
(AGENPARL) – lun 05 febbraio 2024 *Presentato a Carlentini il libro di Salvatore Di Salvo, “La comunicazione
cristiana nei social”*
*Carlentini (Sr), 5 febbraio 2024 -* «Un’approfondita analisi di stringente
attualità. Un percorso che conduce il lettore ad attraversare il mondo dei
social, dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi». Con queste
parole Francesco
Pira, prof. associato in Sociologia dei processi culturali e comunicativi
dell’Università degli Studi di Messina, si è espresso su “La comunicazione
cristiana nei social” (edizione Apalós), il libro del giornalista Salvatore
Di Salvo, nel corso della prima presentazione che si è tenuta alla presenza
di oltre quattrocento persone che hanno riempito la Chiesa Madre di
Carlentini.
All’evento, moderato da Alessandro Ricupero, vicedirettore dell’Ufficio
Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Siracusa, erano presenti i
sindaci di Carlentini, Giuseppe Stefio, e Lentini, Rosario Lo Faro, il
viceprefetto, il capo di gabinetto della prefettura di Siracusa, Alberto
Grassia, in rappresentanza del prefetto Raffaela Moscarella, il dirigente
del commissariato di polizia di Lentini, Alessandro Sciacca, il maggiore
Stefano Santuccio, comandante della compagnia carabinieri di Augusta, i
comandanti della Polizia municipale, i rappresentanti delle associazioni
culturali, ecclesiali, i club service di Lentini e Carlentini e i
rappresentanti dell’Ucsi Sicilia.
A rendere ancora più prezioso l’evento, l’esibizione del Coro polifonico
europeo “Giuseppe De Cicco” diretto dal M° Maria Carmela De Cicco e del M°
Cunegonda De Cicco. La presentazione è stata aperta dai saluti di don
Salvatore Siena, il quale ha sottolineato che «bisogna riflettere oggi
sull’utilizzo dei social», dalla lettura dei due messaggi del vescovo di
Acireale, Mons. Antonino Raspanti, presidente della Conferenza Episcopale
Siciliana e dell’arcivescovo di Siracusa, Mons. Francesco Lomanto, delegato
Episcopale per le Comunicazione sociale della CeSi.
«La comunicazione attraverso le immagini è un linguaggio potente e
universale – ha scritto Mons. Antonino Raspanti -. La comunicazione e la
fede sono strettamente intrecciate tra loro. Nelle comunità religiose
spesso si utilizzano diversi mezzi di comunicazione, come le omelie, le
preghiere, i canti e segni, per trasmettere valori, norme morali e la
storia della propria fede. Anche le foto possono trasmettere emozioni,
raccontare storie e catturare momenti in modo immediato. Così come ha fatto
la nostra protagonista delle foto. Senza l’uso delle parole, le immagini
possono superare barriere linguistiche, consentendo una comprensione
profonda e immediata. Tuttavia, è importante ricordare che
l’interpretazione delle immagini può variare tra le persone, poiché ognuno
porta con sé esperienze e prospettive uniche».
Per l’arcivescovo di Siracusa, Mons. Francesco Lomanto, «il libro tratta
tematiche attuali e urgenti, in un periodo in cui la comunicazione ha
un’incredibile potenzialità ma, nello stesso tempo, presenta dei rischi e
delle storpiature, soprattutto quando non rispetta i canoni della
professionalità, della moralità e della verità».
Poi l’intervento dei due sindaci di Carlentini, Giuseppe Stefio, e Lentini,
Rosario Lo Faro, del vice prefetto Alberto Grassia, della presidente
dell’Azione cattolica della chiesa madre, Stefania Breci, e del presidente
della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Pucci Piccione.
Il prof. Francesco Pira ha sottolineato che «emerge il ruolo del
giornalista impegnato nel sociale e nella chiesa cattolica. A dare l’input
a questo lavoro il messaggio whatsapp di Sabrina Fugazza, collaboratrice
dell’Opera “San Luigi Orione” della provincia di Pavia, contenente una
preghiera scritta da don Luca Roveda, agiografo della diocesi di Pavia, che
chiedeva aiuto a Salvatore per la relativa diffusione e recita nelle varie
parrocchie italiane. La voglia di informare in modo diverso e di lasciare
alla rete qualcosa in grado di toccare le coscienze e accarezzare i cuori.
Sabrina ha fatto un lavoro prezioso tra immagini e riflessioni. Oggi
viviamo in una società delle immagini e le foto e i post di Sabrina
testimoniano come le immagini possono trasmettere in un modo diverso la
fede».
Nel suo intervento, Orazio Mezzio ha sottolineato la necessità di
«comunicare avendo cura dell’altro. Tra le immagini e i post di Sabrina,
molto belle, ne ho scelto una che sintetizzasse il lavoro di Salvo che,
insieme a Sabrina, hanno scelto tredici post che poi sono stati commentati
dai due sacerdoti. Tra questi uno è molto significativo: “La magia è un
posto che ti permette di passare dal mondo visibile a quello invisibile. E
imparare le lezioni da entrambi i mondi. Don Luca Roveda commenta: “Non si
vive per abitudine, si vive per inquietudine. L’arte (l’artista) trasforma
l’inquietudine di infinito in creatività”.
Prima delle conclusioni dell’autore, l’intervento del professore Riccardo
Rodano, che ha sottolineato l’impegno di Salvo per la comunicazione,
contribuendo alla nascita del coordinamento delle fedi a Catania. Poi
l’intervento finale dell’autore. «Tutti noi siamo comunicatori e siamo
fatti di cielo perché il nostro mondo interiore non ha confini proprio come
la comunicazione – ha detto – ecco il motivo per cui, se ci mettiamo
anche arte e bellezza nel comunicare, diventiamo noi stessi veri pionieri,
portatori sani di emozioni e fraternamente, costruttori di un mondo
migliore. Mi piace definirmi “artigiano della comunicazione” perché credo
di essere un comunicatore attivo che continua a consumare la “suola delle
scarpe” perché un vero giornalista deve anzitutto saper raggiungere, con i
mezzi propri a disposizione, i cuori altrui, proprio come una volta quando
non c’era nulla, solamente una sana e genuina volontà di testimoniare e
cambiare le cose con quel poco che si aveva a disposizione. Mi piacerebbe
che tutto questo portasse ad una vera consapevolezza dell’importanza della
comunicazione semplice, impregnata di spirito e di umanità, che non sia
imitabile perché fonte di creatività, ingegno e passione, una comunicazione
che non si ispiri mai alle dinamiche sterili dell’intelligenza artificiale
e che sia spunto per le nuove generazioni che hanno il bagaglio della
storia ma anche la speranza del cambiamento ed il nostro sostegno. In
questo momento delicato della vita c’è bisogno che tutti noi giornalisti e
comunicatori riscopriamo la nostra “vocazione” e “missione”, indossiamo
“scarpe nuove” e impugniamo le nostre spade che non sono altro che le
nostre penne. Lasciamoci condurre dai nostri cuori ma soprattutto dalla
nostra creatività, coinvolgendo menti illuminate e nuovi talenti, per
arrivare appassionati all’appuntamento del Giubileo del 2025 in qualità di
veri e grandi Riformatori, chiamati ad essere non solo “nuovi apostoli”
e “pellegrini di speranza”, ma protagonisti di un Rinascimento
Comunicativo che sa educare e rincuorare le coscienze, sprezzanti dei
pericoli e dei giudizi fuorvianti, testimoni credibili e cultori di
bellezza autentica che sola la vera comunicazione sa donare».