
(AGENPARL) – ven 12 gennaio 2024 Confcommercio: 176 piccole imprese di commercio in meno in un anno in
provincia di Potenza
Non è un quadro rassicurante quello che descrive lo stato di salute
generale del commercio in provincia di Potenza: le imprese attive, dicono i
dati camerali del terzo trimestre 2023, sono 8.113, il decremento rispetto
al terzo trimestre 2022 è di 176 piccole imprese, imprese individuali e di
famiglia. E anche il comparto alloggi- ristorazione registra un segnale
negativo passando da 2.380 imprese del III trimestre 2022 alle attuali
2.359 (21 in meno).
“Questo è ciò che succede sul nostro territorio – dice Angelo Lovallo,
presidente Confcommercio – così come nel resto del Mezzogiorno. Anche se
non mancano segnali positivi, come un’inflazione che continua a rallentare
la sua corsa, questi dati ci dicono chiaro che non più possibile aspettare.
C’è bisogno di un sostegno importante e sostanzioso da parte del Governo,
così come è stato fatto per far ripartire l’edilizia; servirebbe un
intervento forte anche per il commercio. La nostra Associazione sta
impegnandosi per chiedere quell’aiuto che i piccoli imprenditori meritano
perché sono la spina dorsale della nostra economia. Parlo dei commercianti,
così come dei ristoratori, degli albergatori e degli altri gestori delle
strutture ricettive turistiche, degli agenti di commercio, degli
alimentaristi, dei titolari di panifici e fiorai, liberi professionisti. Si
pensi che sull’universo di pmi commercio in provincia di Potenza circa
5.500 sono ditte individuali e un migliaio quelle di persone che quindi
risentono di più la complicata fase di calo dei consumi. Come ci
riferiscono i titolari di abbigliamenti e calzature i saldi si stanno
svolgendo senza particolare entusiasmo dei consumatori con un andamento di
scontrini emessi che generalmente è lo stesso della prima settimana di
saldi 2023. E per proteggere i negozi di vicinato, sempre più a rischio, e,
di conseguenza, i nostri centri storici e i nostri quartieri, c’è bisogno
di decontribuzioni, regimi fiscali di vantaggio, sgravi importanti sugli
oneri a carico dei datori di lavoro anche sui contratti a termine, che
significa anche buste paga più alte e ripresa dei consumi, una diminuzione
del costo del credito per far ripartire gli investimenti. Intanto non
ammettiamo più ritardi sul tema dell’azzeramento completo dei costi sulle
transazioni dei pagamenti elettronici che ricadono sulle spalle degli
esercenti e che aspettiamo da troppo tempo. Nella sostanza, c’è bisogno
dell’impegno di tutti, e qui mi rivolgo anche ai nostri amministratori
pubblici che possono contribuire fattivamente in molti modi, non solo con
sgravi per il suolo pubblico”.