pari al 51% e per il resto appartenente a Blackstone Infrastructure Partners
(che detiene il 24,5%) e ai fondi gestiti da Macquarie Asset Management (per la restante quota del
24,5%).
Da quel che si apprende, sembrerebbe che la quota di investimenti compensativi per il
territorio ligure sia stata espunta dall’accordo transattivo in fine raggiunto, per essere sostituita con
una riduzione percentuale (di valore analogo) dei pedaggi sulla rete nazionale gestita da Autostrade
per l’Italia.
La decisione assunta desta sgomento e risulta essere l’ennesima beffa perpetrata ai danni del
territorio e della comunità ligure, che ha già pagato ampiamente – in termini di vite umane e in termini
economici – gli inadempimenti del concessionario. La realizzazione di investimenti da parte Aspi è
fin da subito apparsa come una misura compensativa sicuramente non paragonabile alla tragedia
accaduta, alla sofferenza patita dalle famiglie coinvolte, al degrado della qualità della vita a cui sono
andati incontro i residenti della zona e coloro che hanno utilizzato il nodo autostradale genovese, alla
perdita economica delle aziende dell’intero Nord Ovest della nazione. Ma una misura comunque
plausibile per rimediare alla fragilità del sistema infrastrutturale ligure.
I sottoscritti firmatari chiedono pertanto che la somma di circa 1,2 miliardi di euro – prevista
a titolo di risarcimento per il territorio duramente colpito dalle conseguenze del crollo di Ponte
Morandi – rimanga in Liguria per finanziare le opere compensative e i ristori alle aziende
dell’autotrasporto che quotidianamente subiscono danni economici a causa dei gravi disagi provocati
dallo stato di degrado in cui vertono le infrastrutture.
Genova, 16 giugno 2021
Firmatari:
On. Edoardo Rixi (Lega) – già vice ministro Mit
On. Raffaella Paita (Italia Viva) – presidente Commissione Trasporti
On. Roberto Traversi (M5s) – già sottosegretario Mit