
(AGENPARL) – gio 01 febbraio 2024 _______________________________________________________________
UIL POSTE: NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’AZIENDA
Benevento: “Oltre a svilire un asset fondamentale per il paese la privatizzazione
potrebbe mettere a rischio i lavoratori che in Lombardia sono 16 mila”
Milano 01 febbraio 204 – UIL poste dice no ai piani del governo di privatizzare la maggioranza delle quote
azionarie di Poste Italiane. Un’operazione che rischierebbe di compromettere seriamente un asset strategico
italiano e di avere importanti ricadute sull’occupazione.
Un’operazione, che a marzo in concomitanza con il nuovo Piano industriale, secondo il ministro dell’economia
comporterebbe la vendita di una parte importante del pacchetto azionario di Poste Italiane, attualmente
detenuto dal Mef e dalla Cassa Depositi e Prestiti, seguendo la decisione avvenuta nell’ottobre 2015 di
collocare una prima tranche del 35% delle azioni. Ora si scenderebbe sotto il 51%.
Poste conta circa 120.000 dipendenti, dei quali 16.000 solo in Lombardia e un ulteriore passaggio al privato
potrebbe comportare impatti enormi sui livelli occupazionali, in particolare per quanto i servizi postali.
Non va infatti dimenticato che Poste Italiane fornisce un servizio universale, il cui compenso è diminuito nel
tempo, facendo risparmiare molte risorse economiche alle casse statali, così come va evidenziato che l’attività
del Gruppo fornisce all’erario consistenti dividendi annuali e la vendita a investitori privati avrebbe senz’altro
un impatto negativo sul bilancio pubblico a breve termine.
E a livello strategico Poste Italiane sono un fattore chiave per lo sviluppo nazionale, specialmente nella fase
attuale di transizione tecnologica e digitale, grazie alla sua vasta rete capillare e ai suoi oltre 30 milioni di
rapporti con cittadini e PMI. Per questo, Poste Italiane necessita di mantenere la sua attuale governance e un
assetto proprietario con controllo pubblico.
E questa operazione certamente potrebbe avere un impatto considerevole sui lavoratori. 120.000 dipendenti in
Italia, dei quali 16.000 solo in Lombardia che con un ulteriore passaggio al privato potrebbe comportare
impatti enormi sui livelli occupazionali, in particolare per quanto i servizi postali.
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