
(AGENPARL) – lun 21 agosto 2023 La ciclovia del Garda è un’opera importante e potenzialmente utile, che
però deve essere realizzata nel rispetto dei meravigliosi territori che la
ospitano e garantendo la sicurezza di chi la percorre. Condizioni che
rischiano di non essere rispettate dalle attuali progettazioni promosse dal
governo di Giorgia Meloni e da quello provinciale di Maurizio Fugatti. Il
M5S del trentino ha quindi sollecitato un intervento in sede parlamentare
per chiarire le cose, ottenendo il sostegno della deputata Ilaria Fontana
che ha depositato un’interrogazione riguardo alle specifiche dell’opera
stessa.
Già all’inizio di questa consiliatura provinciale, il M5S aveva depositato
una serie di interrogazioni riguardo alla questione della ciclovia del
Garda. L’obiettivo era di ottenere informazioni sulla pianificazione
complessiva e stimolare una maggiore attenzione, già nella fase
progettuale, riguardo all’impatto ambientale e paesaggistico che l’opera
avrebbe avuto sul litorale trentino. Era il minimo. Si parla di
un’infrastruttura di notevoli dimensioni, parte del Sistema nazionale di
ciclovie turistiche e che interessa un ambito interregionale, la cui
pianificazione è stata concertata in un protocollo di intesa sottoscritto
(in data 9 agosto 2017) tra il Ministro delle infrastrutture e dei
trasporti, di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali
e del turismo, e la regione Veneto, la regione Lombardia e la provincia
autonoma di Trento (capofila). Purtroppo, a discapito dell’importanza
dell’opera, le risposte che ci furono fornite risultarono alquanto evasive
e superficiali.
Con l’interrogazione 116/XVI
il M5S trentino aveva chiesto al presidente della Provincia di Trento
Fugatti se intendesse valutare l’ipotesi di sottoporre lo studio di
fattibilità dell’opera alla procedura di VIA, anche considerando la
convocazione di una conferenza dei servizi interregionale, e se non
ritenesse di sollecitare il Governo per chiedere l’adozione di
provvedimenti normativi di competenza, al fine di prevedere procedure di
valutazione ambientale per le ciclovie di interesse nazionale, anche al
fine di assicurare l’applicazione di standard uniformi da parte delle
regioni e delle province autonome nella progettazione e nella realizzazione
delle opere in relazione all’ambiente naturale che attraversano. Nel
febbraio del 2019, Fugatti si affrettò a rispondere che,
procedimentalmente, non era prevista la VIA, anche se, secondo la normativa
vigente sarebbero stati organizzati momenti partecipativi, anche pubblici,
come peraltro già attuato per l’illustrazione del 1° lotto funzionale in
territorio trentino. Aggiunse che non era intenzione della Provincia
proporre al Governo adozione di provvedimenti ulteriori per la
realizzazione delle Ciclovie, oltre a quelli già in essere e finalizzati a
permettere l’applicazione di standard uniformi da parte delle regioni e
delle province autonome nella progettazione e nella realizzazione in
relazione al contesto d’inserimento. Secondo Fugatti bastava rispettare i
criteri e le specifiche del DM 557/99 “Regolamento per la definizione delle
caratteristiche tecniche delle piste ciclabili” e della Direttiva
Ministeriale 375/2017 “Requisiti di pianificazione e standard tecnici di
progettazione per la realizzazione del Sistema nazionale delle ciclovie
turistiche (SNCT)”.
Successivamente, nell’aprile del 2019 il presidente Fugatti, rispondendo ai
quesiti posti nell’interrogazione 114/XVI
,
affermò che la preventivazione dei costi per la realizzazione delle tratte
della ciclovia del Garda ricadenti sul territorio provinciale era ancora
oggetto di analisi e verifica presso le strutture tecniche competenti.
Infine, nel dicembre del 2019, fornendo un riscontro all’interrogazione
115/XVI
,
Fugatti, in un’ottica di accelerazione dei tempi realizzativi della tratta
da Riva a Confine con la Lombardia, dichiarò che aveva disposto l’avvio
immediato della progettazione dell’unità funzionale 3.1 dal Confine a circa
Galleria Limniadi per la messa in sicurezza del trasferimento dell’utenza
ciclistica dalla infrastruttura ciclistica all’infrastruttura stradale per
circa 580.000 € e la redazione del Progetto di Fattibilità Tecnica ed
Economica con l’individuazione dei lotti funzionali prioritari.
Nei giorni scorsi il M5S ha ritenuto necessario tornare a chiedere
chiarimenti sul progetto di ciclabile sulla costa gardesana occidentale del
Trentino anche per dar voce alle analisi e alle riflessioni elaborate da un
folto insieme di associazioni attive nell’ambito della salvaguardia del
territorio: Coordinamento interregionale per la Tutela del Garda, Italia
Nostra, WWF, Legambiente e dall’associazione Salvaguardia Area Lago.
Insieme all’arch. Manuela Baldracchi, presidente di Italia Nostra del
Trentino, il consigliere provinciale Alex Marini ha dunque collaborato con
la deputata Ilaria Fontana alla predisposizione dell’interrogazione a
risposta scritta 4-01490
presentata a inizio agosto.
Nell’interrogazione parlamentare si è sottolineato che tra gli obiettivi
della ciclovia, regolamentata a livello
nazionale-interregionale-territoriale, sono stati definiti, oltre allo
sviluppo del ciclo-turismo e all’incentivazione del sistema di
intermodalità di trasporto auto-treno-autobus-bicicletta-battello, anche la
promozione del patrimonio storico-artistico, la valorizzazione del
territorio, delle sue emergenze storiche, architettoniche e naturalistiche.
La sua realizzazione deve, quindi, essere strettamente collegata alla
valorizzazione del territorio, da perseguire tenendo conto della
conformazione naturale dei siti. Tali obiettivi però non sembrano essere
stati perseguiti nella progettazione per la parte trentina. La sezione del
tracciato della ciclovia in territorio trentino, pari a 19 chilometri,
prevede infatti lunghe tratte a sbalzo su rocce per un totale complessivo
di quasi 5 metri di sporgenza dalle pareti rocciose, circostanza che
richiederà la realizzazione di pesanti strutture metalliche agganciate alle
pareti mediante trivellazioni, scassi e gettate di cemento armato, oltre
alla necessaria copertura per il pericolo di caduta massi, che, come noto a
chiunque conosca il litorale gardesano occidentale, sono tutt’altro che
infrequenti, come testimoniato anche dalle non rarissime chiusure del
tratto stradale Riva-Limone per smottamenti vari. È stato infine chiesto al
ministro delle infrastrutture e dei trasporti quali attività siano state
svolte per assicurare la sussistenza dei criteri di salvaguardia e
valorizzazione paesaggistica ed ambientale, di sicurezza e di sostenibilità
economica, nonché del rispetto degli standard di progettazione dell’opera e
quali alternative tecniche siano state prese in considerazione nel tratto
di ciclovia citato in premessa e quali indicazioni abbia fornito in merito
il tavolo tecnico previsto dal citato decreto interministeriale del 29
novembre 2018.
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Alex Marini (M5S)
Consigliere della Provincia autonoma di Trento
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