
(AGENPARL) – mer 18 ottobre 2023 Aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia –
Trentino
COMUNICATO STAMPA / 18 ottobre 2023
UNA COLLABORAZIONE FRA ASPAN, CAMERA DI COMMERCIO E PROLOCO CENTRO STORICO TRENTO
PROFUMO DI PANE TRENTINO: L’ARTE DEL BUON PANE DI MONTAGNA
DAL 19 AL 22 OTTOBRE A PALAZZO ROCCABRUNA E IN PIAZZA DELLA MOSTRA
LABORATORI DI PANIFICAZIONE E UN RICCO PROGRAMMA DI EVENTI PER
VALORIZZARE IL PANE DI MONTAGNA
Dal 19 al 22 ottobre Palazzo Roccabruna ospiterà “Profumo di pane trentino. L’arte del
buon pane di montagna”, un’iniziativa organizzata dall’Associazione Panificatori della
Provincia di Trento in collaborazione con la Camera di Commercio di Trento.
Anche in questa nuova sesta edizione la manifestazione si avvantaggia della
contemporaneità con “Autumnus città di Trento: i frutti della terra”, a cura della ProLoco
Centro Storico Trento, che si terrà negli stessi giorni e che arricchirà il programma con 165
eventi tra convegni, degustazioni, laboratori, mostre e approfondimenti tematici.
Dedicata alla promozione di varie tipologie di pane fresco, capaci di soddisfare al meglio le
esigenze di un consumatore evoluto, attento sia all’alimentazione che alla sostenibilità, la
manifestazione vanta un ricco calendario di appuntamenti che vanno dalle degustazioni ai
laboratori del gusto, dagli abbinamenti agli approfondimenti tematici.
Protagonisti dell’evento saranno cinque tipologie di pane fresco realizzati dai panificatori
trentini, tutti a “km 0”: il Pantrentino, il Pane al Mais, il Pane di Segale, il Pane delle
Dolomiti e il nuovo Pane delle Palafitte.
Da giovedì a domenica, con orario 11.30-13.00 e 17.00-22.00 (domenica chiusura
anticipata alle ore 20.00), Palazzo Roccabruna offrirà la possibilità di sperimentare
abbinamenti con taglieri di salumi e formaggi accompagnati dai vini dell’Enoteca.
Non mancherà neppure l’opportunità di approfondire aspetti legati alle tecniche di
panificazione, alle caratteristiche delle materie prime e all’origine dei prodotti: da giovedì a
domenica, a partire dalle 9.30 alle 11.00 e il pomeriggio dalle 15.00 alle 16.30, saranno
organizzati a Palazzo Roccabruna e in piazza della Mostra laboratori didattici a cura dei
docenti della Scuola di arte bianca e pasticceria di Rovereto e degli esperti
dell’Associazione panificatori della provincia di Trento (vedi sito http://www.palazzoroccabruna.it e
http://www.autumnus.trento.it) per soddisfare ogni curiosità intorno al mondo dell’arte
bianca.
«Vogliamo far conoscere ai consumatori, cittadini e turisti, – spiega il presidente
dell’Associazione panificatori Emanuele Bonafini – l’importanza del pane fresco, quello che
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i panificatori trentini producono quotidianamente nei loro laboratori. Un’attività che avviene
di notte e che, con questo evento, possiamo far conoscere alla città ed ai consumatori. C’è
poi il tema importante della riscoperta delle materie prime, che i nostri panificatori stanno
cominciando ad utilizzare con sempre maggiore frequenza, e la possibilità di far vedere e
far toccare con mano come si produce un pane fresco, di qualità, senza l’impiego di
ingredienti che alterino la genuinità e la fragranza del prodotto. La collaborazione con i
giovani della nostra Scuola di Arte bianca è un ulteriore tassello che impreziosisce questo
evento bellissimo e imperdibile».
Un pane sfornato 4.000 anni fa
Il reperto è un pezzo di pane di 4.000 anni fa scoperto nell’area palafitticola di Ledro nel
1937 e solitamente esposto al Museo delle Palafitte del lago di Ledro, sede territoriale del
MUSE. Alcune recenti ricerche hanno svelato che il pane è integrale, costituito da un
aggregato di piccoli semi, poco o per nulla macinati. Probabilmente i chicchi, appena
ammollati sono stati poi impastati con farina e altre sostanze, per comporre una forma a
mezzaluna, o una forma tonda che è stata poi tagliata a mezzaluna.
I chicchi che si vedono sulla superficie del pane, in parte tostati e in parte carbonizzati, sono
di farro (Triticum dicocco). L’uso del farro è tradizionale, soprattutto nelle aree dove i
frumenti nudi (grano tenero/duro) risultano scarsamente coltivati. L’ipotesi più probabile è
che il pane, una volta impastato ma non cotto, si sia bruciato per un evento accidentale; la
combustione si sarebbe arrestata ad un certo punto, forse perché il pane è caduto
nell’acqua. Non ci sono tracce di lievito ed è verosimile che il sale non venisse utilizzato.
Le indagini sono state condotte dal Laboratorio di Archeobiologia dei Musei Civici di Como
nel Laboratorio Bagolini Archeologia, Archeometria, Fotografia del CeASUm (Centro Alti
Studi Umanistici) – Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Il progetto di
ricerca è finanziato dall’Associazione Panificatori della Provincia Autonoma di Trento con la
collaborazione della Camera di Commercio di Trento.
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