
(AGENPARL) – ven 16 giugno 2023 *Cia Agricoltori Italiani Campania – Cia Salerno*
*Comunicato Stampa Congiunto*
*Napoli e Salerno, 16 giugno 2023*
*La Cia Agricoltori Italiani Campania e Cia Salerno con i produttori di
latte vaccino contro riduzioni unilaterali del prezzo del latte alla stalla*
Cia Salerno e Cia Campania sono al fianco dei produttori di latte vaccino
contro riduzioni unilaterali del prezzo del latte alla stalla e chiedono
che la Regione Campania si faccia parte diligente per una verifica
immediata dei valori con i vari attori affinché vengano definite regole
certe che garantiscono la sopravvivenza degli allevamenti locali che
conferiscono latte "contrattualizzato".
È questa la reazione di Cia in Campania dopo l’allarmante situazione che si
va generando in provincia di Salerno sui prezzi ed i contratti di cessione
tra allevatori e trasformatori e imbottigliatori nel comparto del latte
vaccino.
Gli allevatori della provincia di Salerno soci Cia lamentano riduzioni del
prezzo del latte che, da inizio anno ad oggi, è calato da euro 0,60 a euro
0,53 con una inspiegabile riduzione di circa il 10 %.
“I prezzi di riferimento in provincia di Salerno si agganciano ai prezzi
del latte alla stalla della Lombardia ripresi dal Clal e su tale parametro
sono stati redatti i relativi contratti – spiega Domenico Serlenga,
direttore Cia Salerno. Unica variante è solo il riconoscimento di una
piccola maggiorazione per l’alta qualità.
“Oggi è cambiato tutto – afferma Serlenga – Non solo inspiegabilmente il
dato Clal sul prezzo del latte in Lombardia a maggio è crollato di un altro
centesimo (mentre il latte spot è aumentato da fine aprile ad oggi di circa
il 10%), ma ci vengono comunicati contratti nuovi al ribasso rispetto al
prezzo espresso dal Clal sul latte della Lombardia”.
“Riteniamo che tale parametrazione sia ingiusta – sottolinea il presidente
di Cia Campania, Raffaele Amore – se si tiene conto che i nostri
allevamenti operano spesso in aree marginali dove le ovvie caratteristiche
agronomiche dei terreni e le carenze strutturali li pongono sicuramente in
una condizione sfavorevole nei confronti dei colleghi del Nord”.
Un allevatore delle aree interne del salernitano comincia a guadagnare
qualcosa dopo il 25° litro di latte prodotto e ciò a causa dei costi dei
mangimi, del fieno e dell’energia.
“In buona sostanza il lavoro ed il sudore degli allevatori spesso basta
appena a remunerare la distribuzione organizzata lasciando agli stessi
margini di poco conto – sottolinea il presidente Amore.
In una situazione così poco chiara, ancora una volta i produttori sono
penalizzati e in particolare gli allevatori delle zone interne che
conducono aziende spesso a carattere familiare, secondo tecniche di
allevamento tradizionali dove prevale il rispetto degli animali e la
qualità naturale del prodotto e che giammai possono confrontarsi con le
stalle industriali della pianura padana.