
(AGENPARL) – gio 22 giugno 2023 (ACON) Trieste, 22 giu – Non va a segno la mozione di censura –
accompagnata da una richiesta verbale di dimissioni enunciata dal
dem Diego Moretti – nei confronti dell'assessore Sergio Emidio
Bini: la Maggioranza di Centrodestra fa valere i suoi numeri (28
contrari e 19 favorevoli nel voto finale) respingendo il testo
che era stato firmato da tutti i 19 consiglieri dei gruppi di
minoranza. Il lungo dibattito si ? surriscaldato in diversi
momenti, con il presidente Mauro Bordin che pi? volte ha dovuto
richiamare i consiglieri alla moderazione dei toni e all'ascolto
degli interventi senza interruzioni.
Sono stati i tre capigruppo Moretti (Pd), Rosaria Capozzi (Gruppo
Misto) e Massimo Moretuzzo (Patto-Civica) a motivare l'atto di
accusa, che verte 'su una precisa vicenda, quella dell'acquisto,
nel maggio del 2022, da parte dell'assessore Bini in qualit? di
privato cittadino, di immobili che erano di propriet? di
Mediocredito, societ? all'epoca partecipata al 47% dalla
Regione'. 'Chi rappresenta tutti i cittadini – ha scandito
Moretti – deve essere al di sopra di ogni sospetto'. Il
capogruppo Pd ha ricordato anche 'l'ingente quantit? di azioni di
Fincantieri e di Leonardo possedute dall'assessore, due societ?
con sedi importanti in questa regione, con le quali l'assessore
interloquisce in qualit? di rappresentante della Giunta'.
L'esponente dem ? convinto che 'questa vicenda generi dubbi anche
tra i consiglieri di Maggioranza, tanto ? vero che finora c'?
stato un silenzio imbarazzato rispetto alla mozione di censura'.
'In questa vicenda ci sono indubbie opacit? – ha rimarcato
Capozzi, consigliera M5S -: perch? Mediocredito non fece un
avviso pubblico? Il dubbio ? che l'assessore possa essere stato
favorito per il ruolo che ricopre nella Giunta. Probabilmente
l'operazione non ha violato leggi e regolamenti, ma ? poco etico
che un amministratore abbia rapporti non istituzionali con una
societ? partecipata dalla Regione'. 'Il tema pi? generale – ha
rimarcato Moretuzzo – ? quello del conflitto di interessi, ovvero
dell'incompatibilit? tra il ruolo di assessore e gli incarichi in
societ? che forniscono servizi alla Regione o a enti regionali'.
Il capogruppo ha anche rivelato di 'aver ricevuto una diffida con
minaccia di querela rispetto a una mia interrogazione: ma lei,
assessore Bini, deve rispondere e non minacciare querele'.
Il contrattacco del Centrodestra ha preso le mosse
dall'intervento di Alessandro Basso. 'Chi ha guidato la
coalizione di Centrosinistra alle ultime elezioni – ha detto il
consigliere di Fratelli d'Italia con un implicito riferimento a
Moretuzzo e una altrettanto implicita accusa di doppia morale – ?
un imprenditore che si occupa di lavori pubblici, titolare di una
societ? che si ? aggiudicata appalti e affidamenti diretti con
numerosi Comuni e societ? partecipate dalla Regione, e che ha
avuto in pi? occasioni l'avallo di Mediocredito. Ed ? tutto
legittimo, sia chiaro, perch? fare impresa ? un bene per la
societ?. Ma voi oggi – ha continuato Basso, rivolto ai
consiglieri di Opposizione – avete imboccato una strada senza
ritorno, instillando odio di classe e odio ad personam: avete
scritto una pagina di vergogna per la politica e per le
istituzioni'.
Argomenti ripresi dal capogruppo della Lega, Antonio Calligaris:
'Il candidato presidente del Centrosinistra accusa Bini di avere
degli affidamenti con i Comuni mentre li ha anche lui, e ha
anch'egli rapporti con Mediocredito'. Mauro Di Bert, capogruppo
di Fedriga presidente, si ? invece dispiaciuto del clima politico
che la mozione avrebbe instaurato in Aula: 'Qui si dispensano
censure come una volta si dispensavano le indulgenze: a fine
mandato saremo censurati tutti quanti? Siamo partiti male in
questa legislatura, perch? questo comportamento porta solo a
deteriorare i rapporti personali, mentre le persone non
andrebbero mai toccate'.
Sulla stessa falsariga l'intervento dell'assessore Riccardo
Riccardi ('Attenti a maneggiare queste cose, alla macelleria
politica: usiamo la prudenza e ricordiamoci che quel che ?
capitato agli altri potrebbe capitare anche a noi') che secondo
Francesco Russo (Pd) non avrebbe avuto diritto di parola in base
al regolamento, interpretazione non condivisa da Bordin che ha
richiamato la norma generale che concede agli assessori la
possibilit? di esprimersi.
Il primo a entrare nel merito delle accuse a Bini ? stato Andrea
Cabibbo, capogruppo di Forza Italia, che ha ricostruito
'l'acquisto di immobili operato dall'assessore dopo che
Mediocredito si trovava alle prese con rate impagate:
l'assessore, in quanto privato, ha dunque estinto un debito,
versando la somma che era rimasta da pagare: tutto qui. Il vero
motivo di questa censura ? dunque l'esercizio della cultura del
sospetto da parte di chi non ha argomenti e va ad attaccare
personalmente chi fa politica ma ? anche imprenditore'.
Il diretto interessato, Sergio Emidio Bini, ha fornito ulteriori
particolari 'su un'operazione immobiliare che riguardava soggetti
privati e dunque non richiedeva alcuna gara pubblica, da me
conclusa versando 750mila euro per un complesso immobiliare in
via San Francesco a Trieste, un prezzo in linea con i valori di
mercato. Nessuna norma – ha scandito Bini – vieta a un privato
che rivesta il ruolo di assessore o di consigliere di dare corso
a una transazione commerciale privata, di qualsiasi tipo. E il
parametro di valutazione della condotta di un assessore, come di
qualsiasi altro pubblico funzionario, ? il rispetto della legge e
dei regolamenti'. A Moretuzzo, Bini ha chiarito che 'io non
minaccio nessuno, semplicemente reagisco di fronte a volgari
attacchi personali nei confronti miei e della mia famiglia'.
'Si tratta di una vicenda assolutamente privata dell'assessore –
ha ribadito il governatore Massimiliano Fedriga durante il suo
intervento alla fine del dibattito, pi? volte accolto dal brusio
dei consiglieri di Opposizione – e anche se si tratta di
operazioni consentite dalla legge voi avete cercato di buttare un
po' di nebbia per infangare. Ma guardate che lanciare fango d? un
vantaggio spicciolo, ma nel lungo periodo questo sottinteso,
queste diffamazioni finiscono per infangare tutto il mondo
politico: anche per questo i cittadini vanno sempre meno a
votare. Ci stanno le idee diverse e la contrapposizione, anche
aspra, ma non va bene fare mozioni di censura su atti legali,
delegittimando le persone: questo rappresenta lo svilimento della
nostra azione'.
Tutte considerazioni che non hanno convinto i consiglieri di
minoranza. Nelle dichiarazioni di voto, Serena Pellegrino (Avs)
ha ribadito che 'Mediocredito allora era una societ? partecipata
dalla Regione, e l'atto di Bini era inopportuno: ? stato un
ottimo affare immobiliare perch? il precedente conduttore non
pagava la quota, l'acquirente ha comprato a buon prezzo e la
societ? non ha iscritto perdite a bilancio'. Furio Honsell (Open)
ha riconosciuto che 'l'analisi dell'assessore Bini non ha intoppi
dal punto di vista giuridico, ma c'? un elemento di inopportunit?
che mi spinge a votare s? alla mozione di censura'.
Decisa la replica di Moretuzzo alle osservazioni di Basso: 'Non
si pu? mettere sullo stesso piano forniture di poche centinaia di
euro ai Comuni che valgono meno dello 0,5% del fatturato prodotto
dalla mia societ?, con forniture di milioni di euro a enti
regionali. N? si pu? paragonare una richiesta di contributi a
Mediocredito, che io avanzo come tutti gli altri imprenditori,
con una trattativa privata svolta da un assessore in carica'.
Rivolgendosi a Bini, il capogruppo del Patto ha richiamato 'un
problema di opportunit?, ricordandogli che 'quando mi candidai
alla presidenza della Regione, mi dimisi dal Cda della mia
azienda, anche se non era dovuto per legge'.
'Lo sbaglio originale – ha ribadito Moretti – ? aver voluto
comprare un immobile da una societ? partecipata dalla Regione'.
Mentre Carlo Grilli (Fp), l'unico a rappresentare la Maggioranza
in sede di repliche finali, ha invitato tutti i colleghi 'a
tornare presto a parlare di politica, impegnandoci per le persone
che hanno bisogno e confrontandosi sui servizi da fornire alla
comunit?'.
ACON/FA
221835 GIU 23