
(AGENPARL) – mer 18 ottobre 2023 COMUNICATO STAMPA FILCA CISL Abruzzo-Molise – il Segretario Generale Giancarlo De Sanctis
INFORTUNI, una PIAGA MAI VERAMENTE SANATA
La Tecnologia la nuova Prevenzione, la Cultura della Sicurezza la vera cura.
Quando si parla di infortuni sul lavoro, anche i freddi e asettici numeri perdono la loro caratteristica aritmetica e divengono carne, mente, anima e storie, nomi, luoghi e sgomento.
Nei primi 7 mesi del 2023 ben 345.000 infortuni sul lavoro in Italia, 165.000 accaduti a lavoratori con meno di 40 anni di età e 110.000 con oltre 50 anni di età, 272.000 accaduti a lavoratori dell’industria e 19.000 a lavoratori delle costruzioni, 559 morti sul lavoro di cui 484 nell’Industria e 58 nelle Costruzioni, dei quali 456 italiani e 103 stranieri. In Molise gli infortuni dei primi 7 mesi del 2023 sono stati 1008, 144 al mese, 8 al giorno, 1 durante ogni ora di lavoro.
Un dato questo che fa restare senza fiato, ma che se analizzato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno mostra una flessione degli infortuni nella nostra Regione del 36%, ben 568 infortuni in meno, con l’incidenza più alta, 40%, per gli under 40, accentuata dal più basso decremento per fasce di età, ossia il 28%, segno che sono i giovani che più si fanno male sul lavoro in Molise. La provincia di Campobasso 77,2% supera nettamente quella di Isernia 22,8%, per via della maggiore concentrazione di attività industriali in cui accadono il 63,5% del totale degli infortuni regionali, in diminuzione rispetto al 2022 del 43%; idem per le costruzioni con una incidenza infortuni del 6%, in calo rispetto al 2022 del 34%.
Seppur tale analisi dimostra un importante decremento degli infortuni sul lavoro, essa non è esaustiva in quanto gli infortuni hanno un senso solo se analizzati rispetto alla loro gravità, ossia i giorni di assenza dal lavoro e soprattutto il grado di “invalidità lavorativa” attribuito dall’Inail.
Se passiamo ad analizzare gli infortuni mortali, la nostra Regione nei primi 7 mesi del 2023, detiene primati invidiabili soprattutto rispetto al vicino Abruzzo: 1 infortunio mortale accaduto in provincia di Campobasso, rispetto ai 5 dello stesso periodo del 2022.
Ma perché ci si fa male, perché si muore sul lavoro. Il 50% delle cause è legato all’ambiente di lavoro, il 30% alla formazione/istruzione ed il 20% a caratteristiche personali. Ecco perché la prevenzione e la cultura della sicurezza sono le uniche medicine in grado di debellare questa pestilenza.
I luoghi di lavoro devono essere resi SICURI eliminando ogni fattore di rischio infortunio; solo laddove non è tecnicamente possibile, si agisce attraverso i dispositivi di protezione individuale. I comportamenti degli addetti nei luoghi di lavoro devono essere improntati, oltre che al rispetto delle norme, alla prudenza ed al buon senso, perché ogni rischio è un probabile infortunio e trascurarne il potenziale pericolo vuol dire sfidare il destino, mettendo in palio la propria vita.
Fondamentali in questi ambiti sono le figure addette alla sicurezza che si frappongono fra i lavoratori e l’impresa: l’RLS, l’RSPP, il medico aziendale; il senso di responsabilità e di rispetto delle funzioni legate al loro ruolo, salva la vita dei lavoratori. Ecco perché la bilateralità dell’edilizia, attraverso i Comitati Tecnici Paritetici ed i RLST, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale, ha permesso di diffondere la cultura della sicurezza nei cantieri edili, di fare formazione ed informazione fra i lavoratori, di controllare e verificare la veridicità dei documenti della sicurezza nei luoghi di lavoro. Un’azione questa estremamente efficace che ha aiutato lavoratori ed imprese a comprendere che in sicurezza si lavora meglio e che la sicurezza non è un costo o una perdita di tempo, ma un investimento su capitale economico e soprattutto umano.