
(AGENPARL) – gio 13 luglio 2023 Comunicato stampa
13 luglio 2023
49° FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA
Martina Franca (TA) | dal 18 luglio al 6 agosto 2023
Il Turco in Italia di Gioachino Rossini, nell’edizione critica di Margaret Bent con la direzione
di Michele Spotti, per la regia di Silvia Paoli; Il paese dei campanelli di Carlo Lombardo e Virgilio
Ranzato, con la direzione di Fabio Luisi, per la regia di Alessandro Talevi; tre prime
rappresentazioni: la prima in tempi moderni de L’Orazio di Pietro Auletta, con la direzione di
Federico Maria Sardelli, per la regia di Jean Renshaw, la prima italiana in tempi moderni de Gli
Uccellatori di Florian Leopold Gassmann, con la direzione di Enrico Saverio Pagano, per la regia
di Jean Renshaw e la prima assoluta in Italia de L’adorable Bel-Boul di Jules Massenet su libretto
di Paul Poirson, con la direzione di Francisco Soriano, per la regia di Davide Garattini.
Con un cartellone di 5 titoli d’opera e di teatro musicale e 12 appuntamenti sinfonici e recital
nello splendido scenario barocco di Martina Franca e sullo sfondo degli emozionanti paesaggi della
Valle d’Itria, la proposta del 49° Festival muove, nel solco dell’insegnamento di Paolo Grassi, dal
desiderio di mettere il pubblico d’oggi di fronte ai meccanismi sociali che finiscono per creare barriere
alla conoscenza e alla consapevolezza del reale e della storia, attraverso il sorriso e l’ironia.
Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia: «Oggi viene presentata la 49esima edizione del
Festival della Valle d’Itria, prestigioso e tanto atteso appuntamento di elevato spessore culturale che
negli anni continua a dare lustro alla Puglia. Il Festival ha infatti il merito di portare la nostra regione
agli onori della cronaca culturale nazionale e internazionale e di attrarre, nello splendido scenario
della Valle d’Itria, valenti artisti di fama mondiale e turisti appassionati di opera e teatro musicale
provenienti da tutto il mondo. Il presidente Michele Punzi ha saputo valorizzare la meravigliosa
eredità lasciata dal compianto Franco Punzi e l’illuminata direzione artistica del M° Sebastian F.
Schwarz contribuisce a rafforzare il valore di questa manifestazione, che è uno dei festival più
importanti ed apprezzati d’Europa».
Grazia Di Bari, Consigliera regionale delegata per le Politiche culturali: «Il Festival della Valle
anche per questa 49esima edizione propone un cartellone ricco di eventi. Ci saranno 5 titoli d’opera
e teatro musicale, recital, concerti e incontri di approfondimento. Il festival conferma lo spirito
innovativo che da sempre lo contraddistingue, incentrando in questa edizione la programmazione su
repertorio buffo e operetta, per analizzare con ironia i meccanismi e le dinamiche della società.
Voglio ringraziare il presidente della Fondazione Paolo Grassi Michele Punzi, per l’enorme lavoro
fatto in un anno così difficile con la scomparsa di Franco Punzi, indimenticato presidente della
Fondazione. Grazie a lui il Festival della Valle d’Itria è tra le manifestazioni di musica colta più
conosciute ed apprezzate nel panorama italiano ed europeo. Michele sta portando avanti questo
progetto è mettendo in pratica i tanti insegnamenti che ci ha lasciato suo zio».
49° Edizione Festival della Valle d’Itria
Gianfranco Palmisano, Sindaco di Martina Franca: «È stato un anno difficile, la perdita del
presidente Franco Punzi ha colpito tutta la città ma non ci siamo fermati perché sentivamo la
responsabilità di portare avanti un progetto importantissimo non solo per Martina, non solo per la
Valle d’Itria ma per l’intero territorio nazionale. E devo dire veramente grazie al presidente Michele
Punzi perché, nonostante il dolore personale, è riuscito a tenere una leadership forte, a dare indicazioni
a tutta la squadra in maniera netta, decisa e motivando tutti a realizzare una manifestazione
meravigliosa come sempre. Voglio ringraziare anche il Presidente Emiliano perché ci ha aiutato nella
fase di riorganizzazione del Cda della fondazione. Teneva tantissimo all’apertura del festival alla città
e al territorio per formare nuovi cittadini all’ascolto della lirica. L’iniziativa “In orbita” punta proprio
a quello, a raggiungere le periferie, le contrade, i quartieri dove non si ascolta in maniera usuale
un’operetta o un cantante lirico e quindi iniziando a educare grandi e bambini. In questi giorni vedere
tante persone nelle prime due esibizioni fa veramente ben sperare. Siamo una squadra che crede nel
progetto del Festival della Valle d’Itria, nella bellezza della cultura, dell’opera e del nostro territorio».
Aldo Patruno, Direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del
Territorio della Regione Puglia: «La 49esima edizione del Festival della Valle d’Itria si conferma tra
gli appuntamenti di musica colta più importanti in Europa e nel mondo. L’edizione di quest’anno è
assai significativa perché precede il traguardo del cinquantesimo anno, ma anche perché segna un
importante passaggio di consegne. Penso infatti a Franco Punzi, che è venuto a mancare quest’anno
e a cui voglio dedicare questa edizione. Egli ha ispirato, inventato, curato, coltivato questo Festival
come se fosse un suo figlio, e oggi lo riconsegna a noi, a Michele Punzi e al gruppo straordinario che
guida l’organizzazione della rassegna, che è ancora più forte più e grande di prima. La nostra
responsabilità sarà quella di accompagnare il Festival nel futuro, cogliendo l’occasione della
cinquantesima edizione, ma partendo dall’edizione di quest’anno, che è straordinaria, coltissima,
aperta al pubblico e fortemente legata alla valorizzazione del territorio. Ecco, il Festival della Valle
d’Itria non è più soltanto un attrattore culturale, bensì un grande attivatore culturale. Questo Festival,
in qualche maniera, ha accompagnato la storia e l’evoluzione della nostra regione e della sua industria
culturale e creativa, che negli ultimi decenni è profondamente cambiata. Oggi, il Festival rappresenta
una delle componenti fondamentali del sistema economico della cultura e della creatività regionale,
che con il 5% del PIL rappresenta una parte essenziale dello sviluppo economico regionale».
Michele Punzi, Presidente della Fondazione Paolo Grassi: «L’edizione di quest’anno ci proietta verso
un appuntamento importantissimo, che è il mezzo secolo di vita del Festival. Ogni anno, quando
arriva luglio, sembra che il Festival nasca per miracolo oppure che sia il risultato di una macchina
organizzativa che può andare avanti da sola. Non è così: la costruzione del Festival richiede la
collaborazione di centinaia di persone che, per un anno intero, lavorano per realizzare un programma
di assoluta qualità. Il Festival della Valle d’Itria vuole rivendicare un ruolo di primo piano nello
scenario culturale regionale, nazionale e non solo. Per rivendicare questo ruolo, lasciamo che a parlare
siano i numeri: 20 giorni di festival, 25 spettacoli, 2 giorni di conferenza internazionale sull’operetta
e 2 talk di presentazione delle opere; 5 produzioni operistiche originali, 13 location diverse tra chiese,
masserie, chiostri, palazzi e teatri a cui si aggiungono un’altra produzione e 4 luoghi di spettacolo che
ci permetteranno di andare nelle contrade e nelle periferie. E poi, 403 persone coinvolte
nell’organizzazione tra artisti, maestranze, personale amministrativo e di sala, assunte con regolare
contratto, retribuite e con regolari contributi previdenziali versati; 12 paesi di provenienza degli artisti
impegnati nella rassegna e 4 complessi orchestrali coinvolti; il 60% dei biglietti risulta già venduto
in prevendita ad acquirenti provenienti da 9 paesi europei oltre a Giappone, Canada e Stati Uniti».
Sebastian F. Schwarz, Direttore artistico del Festival della Valle d’Itria: «Si parla di qualcosa di
magico che poi magico non è, perché dietro ci sono centinaia tra artigiani e artisti e così via che
contribuiscono con la loro competenza e la loro qualificazione che hanno ottenuto nel corso di tanti
anni di vita professionale, una confluenza di tutte queste competenze che porta al risultato. Con
49° Edizione Festival della Valle d’Itria
questa iniziativa è proprio lo sguardo di Paolo Grassi che ci sta guardando perché era proprio lui a
promuovere all’epoca il lavoro nelle periferie. Presenteremo cinque titoli di opere, come di consueto
nel Festival della Valle d’Itria sono titoli per la maggior parte dimenticati, scomparsi dai cartelloni
che però il nostro compito, il nostro patrimonio che vogliamo e dobbiamo tenere unito».
Tornando al cartellone del festival, non solo opera per questa 49esima edizione. A cominciare dalla
conferenza annuale dell’Accademia Europea del Teatro Musicale (EMA) di Vienna che si
svolgerà proprio a Martina Franca, il 30 e 31 luglio. Il simposio chiama a raccolta i massimi esperti
musicologi e direttori di teatri internazionali per scambiarvi idee ed esperienze, per studiare
l’importanza dell’operetta nel teatro d’oggi e immaginare i modi per tenerne in vita il ricco patrimonio
culturale.
Il cartellone presenta inoltre il tradizionale Concerto per lo spirito (24 luglio) nella Basilica di San
Martino, con l’Ensemble barocco Modo Antiquo diretto dallo specialista Federico Maria Sardelli,
con un programma dedicato a Händel, Corelli e Vivaldi.
A Palazzo Ducale, il concerto sinfonico del 29 luglio vedrà impegnata come di consueto l’Orchestra
del Teatro Petruzzelli di Bari sotto la direzione di un astro nascente della direzione, Diego Ceretta,
pluripremiato al Premio Cantelli 2020, quest’anno ospite anche al Rossini Opera Festival e al Teatro
Comunale di Bologna. In programma l’Ouverture in do maggiore “im italienischen Stile”, op. 170,
D. 591 di Schubert, la Sinfonia n. 4 in la maggiore “Italiana”, op. 90 (MWV N 16) di Mendelssohn e
la Sinfonia n. 6 in fa maggiore, op. 68 “Pastorale” di Beethoven.
Completano il programma cittadino tre Concerti del Sorbetto (22, 29 luglio e 5 agosto), in orario
pomeridiano. Tra gli appuntamenti diffusi sul territorio, il ciclo Il canto degli Ulivi propone quattro
concerti tra i secolari ulivi delle più belle masserie itriane (21 – Masseria Palesi a Martina Franca, 23
– Leonardo Trulli Resort a Locorotondo, 27 – Masseria Nicola Casavola a Martina Franca, 31 Masseria Capece a Cisternino), affidati ai giovani cantanti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo
Celletti” che interpretano arie dal repertorio dell’opera buffa.
Dopo il successo riscosso nel 2022 con la rassegna Opera al cinema, il Festival prosegue nella felice
unione tra cinema e musica con la proiezione del film Springtime in Amsterdam di Christof Loy
(21 luglio ore 21.00 al teatro Verdi).
Si conferma anche lo speciale concerto in occasione dell’assegnazione del Premio alla carriera della
Rivista L’Opera International Magazine, assegnato quest’anno al baritono Marco Filippo Romano.
La serata, intitolata Lo buffo, co na smorfia, propone un viaggio dal Settecento napoletano ai nostri
giorni alla scoperta della parte del buffo, del protagonista dietro la maschera, attraverso le storie, le
emozioni che prendono vita nelle arie di Vinci, Pergolesi, Mozart, Cimarosa, Rossini, Donizetti,
Mascagni e Tosti. Infine, il Concerto della Banda Musicale dell’Aeronautica Militare diretta dal
Maggiore Pantaleo Leonfranco Cammarano per il centesimo anniversario della fondazione
dell’Arma, il 3 agosto nel Cortile di Palazzo Ducale.
Nell’ambito di In Orbita – Festival tra piazze e contrade, rassegna itinerante “fuori festival”,
oggi, 13 luglio alle ore 21.00 al Quartiere Montelullo, va in scena l’opera pocket Il Dolceamaro o
la pozione magica, basato su L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, adattato a spettacolo per
bambini di tutte le età, dai 4 ai 99 anni, da Vittorio Sabadin. Il cast si compone di Elizaveta
Shuvalova, soprano, nella parte di Adina, Massimo Frigato, tenore, nella parte di Nemorino ed
Eugenio Maria Degiacomi, basso-baritono nella parte di Dulcamara, quale Narratore fuori campo
e nella parte di Belcore Onofrio Colucci, altresì regista dell’allestimento, con al pianoforte Ettore
Papadia. Venerdì 14 luglio alle ore 22.30, in Piazza Maria Immacolata, in Centro storico si terrà
il concerto Omaggio a Gershwin con l’Orchestra della Magna Grecia, diretta da Benedikt
Sauer, solista il soprano di coloratura texano (con famiglia a Martina Franca) Laura Claycomb.
Segnaliamo infine i tre appuntamenti di “Mettiamoci all’opera”, abituale ciclo di incontri e
49° Edizione Festival della Valle d’Itria
approfondimenti sul cartellone del Festival. Per questa edizione sono previsti 4 incontri: il 19 luglio
l’anteprima del Meeting SagGEM “Il canto operistico del primo Ottocento, alle ore 17.00 presso
la Fondazione Paolo Grassi, con Sebastian F. Schwarz, Giuseppina La Face, Carla Cuomo,
Andrea Estero, Simone Di Crescenzo e Nicolai Cok; in collaborazione con Associazione culturale
«Il Saggiatore musicale» – SagGEM, Associazione Nazionale Critici Musicali, Fondazione
Golinelli, Rete universitaria per l’Educazione musicale. Alle ore 22.30, presso gli Orti del Duca,
un talk dedicato al Paese dei campanelli che vedrà protagonista lo scrittore Mario Desiati in
dialogo con gli artisti dell’operetta. Terzo appuntamento il 29 luglio, ore 22.30 sempre presso gli
Orti del Duca, per un secondo talk dedicato al Turco in Italia; questa volta sarà il giornalista
Massimo Bernardini a dialogare con gli artisti dell’opera. Ultimo appuntamento il primo agosto,
ore 19.00 in Piazzetta Stabile con il reading “Carlo Goldoni, libretti e riforma teatrale” a cura di
Marco Bellocchio con Diletta Acquaviva.
Apre il Festival il 18 luglio 2023, nello storico Cortile di Palazzo Ducale di Martina Franca, una
nuova e fresca produzione de Il Turco in Italia di Gioachino Rossini (repliche 1, 4 e 6 agosto), opera
buffa in due atti su libretto di Felice Romani che, sotto la direzione musicale di Michele Spotti alla
testa dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari e del suo Coro, preparato da Fabrizio Cassi,
riavvicinerà l’opera al suo compositore, estirpando le musiche d’altri compositori che, per la fretta,
erano state inserite nella prima versione del 1814 per il Teatro alla Scala di Milano, e integrando
alcuni numeri oggi poco conosciuti che Rossini aveva concepito per le versioni del 1815 di Firenze
e, specialmente, di Roma. Il cast vocale prevede il ritorno al Festival, nella parte di Fiorilla del
soprano Giuliana Gianfaldoni, per la parte di Selim il giovane basso Adolfo Corrado, nella parte
di Prosdocimo il baritono Gurgen Baveyan; mentre il baritono Giulio Mastrototaro apporta la sua
esperienza scaligera alla parte di Don Geronio. La regia è affidata a Silvia Paoli, mentre le scene
portano la firma di Andrea Belli e i costumi di Valeria Donata Bettella. L’allestimento dell’opera
è realizzato dalla Fondazione Paolo Grassi in coproduzione con la Fondazione Petruzzelli di Bari.
Con la consueta profondità di visione, Rodolfo Celletti scriveva a proposito del Turco, andato in
scena nel 1814, l’anno del crollo dell’impero napoleonico e culmine di tante tragedie che afflissero
l’Europa in quegli anni: «Potremmo guardare a Rossini come a un genio dell’astrazione totale, capace
di esplodere nel più prepotente dei modi e di ergersi a dispensatore di allegria in un momento di
sciagure. Oppure potremmo rifarci al concetto gattopardesco del melodramma italiano visto come
sedativo principe dei mali nazionali. In un modo o nell’altro, il Turco in Italia esprimerebbe sempre
un preciso periodo della nostra storia, e ritrarrebbe inoltre una società sostanzialmente
indifferente ai cataclismi fra i quali viveva».
Con il secondo titolo in scena nel Cortile di Palazzo Ducale di Martina Franca (26, 28 e 30 luglio), Il
paese dei campanelli di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato composto nel 1923, si celebra il
centenario dell’operetta italiana. Nel dirigerla per la radio tedesca nel 2008, il direttore musicale
Fabio Luisi si è innamorato della freschezza e dell’alta qualità musicale della sua partitura, spesso
sottovalutata nel genere dell’operetta. Per la prima volta in decenni si presenta una produzione con il
pieno organico orchestrale richiesto dalla partitura e completo con coro, ballerini, attori e solisti. La
regia viene affidata all’esperienza del regista italo-sudafricano Alessandro Talevi, alla sua grande
capacità di tradurre il comico in azione teatrale e di coordinare grandi masse artistiche sul palco
scenico. Il cast comprende, per la parte di Bombon, Maritina Tampakopoulos, già Polina ne Il
giocatore di Prokofiev andata in scena a Martina Franca lo scorso anno e per la parte di Nela il
soprano Francesca Sassu. Sul podio dell’Orchestra e il Coro del Teatro Petruzzelli di Bari salirà
proprio Fabio Luisi. L’allestimento è realizzato dalla Fondazione Paolo Grassi in coproduzione con
il Teatro Coccia di Novara dove la produzione sarà replicata a settembre.
49° Edizione Festival della Valle d’Itria
«L’operetta poté nascere perché la società stessa in cui nacque era una società da operetta. Questo
suo carattere dipendeva dal fatto che essa si nascondeva dinanzi alla realtà anziché affrontarla
consapevolmente» scrive Kracauer nel suo fondamentale testo su Offenbach e la Parigi del suo
tempo. Impossibile non notare le somiglianze con la società del nostro tempo, come quella di allora
ritirata sempre più in un privato sospeso nel vuoto, in cui perfino delle guerre si riceve un’eco confusa
e dove l’economia, dominata dalla finanza, non permette la valutazione di grandezze reali, come
quelle della vita quotidiana.
Lo storico Teatro Verdi di Martina Franca, recentemente ristrutturato, sarà valorizzato anche
quest’anno dall’allestimento di due importanti prime esecuzioni assolute in tempi moderni in
forma scenica. La prima, di scuola napoletana, è frutto della riscoperta del musicologo Bernardo
Ticci, che ne ha curato la nuova edizione: L’Orazio di Pietro Auletta (22 e 25 luglio), dramma
giocoso per musica su libretto di Antonio Palomba, che alla sua prima assoluta nel 1737 riscosse un
tale successo da essere riscritta in decine di versioni, con musica e titolo attribuiti a compositori
diversi. Podio e regia sono affidati a due nomi di respiro internazionale: la regista inglese Jean
Renshaw e il direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli alla guida del suo ensemble Modo
Antiquo; nel cast il soprano Shira Patchornik, vincitrice del prestigioso Concorso Cesti, nella parte
di Leandro e il soprano Valeria La Grotta, nella parte di Giacomina, Martina Licari, nella parte di
Elisa, il mezzo Natalia Kawa?ek, nella parte di Lauretta, il tenore Camilo Delgado Díaz, nella parte
di Colagianni, il baritono Matteo Loi, nella parte di Lamberto.
La seconda riscoperta presentata al Teatro Verdi è di stampo buffo veneziano, con un libretto di Carlo
Goldoni; un’ottima occasione di paragonare le due scuole nazionali in competizione nel Settecento.
Il manoscritto de Gli Uccellatori del compositore boemo Florian Leopold Gassmann (2 e 5 agosto)
è stato riscoperto nella biblioteca nazionale di Vienna nel 2015 in un progetto di ricerca diretto dal
musicologo tarantino Michele Calella, professore ordinario di musicologia all’Università di Vienna,
revisionato da Martina Grempler e Ingrid Schraffl, e portato in scena dal Theater an der Wien nella
Kammeroper di Vienna dalla regista-coreografa inglese Jean Renshaw. Sarà sempre lei a firmare la
regia dell’opera, mentre le scene e i costumi porteranno la firma di Christof Cremer. Protagonisti
del cast saranno i giovani cantanti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”. La direzione
musicale è affidata a Enrico Saverio Pagano, specializzato in questo repertorio, alla testa
dell’Orchestra della Magna Grecia, coproduttore del progetto.
Ultimo titolo in forma scenica è una rarità di Jules Massenet, conosciuto in Italia forse solo per tre
delle sue ventotto opere, e per nulla in quanto autore d’operette. L’adorable Bel-Boul (19 e 20 luglio)
su libretto di Paul Poirson è un’operetta in un atto del 1873. Nel 2023 ricorre quindi il 150°
anniversario della composizione. Il progetto è rappresentato nella suggestiva cornice del Chiostro di
San Domenico della Fondazione Paolo Grassi e realizzato in coproduzione con l’Espacio Turina di
Siviglia, centro musicale di riferimento della città andalusa e punto d’incontro per la creazione
artistica. Il team creativo è formato dal regista Davide Garattini, dal direttore musicale Francisco
Soriano, dallo scenografo Paolo Vitale e dalla costumista Giada Masi. Sul palcoscenico i giovani
artisti allievi dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”.
Il Festival della Valle d’Itria
Ogni estate, da 49 anni a Martina Franca, in Puglia, si svolge un Festival che si è imposto per scelte
inusuali e coraggiose e per la qualità degli artisti che ne ha arricchito i cartelloni. Adagiata sulle
colline sud orientali della Murgia, Martina Franca è una città barocca che gode di splendide vedute
sulla Valle d’Itria, tra filari di vite, boschi e ulivi secolari. Istituito nel 1975 il Festival della Valle
49° Edizione Festival della Valle d’Itria
d’Itria si è contraddistinto, sin dalla sua nascita, per la riscoperta di titoli operistici e pagine musicali
rare o sottovalutate, per la cura delle versioni integrali e delle edizioni critiche e per la fedeltà agli
intenti dei compositori. Dal 1980, con la presidenza di Franco Punzi e la direzione artistica di
Rodolfo Celletti, grande esperto di vocalità, il Festival ha accentuato la sua identità originaria di
rivalutazione del repertorio belcantista e della Scuola musicale napoletana, di cui grandi protagonisti
furono i compositori pugliesi, pur senza trascurare il grande repertorio europeo e, in particolare, la
valorizzazione di elementi del belcanto italiano presenti in opere di autori stranieri. Alberto Triola,
che ha assunto la direzione artistica del Festival nel 2010 dopo Sergio Segalini (1994-2009), ha
riportato l’attenzione sul repertorio belcantistico e sul teatro musicale barocco, ma con importanti
aperture all’opera del Novecento e contemporanea. Dal 2023, si apre un nuovo corso, sotto la
presidenza di Michele Punzi. Per il triennio 2022-2024 Sebastian F. Schwarz è il nuovo direttore
artistico. Nato nel 1974, Sebastian F. Schwarz ha svolto una brillante carriera in numerosi teatri e
festival europei, fra i quali il festival di Wexford, il Theater an der Wien e il Festival di Glyndebourne
e, in Italia, al Teatro Regio di Torino. I progetti artistici che ha firmato fino ad ora si sono distinti in
Europa per la originalità, pertinenza e consistenza, con una predilezione per il repertorio barocco e le
rarità, peculiarità che lo hanno reso candidato ideale per il Festival della Valle d’Itria nel triennio in
corso. Il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca ha ottenuto per dieci volte l’ambito Premio
Abbiati dell’Associazione Nazionale Critici Musicali Italiani.
Organizzato da
Fondazione Paolo Grassi Onlus
Con il sostegno di
MIC – Ministero della Cultura | Regione Puglia | We are in Puglia | Provincia di Taranto | Comune di
Martina Franca | Comune di Cisternino | Camera di commercio di Taranto
In collaborazione con
Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” | European Festival Association | Opera Europa | Italia
Festival | Cidim
Platinum Partner
Rocco Forte Hotel
Partner
Eurospin | Albea Land | Masseria Croce Piccola
Patrocinio
RAI Puglia
Media Partnership
RAI Cultura | RAI Radio 3
BIGLIETTERIA
Abbonamenti
• Abbonamento 4 Opere: da € 65 a € 150
• Abbonamento 4 Opere e 2 Concerti: da € 100 a € 200
49° Edizione Festival della Valle d’Itria
Biglietti
• Palazzo Ducale: da € 10 a € 70
• Teatro Verdi: da € 10 a € 40
• Chiostro di San Domenico: da € 15 a € 25
• Il canto degli ulivi | Concerti del sorbetto: da € 5 a € 25
BIGLIETTERIA/BOX OFFICE
Piazza XX Settembre n. 5/B
74015 Martina Franca
Tutti i giorni: ore10-13/17-21
Nicoletta Tassan Solet