
(AGENPARL) – ven 30 dicembre 2022 Storie, luoghi, persone,
eventi e curiosità ai piedi
del Monte Bianco
3 EDITORIALE
L’anno che verrà
4 ATTUALITA’ ED EVENTI
Welcome Winter e un nuovo albero
I ghiacciai di Courmayeur Mont-Blanc –
Il primo piccolo manuale di glaciologia per famiglie
Féiha di Creméyerèn, ottimo bilancio
Ski Vintage Posters
Consegnata la maturità civica ai coscritti del 2004
Val Ferret – Fino al 1° maggio 2023 la sperimentazione per accesso e sosta
14 BIBLIOTECA
La biblioteca apre le porte all’inverno con un ricco calendario di eventi
Sad&Poe – Haiku d’inverno
17 VITA DI PAESE
Courmayeur Climate Hub – I progetti del Bando Borghi del PNRR
21 FONDAZIONE COURMAYEUR MONT BLANC
Evoluzione del diritto della montagna e nuovi nodi da sciogliere
24 VITA DI PAESE
Patois: una lingua priva del futuro indicativo o di un futuro tout court?
28 MONTAGNA
Elettra Gallone, una telecamera per raccontare
Val Veny e Val Ferret: gioia e tormento
34 BACHECA
Attilio Ollier e i suoi 80 anni
Meeting di karate
EDITORIALE
n questa chiusura di 2022, rispetto all’anno pas-
sato, non manca per ora il bianco della neve, a
noi tanto cara. E questo è buono perché inutile
dire quanto sia importante per la stagione in cor-
so e per tutto l’indotto. La neve si accompagna
ad associazioni di idee sempre positive, almeno
per i più. Porta con sé speranza che spesso va a
se per quel che sarà. Sembra sempre che, sotto
quel bianco, si possano sotterrare le cose poco
le nella stagione seguente. E la speranza è una
virtù cie è bene coltivare, è un a? ato cie resta
sospeso, è un’attesa che crea in qualche modo
piacere… un po’ come diceva Giacomo Leopardi,
che la considerava il bene maggiore dell’uomo
perché gli consente di realizzare il piacere anche
soltanto nella sua attesa.
La speranza non è comunque passivo otti-
mismo, richiede uno sforzo, oggi più che mai,
e ci invita a guardare all’anno che verrà tuttavia
con un sentimento di attesa misto, ibrido. La li-
sta “delle speranze” sarebbe lunga a voler fare
un elenco. Condividiamo certamente tutti la spe-
Russia, che ha distrutto un Paese, che lascia in
questi mesi centinaia di migliaia di famiglie al
gelo, che continua a mietere vittime, a seminare
to, proprio quello dal quale in ogni occasione ci
distanziamo, con messaggi che dicono “mai più”,
e poi eccolo lì comunque quel passato che fa
Perché siamo così, e i periodi di pace, a pensarci
bene, sono parentesi, brevi o lunghe, ma paren-
tesi. Ma noi speriamo, perché proprio come in
passato, quella speranza ha portato forza.
Quindi guardiamo al 2023 con questo spirito.
Sono i messaggi buoni che dobbiamo lasciarci
mantra che ripetuto costantemente protegge.
Da queste pagine di Tsapletta Vi auguriamo
quindi un 2023 di serenità sperando che il lavo-
ro svolto nel corso dell’anno sia stato utile per la
comunità. Abbiamo ripercorso eventi, abbiamo
raccontato storie, ricordato passato e racconta-
to presente, cercando di farlo con un approc-
cio positivo, anche se la “tsapletta” di fatto nel-
la sua traduzione dal patois è “la chiacchiera”, il
“pettegolezzo”. Così nasceva di fatto il progetto
di questa pubblicazione oltre 30 anni fa, portare
con il tempo tante penne di allora si sono posa-
quelle che hanno preso il testimone. Ogni tanto
però qualcuno la riprende in mano quella penna
e scrive, trovando spazio tra queste pagine. Mol-
te cose sono cambiate in questo prodotto che
oggi è la pubblicazione della biblioteca e quindi
con una vocazione più culturale.
e tutto ritorna, vi lasciamo alla lettura di questo
nuovo numero, con l’auspicio e l’invito per il 2023
a maggiori contributi redazionali da parte di tutti,
non solo sui social. In fondo le pagine di Tsaplet-
ta restano in archivio e diventano memoria, le
parole sui social si perdono post dopo post.
Buone festività, buon 2023! E buona lettura!
… L’anno vecchio è ? nito, ormai
Ma qualcosa ancora qui non va…
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà…
Io mi sto preparando, è questa la novità”
Lucia Dalla “L’anno che verrà”
L’ANNO CHE VERRÀ
Moreno Vignolini
WELCOME WINTER E UN NUOVO ALBERO
l Welcome Winter 23, la gran
de festa di inizio stagione di
Courmayeur, in collaborazio
ne con Sky TG24, è culminata
come ogni anno con l’attesa
accensione in piazza Abbé
Henry dell’albero di Natale,
quest’anno in una nuova ver
sione. Sul palco del Jardin de
l’Ange sono saliti Marisa Pas
sera di Radio Deejay, il sindaco
di Courmayeur Roberto Rota,
l’Assessore ai Beni Culturali,
Turismo, Sport e Commercio,
Jean Pierre Guichardaz, l’Am
ministratore Delegato di CVA
Spa – Compagnia Valdostana
delle Acque, Giuseppe Argirò,
e Marco Franciosa, Co-fonda
tore e Presidente esecutivo
dell’azienda tecnologica italia
na Ledworks, leader nel mer
cato dell’illuminazione intelligente.
A fare da colonna sonora dell’evento i brani di
Annalisa, ospite dell’evento, che ha interpretato
alcuni dei suoi successi, tra gli applausi del pub
blico sparso tra L’Ange e piazza
Abbé Henry. La cantautrice ha
esordito ad Amici nel 2011, e da
allora ha collezionato 17 dischi
di platino, 12 dischi d’oro, 7 al
bum e diverse collaborazioni,
oltre a numerose partecipa
zioni a Sanremo. Non poteva
mancare il gruppo folkloristi
Les Badochys
, con le sue
danze caratteristiche, mentre i
tradizionali
, con le loro
coccarde, nastri e campanelli,
hanno coinvolgo il pubblico nel
grande girotondo portafortuna
intorno all’albero.Oltre all’albe
ro di piazza Abbé Henry è stata
accesa un’intera
“costellazio
ne” di 15 abeti a Courmayeur
e nei villaggi
, oltre a una serie
di punti luminosi nelle vie del
centro. La località investe in un’illuminazione in
telligente e a basso consumo, a base di led, che
sarà spenta subito dopo l’Epifania per ragioni di
risparmio energetico.
ATTUALITÀ ED EVENTI
ltre 200 bambini/e
delle classi primarie
e secondarie di primo
grado di Courmayeur han-
no ora nelle loro librerie la
pubblicazione “I ghiacciai di
Courmayeur Mont-Blanc –
Piccolo manuale di glaciolo-
gia per famiglie
(Testolin edi-
tore), un progetto
nato dalla
collaborazione tra il Comune
di Courmayeur, Fondazione
Montagna sicura e Skyway
Monte Bianco.
Il libro è stato loro conse-
gnato lunedì 19 dicembre in
una mattinata presso il Cine-
ma Alpino di Skyway Monte
Bianco a 2.173m, alla presen-
za delle autrici e dei partner
del progetto.
Unico del suo genere, il
libro racconta in modo chia-
ro e semplice, attraverso 6
capitoli e approfondimenti,
cos’è un ghiacciaio, qual è la
sua evoluzione, la sua inesti-
mabile importanza dal punto
di vista ambientale, econo-
mico, turistico, storico.
Il progetto e la scrittura
hanno preso avvio da un’idea
di Elena Motta, glaciologa,
e di Ingrid Trojer
responsa-
bile delle attività formative
di Fondazione Montagna si-
cura, in un momento, quello
della pandemia da Covid-19,
re i piccoli destinatari delle
iniziative di sensibilizzazione
e di educazione ambientale
abitualmente in programma
nelle attività di Fondazione
Montagna sicura e Comune
di Courmayeur.
I GHIACCIAI DI COURMAYEUR MONT-BLANC
Il primo piccolo manuale di glaciologia per famiglie
piente mano e creatività dell’illustratrice Valen
tina Bolco, che ha dato vita, attraverso i suoi di
segni, ad un frizzante e poliedrico personaggio,
Gigante Gargantua
, guida d’eccezione nella
scoperta dei ghiacciai di Courmayeur, in grado
di diventare alpinista, glaciologo, geologo, sen
sibilizzatore a seconda della tematica racconta
ta, ma soprattutto capace di attirare l’attenzione
dei più piccoli e la simpatia di tutti e capace di
donare al libro tutta la bellezza e la felice aria di
avventura e ingaggio che si respira ai piedi del
Monte Bianco.
“Viviamo in un contesto bellissimo e allo stes
so tempo fragilissimo – ha detto
Alessia Di Ad
, Assessora comunale alla Cultura e Politi
che sociali – e questo libro parla ai più giovani e
alle famiglie lanciando un messaggio importan
te di attenzione, oltre che essere uno strumen
to unico di conoscenza e informazione sui temi
legati al nostro contesto alpino. Lo fa attraverso
una narrazione semplice, simpatica e dinamica.
Come Amministrazione comunale siamo felici di
aver costruito questa “cordata” con Fondazione
Montagna Sicura e Skyway Monte Bianco, par
tner fondamentali nella divulgazione e promo
zione di comportamenti attenti al rispetto delle
nostre montagne e del nostro ambiente alpino”.
“I Ghiacciai sono considerati a livello scienti
conoscerne l’evoluzione rappresenta un primo
passo fondamentale per accrescere la consape
volezza della nostra Comunità, che ha la fortuna
di averne ancora un così elevato numero. Siamo
contenti – aggiunge
Jean Pierre Fosson
, Segre
tario generale di Fondazione Montagna sicura
– di aver realizzato tecnicamente e in collabora
zione con il Comune di Courmayeur e Skyway
questo libro dedicato ai ghiac
ciai del Monte Bianco, perché,
dopo tanti anni in cui Fondazio
ne si occupa di questo tema, il
libro rappresenta un importante
strumento di educazione con il
quale abbiamo cercato di ren
dere accessibile a tutti, parten
do dai più piccoli, concetti di ca
“I ghiacciai sono la voce si
lenziosa del mondo. Sommes
samente raccontano del suo
ca salvarli e con loro preservare
il delicato equilibrio della natura.
vare noi stessi, ospiti di una così grande mera
viglia.” Ha
Federica Bieller
, presiden
te di Skyway Monte Bianco, il primo impianto a
fune ad aver redatto un bilancio sociale ambien
tale a partire dal 2018. La funivia panoramica di
Courmayeur, osservatorio naturale dei ghiacciai,
si impegna quotidianamente nella salvaguardia
dei ghiacciai e dell’ambiente alpino.
Il piccolo manuale “I ghiacciai di Courmayeur
Mont-Blanc” sarà in vendita presso La Feltrinelli
a Punta Helbronner a 3.466m e al Café des Alpi
nistes, alla partenza della funivia.
Come già successo nel XIX secolo, quando
i primi naturalisti e scienziati interessati all’al
ta quota hanno cominciato a studiare il Monte
Bianco, anche i piccoli lettori
potranno prendere spunto da
quanto appreso sui ghiacciai di
Courmayeur per comprendere
la natura delle Alpi.
Il libro si chiude con una de
conoscenza di questi ambienti
spettacolari diventi lo strumen
to per trasformare lo smarri
mento, dal quale si viene assaliti
quando si guarda alla caduci
cambiamento climatico, nella
consapevolezza di quanto può
fare ognuno di noi: mitigare,
adattarsi, proteggere, ricordare.”
foto Aiace Bazzana
on oltre mille pre
senze, la prima
Féiha
di Creméyerèn, che
si è tenuta il 25 novembre
sala polivalente del
Courmayeur Forum Sport
Center, è
stata un succes
Organizzata dal Comité
de Courmayeur e l’Ammini
strazione comunale questo
nuovo appuntamento ha
voluto portare ai piedi del
Monte Bianco, appena pri
ma dell’avvio della stagio
ne invernale, un momento
di aggregazione inter-generazionale e socialità
pensato per incontrarsi e divertirsi tutti insieme,
prima di Natale, periodo sempre denso di impe
gni per tutta la comunità. Una serata di condivi
sione e spensieratezza, di chiacchiere e balli per
riscoprire la bellezza di stare insieme ‘in presen
za’. Nasce con questo spirito la prima edizione
della Féiha de Creméyerèn che si è aperta con
gli immancabili Badochys de Courmayeur, in un
vortice di danze che hanno coinvolto da subito i
molti presenti. A seguire l’ottimo aperi-cena nel
corso del quale tutti si sono ben comportati ri
l’Amministrazione comunale ha voluto dedicare
qualche minuto per un riconoscimento speciale
a coloro che si sono distinti particolarmente ne
gli interventi di emergenza a seguito della frana
del 5 agosto 2022 in Val Ferret. Sappiamo tutti
quanto sia stato duro il lavoro e quanto siano
del Comune e del Centro Operativo Comunale
(COC) nel gestire la situazione di emergenza e
nel riportare l’acqua nelle nostre case in soli due
giorni, nonostante la gravità del danno recati
Sindaco Rota e della presidente del Consiglio
comunale, Nicole Passino, è stato consegnato,
con la seguente motivazione:
.Il Comune di Courmayeur ringrazia per la par
tecipazione attiva e l’encomiabile lavoro svolto
nelle operazioni di soccorso e ripristino dell’ac
quedotto comunale gravemente danneggiato a
seguito dell’evento calamitoso in Val Ferret del 5
agosto 2022.
Per il grande senso di responsabilità, la professio
nalità, la competenza e la disponibilità che hanno
permesso di intervenire tempestivamente ?no a
riportare, in breve tempo, la situazione alla nor
malità, a favore dell’intera comunità”.
Gli attesta
ti sono andati a gruppo acquedotto:
Carmen
Mennella, Alex Glarey, Gabriele Iuele, Doriano
Jordaney, Fabrizio Salvadori (in pensione) Matteo
Pascal del servizio acquedotto, e ai componen
ti del
Centro Operativo Comunale:
Marco Va
gliasindi, Valter Tacchella, Nicola Bergomi, Dario
Sannicolò, Joel Crema, Mattia Gex, Luca Signore,
Mauro Maino.
La colonna sonora della serata è stata
gestita poi dall’allegria di Lady Barbara
a seguire dal Dj Set che hanno fatto dan
giovani.
Si è trattato indubbiamente di un mo
mento di cui Courmayeur aveva biso
gno, per ritrovarsi, e che non mancherà,
almeno nelle intenzioni, di essere ripro
posto il prossimo anno, visto il succes
so di presenze e i commenti di chi vi ha
preso parte.
FÉIHA DI CREMÉYERÈN, OTTIMO BILANCIO
ATTUALITÀ ED EVENTI
ATTUALITÀ ED EVENTI
li spazi della Chiesa Evangelica Valdese,
al 10 aprile 2023 l’esposizione “
Ski Vinta
ge Posters”
, un suggestivo viaggio tra manifesti
pubblicitari della Valle d’Aosta pubblicati a parti
re dagli anni Venti del ‘900. Questa opportunità ci
arriva attraverso la collaborazione con Gioachino
Gobbi che ha messo a disposizione una parte
della sua collezione privata, testimonianza della
sua passione e amore per la montagna.
lori, i soggetti e tutta la creatività delle prime edi
zioni che rendono protagonista la montagna, le
nostre Alpi e soprattutto lo sci, attraverso quella
che un tempo, e in parte anche oggi, è una for
ma di comunicazione che vuole “rapire gli occhi”.
re uno strumento importante di comunicazione
e pubblicità. Il testo non è più l’unico elemento
protagonista ma si inizia a privilegiare il poten
ziale dell’immagine per trasmettere il desiderio
e la curiosità di visitare un luogo o di praticare
un’attività.
.I manifesti furono lo strumento principe per divul
gare le attrattive turistiche e per stimolare la gente
al viaggio –
che accompagnano la mostra
fanno da guida
– La neve è sempre abbondante, è
sempre bianca, è sempre farinosa e il sole splen
de regalando una temperatura piacevole sia
per l’esercizio sportivo che per l’ozio. I colori sono
brillanti ed i protagonisti, quasi sempre in primo
piano e spesso femminili, hanno espressioni felici
e divertite. Le montagne non sono incombenti e
normalmente relegate sullo sfondo; non sono mai
le protagoniste”.
L’esposizione, a entrata libera, è
visitabile dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle
SKI VINTAGE POSTERS, UN SUGGESTIVO VIAGGIO TRA
I MANIFESTI PUBBLICITARI DELLA VALLE D’AOSTA
entotto giovani courmayeu
rins quest’anno hanno rag
giunto la maggiore età. Per
celebrare insieme questo impor
tante traguardo sono stati invitati
dall’Amministrazione comunale di
Courmayeur in Municipio per cele
brare, come di consueto, la maturità
Il Sindaco di Courmayeur,
Roberto
, l’assessora all’istruzione, cul
tura e politiche sociali,
Alessia Di
Addario
, la presidente del Consiglio
comunale,
Nicole Passino
, e il presidente del
Consiglio comunale dei Giovani,
Cédric Tam
hanno incontrato i giovani coscritti della
classe 2004 di Courmayeur, venerdì 25 novem
bre alle ore 18.
A prendere parte all’incontro anche la giovane ar
Caterina Gobbi
(con un saluto video inviato
ai giovani 18enni, non potendo presenziare) e la
Pietro Picco
, reduce da importanti
scalate sulle cime più alte del mondo in questi
anni. Caterina e Pietro sono stati invitati dall’Am
rie, esperienze tra arte e alpinismo, fossero di
ispirazione ai nuovi maggiorenni. Infatti, entrambi
in modo diverso e con aspirazioni diverse, hanno
fatto molte esperienze fuori Valle per poi ritor
nare ai piedi del Monte Bianco, un esempio per i
giovani che si apprestano a frequentare l’univer
sità oppure ad entrare nel mondo del lavoro.
I messaggi che gli intervenuti hanno lasciato ai
“nuovi cittadini” di Courmayeur sono stati molti e
profondi, utili da tenere a memoria. Dall’invito ad
una cittadinanza attiva e responsabile all’impor
tante invito a non “aver paura di sbagliare”. Cate
rina Gobbi, infatti, ha ricordato che sapere cosa
si vuole fare non è sempre facile e a volte capita
di cominciare dei percorsi, anche di studi, per poi
capire che non è quella la via giusta.
Come è capitato a lei che dopo l’uni
versità ha compreso che la sua stra
da era in realtà quella artistica. E così
è stato.
Similare è stato il percorso di Pietro
Picco: dal mare alla montagna, come
si suol dire. Dopo il diploma al liceo
linguistico di Courmayeur si è laure
ato all’università di Southampton in
Inghilterra. Lì è diventato ingegnere
navale, perché la sua grande passio
ne era la barca a vela. Ma poi Pietro
dopo le prime esperienze nel settore navale e
velistico ia cominciato a ripensare alle Alpi: “Ho
sentito di nuovo il bisogno di montagna – dice
– e così sono ritornato a Courmayeur”. E questo
è l’invito lanciato dall’Amministrazione comuna
le: girate il mondo, fate le vostre esperienze, ma
tornate ai piedi del Monte Bianco a portare il vo
stro ricco bagaglio per far crescere e migliorare
la nostra comunità”.
I coscritti del 2004 a Courmayeur sono:
Davide Abbruzzino, Jacopo Agazzini, Alessio
Arzu, Greta Boano, Myriam Cammarata, Gabriele
Cavallo, Danko Chihai, Giacomo Datrino, Mattia
De Feo, Aurora Di Vincenzo, Lorenzo Gambino,
Yasmine Hadiy, Lorenzo Liberatore, Jacopo Mai
no, Martino Moresi, Francesco Nieddu, Beatri
ce Nieroz, Costanza Orestano, Cecilia Pizzinato,
Gaia Presa, Capucine Gaia Raphael, Francesca
Savoia, Clarissa Spadon Lumignon, Giorgia Te
gas, Simone Tornago, Tommaso Torno, Elena
Zanchi, Andrea Iuele.
CONSEGNATA LA MATURITÀ CIVICA
AI COSCRITTI DEL 2004
stata avviata in Val Ferret, nel corso di que
ste settimane, la nuova sperimentazione
per l’accesso veicolare e la sosta attraverso
i nuovi varcii con barriera automatica. Un ap
proccio che cerca di dare una risposta ad un
problema annoso e di cui si discute da molti
anni. Questo nuovo sistema sperimentale, che
accesso alla valle contingentato e limitato agli
rispetto dei luoghi. Rispetto ad un primo avvio
programmato per il 7 dicembre, la sperimenta
zione è partita nei giorni successivi per motivi
Tale nuovo processo, che vedrà la stagione in
di quanto impostato e a migliorie successive, si
integra con la nuova zona di sosta blu a paga
mento in fraz. Planpincieux. Gli stalli a disposi
zione sono infatti
n. 90 posti a rotazione (zona
A) e n. 30 posti in abbonamento (zona B),
oltre
3 posti riservati ai veicoli al servizio di persone
con disabilità ai sensi dell’art. 188 C.D.S.
L’accesso alla Val Ferret e il controllo avvengo
no a La Palud, dove sono state posizionate 3
sbarre:
La barriera
più a destra
, riservata per la
salita dei clienti occasionali e accessibile
dai possessori di tessera e autorizzati
La barriera centrale
riservata agli auto
rizzati (tessere e Qr-Code) con possibile
inversione del senso di marcia, ingresso e
La barriera a sinistra
sempre riservata per
l’uscita.
Il pagamento potrà essere eseguito alla cassa
automatica posizionata nello slargo a monte del
ponte provvisorio sul torrente, oppure diretta
mente alle sbarre, in questo caso unicamente
con carta di credito. Per le persone che vogliono
semaforo verde per poi procedere al pagamen
to. Nel momento in cui i posti auto saranno com
pleti, il semaforo rosso non permetterà la salita,
in attesa che i posti auto disponibili si liberino.
LE TARIFFE DELLA SOSTA
La sosta a pagamento del parcheggio pubblico
dalle ore
alle ore
Gratuito la prima ora
per consentire cari
co e scarico di materiali e brevi sopralluo
€ 10,00 dal 61° minuto
mo di 4 ore
Oltre la 4 ore € 2,50 all’ora
– €
giornata
intera
Per i residenti e per ca
possibili abbonamenti
e card per il passaggio
e sosta, previa regi
strazione sull’apposita
piattaforma del gesto
re SIS Park, dove sono
consultabili tutte le in
formazioni utili, le pro
cedure, i moduli per
le richieste, e i numeri
telefonici di riferimento
per chiarimenti. La SIS
Park di Perugia gesti
sce oltre 400 parcheg
gi in tutta Italia.
LA PIATTAFORMA PER
LA RICHIESTA DEGLI
ABBONAMENTI E
CARD PER RESIDENTI
E CATEGORIE SPECIALI
È LA SEGUENTE:
courmayeur.sis.city
La sperimentazione è
l’atto conclusivo di un
lungo e impegnativo
lavoro portato avanti
dall’Amministrazione
comunale che “avvia
al controllo automatiz
zato delle valli, dopo
che per anni si è parla
to di contingentamento delle auto” ha spiegato
il Sindaco Roberto Rota in Consiglio comunale
Sarà certamente una scelta che raccoglierà po
lemiche
– ha aggiunto Rota –
perché le regole
?sse non piacciono a tutti, ma quanto de?nito
non è così lontano da quanto avveniva lo scorso
anno, dove c’era però un controllo con personale
invece che automatizzato. Questo inverno sarà
un test e ci sarà un risparmio di circa 40 mila euro
per il Comune rispetto ai precedenti costi di per
sonale per il controllo.
Questa fase sperimentale
necessita di investimenti importanti, per la modi
?ca alla viabilità, dal posizionamento delle sbar
re, alle casse, al software, oltre alla disponibilità
di un operatore h24. Non poteva essere dunque
gestita in CSC in quanto non in grado di fare un
investimento di tale entità per una sola stagione
e in quanto non portatore del necessario know
Il gestore ha fatto gli investimenti e mette
a disposizione il personale. La sperimentazio
ne dovrebbe permettere di procedere in modo
più ordinato e di conseguenza velocizzerà, nel
le intenzioni, anche il passaggio delle navette
di trasporto pubblico di Arriva, per cui vengono
mantenute le frequenze dello scorso anno.
Sul sito del Comune di Courmayeur
http://www.co
mune.courmayeur.ao.it
è possibile prendere vi
sione dell’informativa generale e delle relative
ordinanze e delibere in merito.
nizieremo la stagione invernale degli eventi del
la Biblioteca con gli immancabili appuntamenti
natalizi. Dopo che il
24 dicembre
alle ore 16,
saremo preparati all’arrivo di Rhémy de Noël con
laboratori creativi
organizzati da Courmayeur
Mont Blanc e realizzati da Palinodie Compagnia
teatrale, il
30 dicembre alle ore 21.15,
il clima na
talizio della biblioteca si tingerà di Noir grazie allo
Spettacolo Concerto “
Il Regalo di Natale di Aga
tha Christie
” a cura di Amina Magi. Sarà questa
un’edizione golosa e spaventosa di infusi di lettu
ra: un reading-concerto cie racconterà i segre
ti della vita di Agatha Christie per introdurre poi
uno dei racconti che la scrittrice ha dedicato al
Natale: “Il caso del dolce di Natale”, un’avventu
ra che avvolge il grande Hercule Poirot nella più
tradizionale atmosfera Natalizia della campagna
inglese tra neve, preziosi rubati e cadaveri. Due
voci, quella di Amina Magi e quella dell’attrice
Sara Zoia, daranno vita al mistero accompagnate
dal Sax e dalla voce di Mauro Majore, per ricreare
l’atmosfera tipica di un Natale anglosassone fatto
di calore, ironia e un pizzico di paura.
alle ore
, con il primo ap
puntamento delle “
Proposte di Lettura
” dell’in
verno 2023, parleremo di un grande personaggio,
Adriano Olivetti
, assieme all’autore del libro “
Un italiano del Novecento
”, di
Paolo Bricco
dialogo con il giornalista
Enrico Martinet
Proseguiremo il
, sempre
alle ore 18
, con
un’altra bella proposta di
lettura, sarà con noi
na Béthaz
do con
Andrea Borney
ci racconterà la sua storia
presentando il suo libro
“Un cuore in vetta. La se
conda vita di una donna
più forte del destino”
Le proposte di lettura tor
neranno con altri due ap
puntamenti: il
4 febbraio,
alle ore 21.15
, sarà la vol
Madame Gerbelle
storia di un dono»: la storia
della guaritrice
na Pallais
raccontata, con
parole e musica da
de Mancini
; il 24 febbraio,
alle ore
milanesità verranno in vacanza a Courmayeur con
Michela Proietti,
autrice del libro «
2. Il viaggio continua
» e
, autri
ce del libro «
Fare la moda. Storie di stilisti e dei
loro capolavori
no la saletta dei volumi storici e che vedranno in
scaletta,
sempre alle ore 18,
i seguenti argomen
Il lupo tra miti, leggende e ve
”, con Davide D’Acunto;
18 febbraio
Courmayeur. Quel gusto del
passato che non passa mai di moda
”, con
Stella Bertarione e Maria Cristina Ronc;
25 marzo
Acqua e Vita: probabilità di vita
nell’Universo
”, con Paolo Calcinese dell’Os
servatorio Astronomico di Saint Barthélemy;
1° aprile
“
La fauna delle Alpi
”, con Lolita Biz
zarri. Alla scoperta degli animali che nessuno
vede ma che sono intorno a noi;
l’8 aprile
Il Metaverso
”, a cura di Gianluca
Perrelli.
Sempre a gennaio inizieranno gli immancabili ap
puntamenti con
, la simpatica mascot
te della biblioteca di Courmayeur, tanto amata e
attesa dai piccoli utenti della biblioteca. Il tema
proposto dalla compagnia teatrale Palinodie sarà
tempo, metafore di stati
d’animo, le stagioni saran
no soggetto e oggetto de
gli appuntamenti in com
pagnia di M. Souris. Il ciclo
di racconti per bambini e
art attack prevede quattro
date,
tutte alle ore 17.30
il 28 gennaio, l’11 febbra
io, il 4 marzo e il 18 marzo.
Durante la settimana di
Carnevale, il
23 febbraio
alle ore 21.15
, presentere
mo lo Spettacolo Concer
to “
La Musica racconta il
» a cura di Amina
Magi, con l’attrice Nicole
Elena Champion e Ma
thieu Grange. Quante vol
LA BIBLIOTECA APRE LE PORTE ALL’INVERNO
CON UN RICCO CALENDARIO DI EVENTI
te bastano poche note di una colonna sonora per
farci rivivere un intero capolavoro del Cinema”
Grandi monologhi, segreti, aneddoti, immagini,
divi fantastici e artisti: è questa la magica fabbri
ca della fantasia che verrà raccontata ed evocata
accogliendo per una sera gli amanti della settima
arte, senza mai dimenticare la letteratura che ci
circonda in questo luogo meraviglioso e speciale
a cui il cinema è profondamente debitore.
Per la stagione invernale son stati, inoltre, orga
nizzati diversi laboratori per grandi e piccini per
promuovere momenti di arricchimento culturale
e di convivialità grazie a collaborazioni con as
sociazioni del territorio quali la Maison des An
ciens Remèdes di Jovencan, l’associazione Le
Bouquet – Patch Club di Gignod, la Società Co
operativa Sociale Noi e gli Altri di Aosta e l’as
laboratori prevede il coinvolgimento degli allievi
della scuola elementare di Courmayeur. Di se
guito le date previste:
10 febbraio “Petit soins d’hiver”
laboratorio
per la creazione di prodotti naturali, a cura
della Maison des Anciens Remèdes. Un labo
ratorio
alle ore 20.30
per un massimo di 15
partecipanti.
25 febbraio
“Viva il Carnevale!”
laboratorio
per scoprire la storia della maschera tipica del
Carnevale di Courmazeur. Un laboratorio
ore 17.00
per bambini dai 6 ai 13 anni e per un
24 marzo “Coccole di Primavera”
laborato
rio per la creazione di prodotti naturali, a cura
della Maison des Anciens Remèdes. Un labo
ratorio
alle ore 20.30
per un massimo di 15
partecipanti.
21 aprile “À chaque saison son remède”
boratorio per la creazione di prodotti naturali,
a cura della Maison des Anciens Remèdes.
Un laboratorio alle ore 20.30 per un massimo
di 15 partecipanti.
22 aprile Laboratori di Robotica Educati
, a cura di Cristina D’Arienzo. Tre laboratori
nella stessa giornata: alle ore 9.00 rivolto agli
allievi delle scuole elementari alle ore 14.00
e alle ore 16.00 per bimbi e ragazzi dai 5 ai
17 anni e per un massimo di 15 partecipanti a
laboratorio. Un secondo appuntamento, con
tre laboratori nella stessa giornata, è in via di
Novità di quest’anno saranno inoltre le
Attività di
Pet Therapy e Lettura Assistita con Animali
Corso di base di Patchwork
Per le attività di Pet Therapy sono stati organizza
ti due incontri, a cura di
Elena Chatel,
educatore
professionale socio-pedagogico ed addestrato
ConFIDO
in biblioteca”
che prevedono anche il coinvol
gimento dei bambini della scuola dell’infanzia di
le di acquisire conoscenze di base sui cani e il
loro comportamento così da migliorare la qualità
cultura del rispetto dell’animale. Durante gli in
contri, dopo una prima parte introduttiva di acco
glienza, verranno fornite le informazioni relative
al cane, al suo linguaggio e all’approccio corretto
da tenere con il supporto di apposito materiale.
Verrà quindi preparato insieme ai partecipanti lo
spazio per accogliere il cane. Al suo arrivo ver
allo stesso e successivamente verrà letta una
storia, sempre alla presenza del cane. Al termine
verrà consegnato un attestato di partecipazione
personalizzato. Due le date previste:
l’11 mar
alle ore 10
(incontro rivolto ai bambini della
scuola dell’infanzia L. Proment) e
il 15 aprile alle
ore 16.30
, incontro per un numero massimo di
15/20 bambini dai 6 ai 10 anni di età.
Per il Corso di base di Patchwork l’idea è quella di
organizzare un corso articolato in quattro incontri
di tre ore ciascuno nei quali verranno illustrate
ai partecipanti le tecniche base del patckwork.
I partecipanti realizzeranno un manufatto uti
lizzando le macchine da cucire che eventual
mente potranno essere fornite a coloro che ne
sono sprovvisti. Gli incontri si svolgeranno una
volta alla settimana nel periodo
dal 2 al 31 mar
un massimo di 7 partecipanti. Il materiale per la
realizzazione del manufatto verrà fornito dall’as
sociazione Le Bouquet – Patch Club di Gignod,
fornitrice del corso.
Maison Anciens Qemèdes
BIBLIOTECA
SAD&POE
HAIKU D’INVERNO
borgii
progetti
ziati dal Ministero. Recupero e valorizzazione
del patrimonio culturale e ambientale, pro
cessi di rigenerazione e coesione sociale a
partire dalla comunità locale.
Courmayeur Climate Hub,
il progetto presenta
to dall’amministrazione comunale a marzo 2022
nell’ambito dei fondi
ripresa e resilienza
“Bando borghi” linea B, ha
stero per un ammontare di
si aggiungono
350mila euro quale comparteci
pazione comunale
Il bando legato alla rigenerazione culturale, so
ziato 289 dei 1800 progetti presentati da Comuni
italiani sotto i 5mila abitanti e Courmayeur Clima
te Hub, realizzato in collaborazione con diversi
partner del territorio e non solo, ha puntato, nella
sua strategia e azioni, su 3
principali obiettivi:
introdurre nuove opportunità di frui
zione turistica/soggiorno sostenibile e
consapevole
sul territorio, svincolate dalla
cadenza stagionale e dall’univoca declina
zione del binomio tempo libero/sport;
ampliare
trattiva di Courmayeur
attraverso i nuovi
spazi di riferimento e come “Hub” di studio
e resilienza ai cambiamenti climatici e su
forme sostenibili di vivere la montagna,
consentendo prospettive residenziali/oc
nuove generazioni di abitanti;
favorire lo sviluppo di percorsi parteci
pativi e di cittadinanza attiva
attraverso il
al tempo stesso inclusione sociale e qua
lità della vita e contrastando le tradiziona
montagna come luoghi a rischio di isola
Cosa vuol dire e come si traduce in concreto?
Courmayeur Climate Hub prevede 10 linee di
intervento, che hanno come punto nodale la
dell’
Hotel
(1mln circa) e
recupero
esistenti nella sala principale
(190mila euro).
Lo spazio, situato nel centro storico di Cour
mayeur, fungerà da centro nevralgico intorno
al quale ruoteranno servizi, e attività. A partire
dalla primavera 2023 verranno organizzati una
serie di appuntamenti ed eventi che accom
pagneranno il progetto per tutta la sua dura
ta (giugno 2026). In questi momenti si metterà
futuro, alla ricerca di una visione che, legata
all’evoluzione dei cambiamenti climatici e alle
sue ripercussioni sulla dimensione economica,
sociale e turistica locale, sia in grado di fornire
elementi utili a rimodellare il sistema locale.
Le 10 azioni del progetto, i cui interventi dovran
no essere chiusi entro il 2026, sono focalizzate
dunque a creare nuovi contenuti utili a sviluppa
re attività che da una parte rivalorizzeranno un
luogo importante della storia locale, l’Ex Hotel
un programma di iniziative collaterali che coin
volgeranno la comunità locale con un’attenzione
particolare ai giovani.
Courmayeur Climate Hub propone un sistema
integrato di interventi focalizzato sulla resilienza
e sull’adattamento al cambiamento climatico ed
ai suoi impatti socio-economici, puntando sullo
sviluppo di nuove forme dell’abitare e del vive
re la montagna in maniera sostenibile. Tutto ciò
mettendo al centro il raggiungimento di un
vo equilibrio tra uomo e ambiente
attraverso il
recupero e la valorizzazione del patrimonio cul
turale e ambientale, e innescando un processo
di rigenerazione e coesione sociale proprio a
partire dalla comunità locale.
Protagonista di questo processo e di questa vi
sione sarà dunque la comunità e la sua parte
cipazione alle iniziative e momenti che saranno
organizzati sul territorio. Obiettivo generale è
quello di trovare soluzioni che sappiano essere
risposte preventive alle mutazioni che il sistema
montagna vivrà con i cambiamenti climatici.
COURMAYEUR CLIMATE HUB
I GIOVANI PROTAGONISTI DI NUOVE VISIONI
CHE GUARDINO ALLA COURMAYEUR DEL FUTURO
VITA DI PAESE
VITA DI PAESE
tive del PNRR ma soprattutto per avviare quanto
prima la fase operativa.
Courmayeur Climate Hub
vuole aprire la strada
a nuove prospettive professionali, rivolte in parti-
colare modo alle
nuove generazioni,
focalizzate
sull’individuazione di nuove opportunità di vivere
ferta di soggiorno, la creazione di nuovi attrattori
co, fornendo strumenti e percorsi per i giovani e
gli studenti che consentano di avvicinarsi ai nuo-
vi trend economici e tecnologici.
Saranno proprio le opportunità fornite dalla tra-
sformazione digitale e tecnologica, applicate al
rouge da seguire.
Courmayeur può diventare un grande labora-
torio a cielo aperto in cui innovazione e tec-
nologia supportano i processi di adattamento
ai cambiamenti climatici.
Tutti i format proposti
nelle diverse linee di intervento del progetto la-
vorano in maniera sinergica sui diversi target.
LA RIQUALIFICAZIONE DELL’EX HOTEL ANGE
euro) sono le due azioni principali delle dieci in-
dividuate nel progetto. Il complesso dell’Ex Ho-
tel Ange rappresenta un elemento storico-cul-
turale identitario nel patrimonio di Courmayeur,
in pieno centro cittadino e indissolubilmente in-
trecciato con lo sviluppo del turismo e con l’e-
volversi della conformazione urbana dell’antico
mentale nella valorizzazione del centro storico
del Comune. La
interessa i vo-
lumi del
Salone e del Foyer
al piano primo
piano secondo
, attualmente in condizioni di
precario stato di conservazione e permetterà di
restituire alla comunità questi ambienti di grande
valore culturale e identitario.
Gli interventi saranno di tre tipi:
conservativo
, volto al recupero delle compo-
nenti edili preesistenti quali le murature por-
le zone di interfaccia con gli altri corpi di fab-
brica e l’inserimento dell’immobile nel conte-
sto circostante;
, rispetto alle situazioni di de-
grado e incongruenza architettonica generate
da precedenti interventi impropri che hanno
compromesso la qualità edilizia complessiva
nel suo complesso;
integrativo
, prioritario per la funzionalità, tra-
mite l’integrazione architettonica di un nuo-
vo volume tipo loggiato esterno, di carattere
contemporaneo ma formalmente compatibi-
le con la preesistenza e con la cultura archi-
tettonica locale.
VITA DI PAESE
Nella ricerca dell’architetta Diana Costantini, che
si è occupata, tra l’altro, della ricostruzione sto-
rica legata all’Hotel Ange, si possono ammirare
alcune delle pochissime immagini che ritraggo-
no l’Hotel Ange al momento del suo splendore
agli inizi del Novecento. “
Si deve, infatti, alla ge-
stione dei Fratelli Peraldo una delle pochissime
rappresentazioni gra? che dell’Hotel Ange –
scrive
Costantini
– quale manifesto pubblicitario dell’e-
poca. La stessa famiglia lo gestirà ? no agli Anni
80, quando, in mancanza di eredi, viene venduto
alla società ANGE s.n.c che metterà in atto un’o-
perazione immobiliare con un radicale cambio
di destinazione d’uso che trasformerà in maniera
de? nitiva la consistenza del fabbricato da struttu-
ra ricettiva a residenziale. I corpi di fabbrica con-
tenenti il Salone e il Foyer, alienati dai successivi
progetti di trasformazione degli anni Duemila,
rappresentano l’ultimo tassello ancora in disuso
dell’intero complesso edilizio. Questi ambienti,
seppur giunti a noi in evidente stato di degrado,
costituiscono l’unica testimonianza diretta ed
originale della magni? ca table d’Hote dell’Hotel
Ange voluta dai Fratelli Giachino a ? ne Ottocento”.
si lega alla vocazione turistico-termale di Cour-
mayeur, e a quel “passar le acque” come si soleva
dire un tempo, che prevedeva soggiorni prolun-
gati, ricchi di comfort e di amenità, ovviamente
per coloro che potevano permetterselo. A tale
scopo vennero allestite la casa parrocchiale e
le case-forti delle famiglie ricche del paese, due
delle quali furono acquistate nel 1711 dall’abate
Persod, prevosto del Gran San Bernardo e quindi
esperto in ospitalità, e trasformate in alberghi. Il
primo, appartenente alla famiglia De Curia Maior,
fu l’Hôtel de l’Union, l’altro
l’Hôtel de l’Ange
casa-forte dei Piquart de la Tour e in seguito dei
Carron., l’albergo passò all’Ordine Mauriziano. A
SPORT OUTDOOR A COURMAYEUR: NOVITÀ PER IL 2023
INCONTRO DEL 9 DICEMBRE 2022
Fondazione Courmayeur e Fondazione Montagna Sicura focalizzano l’attenzione su quattro sport
particolarmente praticati in Valle d’Aosta: i) Sci alpino, ii) Sci alpinismo iii)
Trail running
, iv)
Mountain
Un primo incontro, tenutosi il 9 dicembre 2022, è stato l’occasione per ascoltare i protagonisti di
queste discipline che, a diverso titolo, si sono messi a disposizione per tratteggiare il quadro delle
novità che ne caratterizzeranno la stagione 2023 a Courmayeur.
Si tratta di sport con caratteristicie distinte ma con due comuni denominatori: una sempre mag
outdoor
, cioè si svolgono all’aria aperta. Due vengono prevalentemente praticati durante l’estate,
mentre gli altri due principalmente durante l’inverno. Il diritto li (in)segue e spesso, purtroppo,
Proprio con riferimento a questo ultimo aspetto, l’incontro è stato anche l’occasione per lanciare
un progetto più ampio. Difatti, Fondazione Courmayeur e Fondazione Montagna Sicura hanno
intenzione tra il 2023 e il 2024 – sempre con riferimento a questi quattro sport – di promuovere
una serie di incontri tesa a individuare un quadro di riferimento sulle responsabilità che si possono
si approfondiranno le responsabilità del gestore degli impianti di risalita; dei Sindaci dei Comuni
montani; dei professionisti della montagna (guida, maestro e accompagnatore); di chi tali sport
Maurizio Flick
Fino a trenta, quarant’anni fa, il rapporto tra fru
itore della montagna (sciatore, alpinista, scialpi
nista, escursionista) e operatore della montagna
in senso lato (maestro di sci, guida alpina, gesto
re degli impianti e delle piste da sci e pubblico
amministratore dei comuni montani) aveva dei
connotati del tutto peculiari, determinati dal fatto
che entrambi i soggetti del rapporto erano ben
coscienti che gran parte del fascino dell’attività in
tare la tensione generata dal pericolo e superarla
Poche negli anni ’60 e ’70 sono state, ad esem
pio, le controversie tra guida alpina e cliente
giunte in aule giudiziarie. Ciò è strano conside
rato l’alto numero di sinistri che si registravano
nella pratica dell’alpinismo. La spiegazione più
L’autore, componente del Comitato scienti?co della Fonda
zione Courmayeur, insegna Diritto Forestale e Ambientale
presso l’Universita di Padova ed esercita la professione di
Avvocato presso il Foro di Genova.
plausibile è da ricercarsi nel principio di autore
sponsabilità, che comporta una forte assunzione
del rischio da parte di colui che si approccia a
una determinata attività, in questo caso colui che
fruisce della montagna.
Tra quelle poche risalenti sentenze, la maggior
parte erano assolutorie per le guide, esclude
vano ogni tentativo di inversione dell’onere del
EVOLUZIONE DEL DIRITTO
DELLA MONTAGNA E NUOVI NODI
DA SCIOGLIERE
la prova a suo sfavore. Sembrava sussistere nel
rapporto guida-cliente una sorta di patto implici
to di esonero della responsabilità per colpa della
Questo era particolarmente vero nel tempo in
cui il mestiere di guida alpina aveva una conno
tazione turistico-elitaria, caratterizzata da un’ac
cesa passione per la montagna, accompagnata
spesso da una poderosa preparazione e capa
cità tecnica, da un forte spirito di rispetto e di
solidarietà sia nella guida alpina che nel cliente.
Il medesimo discorso valeva per il rapporto tra
allievo e maestro di sci.
E ancora, discorso similare si potrebbe fare con
riferimento al mutato rapporto intercorrente tra
gestore delle piste e degli impianti e sciatore. In
tore infortunatosi aveva discrete probabilità di
ottenere il risarcimento del danno per il sinistro
in caso di sinistro sulla pista. Oggi questi ultimi
sono molto più frequenti.
Non molto diverso è l’ampliamento delle maglie
dei risarcimenti a cui abbiamo assistito anche in
tema di responsabilità del pubblico amministra
giurisprudenza è oggi radicalmente cambiata e
vere di custodia in capo alla P.A.
C’è un aspetto importante da prendere in con
siderazione per leggere questi dati: rispetto al
passato, oggi, la realtà è mutata. L’aumento del
benessere, il conseguente aumento delle capa
pre più larghi della popolazione, la facilità e la
rapidità dei trasporti, anche via fune, la scoper
alpino, hanno portato sulle montagne – oramai
tutte ampiamente scoperte e prive di segreti –
mediamente privi non solo di cognizioni tecni
co-alpinistiche, ma spesso anche di semplice
spirito sportivo, o addirittura di senso ecologico,
Copertina del volume n. 24 della Collana Montagna,
Qischio e Qesponsabilità
FONDAZIONE COURMAYEUR MONT BLANC
LE PROSSIME INIZIATIVE IN CALENDARIO
Il potere del pallone.
Economia e politica del calcio globale
Presentazione del libro (ed. Il Mulino).
Partecipa
Andrea Goldstein
autore del volume, economista, socio fondatore M+M
Idee per un Paese migliore.
Introduce
Camilla Beria di Argentine
vice presidente
della Fondazione Courmayeur Mont Blanc
Dialoga con l’autore
Andrea Chatrian
giornalista de
La Stampa.
Giovedì 29 dicembre 2022, Courmayeur,
Sala Fondazione Courmayeur
Giornata formativa
rivolta agli studenti
del Liceo linguistico di Courmayeur
organizzata in collaborazione
con l’Associazione Club Asia
gennaio 2023, Torino,
Museo Arte Orientale
Architettura e ambiente alpino.
ArchAlp numero 9
Webinar
organizzato in collaborazione
con l’Istituto di Architettura Montana –
IAM del Politecnico di Torino
febbraio 2023
Lezione di Courmayeur
Incontro con il
Professor Carlo Carraro,
Qettore emerito dell’Università Cà Foscari di Venezia
su temi economici e di attualità
aprile 2023, Courmayeur
Progettazione ecocompatibile
dell’architettura
Atelier didattico (quarta edizione) organizzato
in collaborazione con il Politecnico di Torino
marzo 2023, Courmayeur,
Sala Fondazione Courmayeur Mont Blanc
giugno 2023, Courmayeur
Sport outdoor
Incontro nell’ambito del Programma pluriennale
Montagna, Qischio e Qesponsabilità
organizzato
in collaborazione con la Fondazione Montagna Sicura
primavera 2023, Courmayeur
desiderosi di emulare i modelli imposti dai
, ma incapaci di valutare il rischio che vanno
ne consapevolmente la responsabilità.
Molto è cambiato in questi anni e i casi ora breve
mente illustrati sono solo la punta di un
iceberg
che non può essere oggetto di approfondimento
nel presente scritto, ma che permette di com
prendere come attualmente vi sia una tendenza
generale che non può essere ignorata.
In relazione a tale nuovo tipo di fruitore della
montagna, l’ordinamento ha cercato di trovare
forme di tutela più appropriate, aprendosi mag
giormente alle pretese dei danneggiati, non vo
lendo – o forse non potendo – più seguire pe
dissequamente la teoria dell’autoresponsabilità,
espressione di una mentalità individualistica che
sembra mal conciliarsi con le nuove concezioni
Un più sviluppato senso della solidarietà porta
oggi a proteggere l’uomo-massa dalla sua stes
sa volontà di esporsi al rischio, soprattutto quan
do vi sia sottovalutazione del pericolo a cui egli
si espone, spesso semplicemente per ignoranza.
La montagna deve oggi misurarsi con dinami
che contraddittorie dove troppi chiedono mag
giori tutele, sicurezza, protezione, spesso senza
ragionare minimamente sul concetto di auto-re
sponsabilità e su una maggiore consapevolezza
La conseguenza è che quando un soggetto su
bisce un danno, troppo spesso, invoca a gran
voce protezione, chiede tutela giuridica, civi
le e/o penale, chiede indennizzi e risarcimenti,
chiede che venga individuato un colpevole di
quel fatto a cui magari ha fortemente concorso.
È cresciuta in maniera esponenziale la convin
zione che ad ogni rischio deve corrispondere per
forza la responsabilità di qualcuno, così come è
attesa” a tutti i costi.
Fondazione Courmayeur Mont Blanc tratta que
ste problematiche dal 1993. L’intensa attività di
ricerca e confronto tramite la Collana
Montagna,
Qischio e Qesponsabilità
, ha consentito alla Fon
dazione nel corso di questo lungo periodo, di as
sumere una
leadership
in quest’area, riconosciu
ta a livello nazionale ed internazionale.
Proprio sulla base di questa pluriennale espe
rienza Fondazione Courmayeur Mont Blanc in
sieme a Fondazione Montagna Sicura ha deciso
di avviare un nuovo progetto teso ad approfon
dire le tematiche sopra prospettate.
(v. box a lato)
VITA DI PAESE
quella sostenuta a chiusura di uno degli
appuntamenti della rassegna “Incontri di
Courmayeur”, che Fondazione Courmayeur or-
ganizza da ben venticinque anni, sollecitino un
approfondimento.
L’incontro, avvenuto il 14 agosto scorso all’ex Jar-
din de l’Ange, dall’eloquente titolo
”I protagonisti
dello sviluppo di Courmayeur”
ha visto sul palco
tre personalità che, a vario titolo, sono stati e sono
ancora legati al paese:
Giuseppe De Rita,
fatto un excursus sullo sviluppo economico e
sociale di Courmayeu
r, Maria Sebregondi,
ha portato i suoi ricordi di villeggiante habituée,
croméyeuren, che ha
presentato il suo libro
“ Croméyeuï Mon Blan
Il libro grazie alla sua festosa veste rossa, su cui
spicca, in bianco, il nome in patois del paese, alla
ressanti ed originali immagini a corredo del testo,
si presta ad essere un piccolo prestigioso regalo
per amici e clienti abituali, italiani e stranieri gra-
zie alla contestuale versione in inglese, perfetto
sul tavolo del soggiorno e, come una scatola di
ottimi cioccolatini, gustato a piacere.
sulto della patoisante presente all’incontro”
Quella fatta dal dott. Gobbi al termine dell’e-
vento, secondo cui
:” il patois non ha il futuro
tra i suoi tempi verbali, proprio per aderire ad
una società di montagna che ha trovato il suo
equilibrio e in cui non c’è niente da cambiare”.
Davvero il francoprovenzale è monco di una for-
ma verbale così densa di implicazioni mentali”
Il patois, meglio, il francoprovenzale è una lingua
gallo-romanza, parlata dalle popolazioni che, in
Italia, abitano la Valle d’Aosta, l’alta Valle di Susa,
valli Orco e Soana, Valli di Lanzo, Ceronda e Ca-
sternone, Val Cenischia e Val Sangone e due pic-
cole poco note enclaves in provincia di Foggia:
Celle di San Vito e Faeto.
Al di là delle Alpi, il francoprovenzale è parlato
in parte dei dipartimenti della Loira, del Rodano,
Doubs, Jura e Ain e nei dipartimenti della Savoia
timenti dell’Isère, della Drôme
) e nel Lionnese
amministrativi delle vecchie sedi vescovili di Lio-
ne e Autun) ed ancora nella Svizzera Francese:
Neuchâtel, Vaud, nel Ginevrino e in parte nel Fri-
burghese e nel Vallese.
Credits: Qegione autonoma della Valle d’Aosta
http://www.patoisvda.org
Una lingua innestata sul tardo latino volgare,
nominata franco-provenzale per la prima volta
nel 1873 da
Graziano Isaia Ascoli
, il padre della
parole: “
Chiamo franco-provenzale un tipo idio-
matico, il quale insieme riunisce, con alcuni suoi
caratteri speci? ci, altri caratteri che parte sono
comuni al francese, parte lo sono al provenzale,
e non proviene già da una tarda con? uenza di
elementi diversi, ma bensì attesta la sua propria
indipendenza istorica (…)”.
Una lingua orale, (la lingua scritta è stata per al-
meno quattro secoli, il francese) una lingua d’uso
strettamente connessa ed in simbiosi con il suo
territorio e proprio per questo, per la necessità di
nominare il suo intorno, ricca di nomi, quindi non
povera ancie se non scritta: sono infatti rarissimi
e tutti redatti oltralpe, gli scritti rinvenuti nei se-
coli che precedono l’800.
E in Valle d’Aosta?
Nulla di scritto che sia noto,
verbi che ogni generazione ha tramandato oral-
mente alla successiva; nulla di noto sino a metà
800 quando emerge un pioniere che non solo
scrive poesie e racconti in patois ma con chia-
PATOIS: UNA LINGUA PRIVA DEL FUTURO
INDICATIVO O DI UN FUTURO TOUT COURT?
Césarine Pavone
ro intento didattico e divulgativo dà alle stampe
Petite grammaire du dialecte val
dôtain
” e poi l’opera maggiore: “
Dictionnaire du
patois valdôtain
“ a cui ia lavorato per decenni:
l’incontournable Abbé
Jean-Baptiste Cerlogne
ritenuto a buon diritto il fondatore della letteratu
ra valdostana.
Sfogliamola dunque la “Petite Grammaire du
dialecte valdôtain”: troveremo conferma al dub
bio iniziale”
Troveremo esempi di verbi coniugati al futuro”
Sì, J.B. Cerlogne ne riporta sia per i verbi regolari
che per gli irregolari. Sarebbe stato davvero sin
golare che una lingua neolatina non presentas
se la forma verbale al futuro, una forma che per
linguisti, è emersa attraverso un lento e graduale
processo che, caduto il latino, ha portato ad una
vera e propria innovazione: da una struttura peri
presente indicativo habere, ad una struttura sin
scomparsa dell’h latina e la spirantizzazione del
la b intervocalica, grammaticalizza il verbo avere,
trasformandolo in desinenza autonoma legata al
verbo, variamente declinato. (
facere habeo
(da) fare’�
farò
– dze fari )
Va tuttavia aggiunto che, come scrive in un suo
puntuale studio il dott.
Saverio Favre
linguistica in UNIVDA e direttore del BREL, at
tualmente nei diversi patois valdostani, il futuro
è reso con il presente indicativo seguito dall’av
verbio “pe” “pue” “poué” “puì”; “dze vou-pe” “dze
te ecrio-pe”, una soluzione perifrastica, pratica
e facile da rendere rispetto alla coniugazione
del futuro sintetico, ma, aggiunge il dott. Favre,
il futuro sintetico, pur usato in determinati conte
sti, esiste ovunque in VdA, sia per esprimere un
evento incerto o un dubbio o ancora un’intenzio
ne o una volontà. Potremmo mai pensare ad un
campagnar che non si interroga sulla sorte del
suo raccolto” Cie non si sia mai ciiesto se la sua
amata mucca darà alla luce un vitellino o una vi
tellina” Una ragazza se il bel giovane cie ia visto
al ballo, ricambierà il suo interesse” No vero”
Appurato che il patois non è privo di forme ver
Credits Centre d’études francoprovençales .Qené Willien”
VITA DI PAESE
Gobbi, rimane da capire se ci sia mai stata una
etnia montanara che abbia trovato il suo equili-
brio e che abbia pensato che non ci fosse nulla
da cambiare, ma l’argomento ci porterebbe trop-
po lontano.
È vicina invece la preoccupazione per la sorte
della lingua Francoprovenzale: avrà un futu-
Il dott. Favre nella sua prefazione alla ristampa
del Dictionnaire du Patois Valdôtain di Cerlogne
(Le Chateau 1995) alla luce del successo otte-
nuto dalla scuola popolare di patois, organizzata
dall’assessorato regionale alla Pubblica Istruzio-
ne, esprimeva un cauto ottimismo sul rilancio
di questa lingua che dal secondo dopoguerra
in poi aveva visto diminuire notevolmente il suo
uso anche tra i valdostani autoctoni.
Purtroppo non ci sono dati recenti né un vero e
proprio censimento (salvo risalire a quello del
1921 che presentava anche una domanda riguar-
dante lingua parlata) che dia un’informazione
Valle d’Aosta. L’unico dato recente a cui si può
fare riferimento è un sondaggio, un’indagine so-
cio-linguistica, commissionata dalla
Fondazione
Emile Cianoux
, in collaborazione con vari centri
di studi linguistiici anche d’oltralpe, patrocinata
missione Europea, che si è svolto nel settembre
2001 mediante la distribuzione, in tutti i comuni
valdostani, di 7500 questionari consegnati ad un
campione di residenti, scelti casualmente, pre-
senti nelle liste elettorali di età non inferiore ai 18
anni suddivisi in 5 classi di età – più un piccolo
campione extra per la classe di età compresa tra
i 12 e i 18 anni. L’esito: il 71,6% degli intervistati ia
dichiarato l’italiano come propria lingua madre e
il 16% circa il patois ma solo lo 0,50% del cam-
pione lo utilizza per scrivere. Il 76, 4% diciiara di
conoscere il patois e l’81,8% diciiara di capirlo,
è parlato solo dal 45,8% degli intervistati, per-
centuale cie crolla allo 0,12% alla domanda: “in
quale lingua scrive per motivi professionali e/o
personali””. Il patois è la prima lingua parlata da-
gli intervistati delle classi anziane e la seconda
lingua parlata dai valdostani, terza ma a notevole
distanza, il francese. Compresenti, ma con per-
centuali limitate, il piemontese ed i nuovi idiomi
parlati dagli immigrati.
A distanza di 20 anni dal sondaggio siamo di
fronte ad una decisa e crescente italianizzazione
della Valle d’Aosta o il patois ha consolidato il suo
risposta attendibile, non ci sono dati che possa-
no corroborare l’una o l’altra tendenza. Dal 1992,
anno in cui gli Stati membri del Consiglio d’Euro-
pa hanno redatto la
Carta Europea delle lingue
regionali o minoritarie
(l’Italia non l’ha ancora
gue minoritarie e ne promuove l’uso orale e scrit-
to con la messa a disposizione di mezzi che ne
consentano l’apprendimento – e dal 1999 anno di
promulgazione della legge
482/99
riconosce la presenza in Italia di 12 minoranze lin-
guistiche storiche), molte amministrazioni pub-
bliche si sono attivate nel senso prescritto dalla
Carta e dalla legge citata. In Valle d’Aosta ben
prima della promulgazione della legge 482/99,
su iniziativa di cittadini, su tutti
René Willien
l’Amministrazione pubblica ha dato ascolto, nel
1963 è stato inaugurato, a Saint Nicolas, il Musée
Cerlogne con lo scopo di riunire pubblicazio-
ni, manoscritti ed oggetti dell’Abbé Cerlogne e,
sempre su impulso di René Willien, nel 1967 fu
fondato le
Centre d’études francoprovençales
(poi intitolato al suo fondatore) con la missione
di conservare e catalogare i lavori del
Concours
Cerlogne,
la cui prima edizione risaliva giustap-
punto al 1963 e da allora di anno in anno vede la
partecipazione degli allievi di numerose scuole
Centre Qené Willien
VITA DI PAESE
cui si è aggiunta la
promozione di studi
e ricerche sul franco-
provenzale e sull’et-
nologia valdostana,
l’organizzazione di
stages e la gestione
della biblioteca.
Risale invece al 1985
l’istituzione, con leg-
ge regionale 35/85,
Bureau Regional
Pour L’Ethnologie
Linguistique,
ferente all’Assessorato regionale alla Cultura e
innestato sulle attività già messe in cantiere dal
Centre d’études francoprovençales e dall’Asso-
ciation Valdôtaine des Arciives sonores: pro-
e linguistiche, raccolta e conservazione cata-
iniziative su cui ha lavorato il Bureau, ne va ri-
cordata una di ampio respiro:
l’Atlas des Patois
Valdôtains
Centre d’études francoprovençales con l’intento
di rappresentare sulla carta regionale le varianti
locali dei vocaboli della lingua FPV; il suo primo
volume “Le lait et les activités laitières” è stato
pubblicato nel 2020 e presentato nel maggio
Risale invece al 1995 la nascita dell’ “
École po-
pulaire du patois”
, un progetto promosso
dall’Amministrazione regionale con l’intento di
di approfondimento e scrittura anche in forma
teatrale. L’école – che ha avuto più fortuna del
progetto sperimentale di inserimento dell’inse-
gnamento del patois nelle scuole dell’obbligo
scolastico che si è esaurito dopo pochi anni (for-
se perché proposto come facoltativo e in orario
extra-scolastico) – è rivolta a nuovi e vecchi pa-
toisants che vogliono imparare o perfezionare
il loro patois, ed è gratuita. Molti Comuni hanno
aderito al progetto, tra cui anche il comune di
Courmayeur che negli ultimi anni ha promosso
un corso di Théâtre en patois, tenuto dal maestro
Elisée Lumignon.
Sempre l’Amministrazione regionale ha dato av-
vio al “
Guetset leungueusteucco
”- “
Sportello
linguistico- Lo gnalèi
a cittadini e docenti, consulenza su testi in patois,
Basta scorrere il sito
del francoprovenzale
in Valle d’Aosta
TOIS VdA
per render-
si conto di quante ini-
ziative, pubblicazioni,
attività, corsi, mostre,
concorsi, sono stati
messi in campo da-
gli anni 70 in poi con
un non scontato suc-
cesso di pubblico e
partecipanti. Un suc-
cesso che testimonia
una, forse, inattesa
vitalità del patois che fortunatamente smenti-
sce le fosche previsioni fatte nel 1907 da l’
Henry
nella postfazione al già citato Dictionnai-
re dell’abbé di Saint Nicolas: ”
J’ai dit que M. Cer-
logne est le premier écrivain du patois: il est peut-
etre aussi le dernier… non seulement le français
mais même le patois tend à disparaître de chez
nous… le patois fait comme autrefois les Salasses,
il s’enfuit, il se sauve dans les enfoncements des
vallées. Combien de temps soutiendra-t-il encore
cet assaut furieux qui lui vient de la plaine. Nul ne
le sait
…”.
No, l’abbé Jean Baptiste Cerlogne non è stato
l’ultimo scrittore francoprovenzale, al contrario,
se il suono del patois non si sente molto in Val-
le, e anche i patoisants hanno ormai un lessico
ben povero!, molte sono invece le voci di scrittori
e scrittrici che da allora, in varie forme, si sono
espresse in patois, non ultimo proprio il dott.
che, per dirlo con le sue parole,
l’ultimo dei suoi “36 quadri” che compongono
Croméyeuï Mon Blan
” è scritto in patois: “
l’unica
lingua con cui ho sempre parlato con i miei nonni
e con mia madre…”
que. Custodiamola con cura, facciamo in modo
che non rimanga un reperto museale e ricordia-
moci che il
21 febbraio
prossimo, e così tutti i
prossimi 21 febbraio, si festeggerà “
la giornata
internazionale della lingua madre
”, una giorna-
ta istituita nel 1999 dall’UNESCO a sostegno del-
la promozione e della tutela del multilinguismo.
Nota Bene
: Césarine non è un’esperta, ia “zero
tituli”, è solo una patoisante curiosa che si è av-
valsa delle competenze di cii sa e condivide:
Saverio Favre – il BREL- il Centre d’études Fran-
coprovençales “René Willien”- La Fondazio-
ne Emile Chanoux – Elisée Lumignon – Matteo
Ghiotto.
MONTAGNA
ilmmaker, regista, fotografa incantata dal-
la bellezza e dagli ambienti glaciali e dalle
forme del Monte Bianco, delle Grandes Jo-
rasses e dell’Aiguille Noire de Peuterey.
Elettra
ha legato gran parte della propria attivi-
tà artistica alla montagna e in particolare al Mon-
te Bianco. Courmayeur è diventata casa. Luogo
da cui partire per esplorare, fotografare, salire.
Cosson, fotografo di montagna, guida alpina e
gestore del Rifugio Bertone, ricorda certamen-
to nel gruppo del Bianco, con una meravigliosa
sopra le vette. Elettra Gallone sembra seguire
menti di vicinanza con lo sguardo e la sensibilità
estetica di Cosson. Elettra però è anche regista,
ha potuto lavorare e formarsi con il cineasta di
Monaco di Baviera Werner Herzog, il maestro
“Il grido di pietra”, “Cuore di vetro” e il documen-
tario “Nomad” dedicato allo scrittore e viaggia-
tore Bruce Chatwin (“In Patagonia”). Sull’Isola di
Lanzarote Elettra ha partecipato sotto la guida
di Herzog alla residenza del progetto artistico
di “la selva”, dove ha realizzato due opere. Il suo
primo lungometraggio, “Incontrando Samir la
sera”, è stato di recente presentato al Filmmaker
Festival di Milano. Racconta la vita e la storia di
un homeless a Milano. Elettra ha anche diretto
il cortometraggio “Pilastro Nero”, che la scorsa
estate è stato proiettato a Courmayeur sia in una
serata di freddo pungente all’Hobo Camping in
Val Veny, sia al Jardin de l’Ange nell’ambito degli
eventi di Courmayeur Mont Blanc, alla presenza
in questa occasione del prete-alpinista polacco
Don Gregorio Mrowczynski, seduto ovviamente
monianze dirette della spedizione sul Cholatse
in Nepal di Matteo Stella, alpinista ed esperto di
abbigliamento ed attrezzature per la montagna
molto conosciuto a Courmayeur, e dell’amico ed
dicembre al festival Moc Gor a Zakopane in Po-
lonia che fa parte della Mountain Film Alliance.
Elettra, partiamo dal corto “Pilastro Nero”.
Com’è nato e come lo hai sviluppato?
«È estate, Matteo mi comunica la sua intenzione
di partire per il Nepal. L’obiettivo è scalare il Cho-
latse, cima himalayana poco conosciuta che
raggiunge i 6440 metri di altezza. Avendo no-
tato quanto lui ami comunicare e raccontare le
sue esperienze in montagna attraverso il video,
piuttosto che a voce, decido quindi di comprare
una nuova GoPro. Partono. Lui, Riccardo e que-
sta piccola telecamera che registra e diventa
un diario di bordo. Matteo la usa come se fosse
un taccuino capace di fermare ogni momento,
ogni ricordo. Diventa un’amica con cui parlare e
condividere lo stupore e la gioia di luoghi nuovi.
Da casa seguivo le condizioni meteo per capi-
re il vento. Nessun modo di comunicare. Unico
dato variabile in quanto non c’erano perturbazio-
ni previste. Vento che oscillava tra i 30 km/h e i
70 km/h. Non sapevo dove fosse, quando sa-
rebbe salito. Mi giunge voce dalla compagna di
Riccardo che non ce l’hanno fatta. Mi spavento.
Temo il peggio. Mi arriva una chiamata — Ce l’ho
fatta! Abbiamo raggiunto la cima! Non quella!
Un’altra! Una inviolata! Ti rendi conto” Non era
mai salito nessuno! — Il ghiacciaio, in assenza di
precipitazioni e per il forte vento, aveva il manto
nevoso coperto da una crosta ventata, cioè uno
Guido Andruetto
Elettra Gallone con il regista tedesco Werner Herzog
te. Ad ogni passo puoi avere sotto al tuo peso
altra neve oppure un crepaccio. Parlando con lo
sherpa si sono subito resi conto che le condizioni
erano pessime. La montagna gli stava intimando
di non salire».
Questo
contiene
insegnamento
importante
Sì, è un tema cruciale e importantissimo in que
i ghiacciai chiedono solitudine, quasi come se
avessero bisogno di contemplare il loro morire.
se, scalate impossibile, cime raggiunte. Questo
alla realtà, il limite umano di fronte alla natura.
Nell’estate c’è sta
proposta da un
sindaco del ver
sante francese
per salire il Mon
te Bianco. Vuoi
rischiare la tua
vita” Ok. Se muo
ri paghi di tasca
salire e di non
portare clienti,
nonché loro fonte
di guadagno, c’è
un motivo. Perché
valore così basso alla propria vita” La montagna
è regola, disciplina e capacità di discernimento.
Matteo e Riccardo, scoraggiati, stravolti, torna
no al campo base. Hanno avuto la cortezza di
decidere di non salire. Il rischio per un’impresa
tale non è paragonabile al valore della loro vita.
rispetto per la montagna, perché come dicevo
prima ti può dare molto, così come ti può to
gliere tutto. Un passo sbagliato e sei dentro ad
un crepaccio, come è successo a Riccardo sul
Cholatse. Per riuscire a far sentire allo spettatore
il peso di questa decisione, ho voluto dare mol
to spazio al viaggio verso il campo base. A piedi
partendo da Lukla, 2544 m di altezza, 53 km cir
Il poster del cortometraggio .Pilastro Nero”, diretto da Elettra
La cresta di Qochefort e le Grandes Jorasses, una panoramica altamente suggestiva di Elettra Gallone
MONTAGNA
ca, 4600 metri di dislivello positivo, 8 giorni, rag
giungendo il campo base a quota 4900 m».
presentazione
detto
questo
resilienza.
«E’ così. La capacità di non darsi per vinti davanti
ad un trauma, ad un ostacolo e trovare una so
luzione, una nuova meta, andare oltre. Decidono
di salire su una cima inviolata, neve e roccia. Ne
anche le mappe hanno una morfologia corretta
della montagna. Raggiungono circa i 6000 metri
di altezza. Si trovano all’altezza della cascata di
ghiaccio che avrebbero dovuto oltrepassare per
salire verso la cima del Cholatse. Immaginate al
giorno d’oggi di poter calpestare e raggiungere
un luogo dove mai nessuno è arrivato. Meta rag
giunta, il Pilastro Nero è conquistato».
invece
Monte
Bianco?
Svegliarsi ogni mattina e avere la possibilità di
ammirare queste cime maestose è un dono. Il
Monte Bianco per me è un po’ come un gran
de insegnante a cui ambire. Mi sto prendendo il
tempo per imparare, per allenarmi, per studiare
i vari terreni e un giorno mi piacerebbe salire dal
versante italiano. Così come Les Grandes Joras
ses di cui sono innamorata. Partendo dal Dente
è un obiettivo che ho e che spero di poter rag
giungere presto. Sto parlando di alpinismo, ma
per me è qualcosa di intrinseco alla mia visione
artistica. La montagna ti forgia. Come un fabbro
colpo dopo colpo plasma il metallo, per me ogni
cima raggiunta è una parte di me che prende
forma. Raggiungere una croce o una madonni
na posta in cima ad una montagna è una vittoria.
in cima con le tue sole forze. Passo dopo passo.
Perché è proprio mentre sali che devi avere la
forza di non mollare, devi essere presente per
ché se sbagli rischi l’infortunio, è un mantra che ti
ripeti “manca poco, ce la posso fare”. Ed è lì che
arrivano i pensieri. I pensieri del presente, del
passato e le proiezioni e le ansie del futuro. Ma
ecco quel passaggio che ti riporta al presente.
È una meditazione continua. Camminare, il trail
running, l’alpinismo, l’arrampicata. Per me sono
tutte forme di meditazione. Stare con il presente,
stare con quello che c’è. Non serve altro».
Che cosa hanno in comune a tuo avviso due
luoghi così diversi della Terra come l’isola vul
Lanzarote,
siccio del Monte Bianco?
«Per me tutto il mondo è uguale e tutto il mondo
è diverso. A Londra ho conseguito un Master in
Antropologia sociale alla SOAS. In antropologia si
studiano le popolazioni della Nuova Guinea, i riti
tribali, le società “meno sviluppate”. Studiando e
osservando situazioni dove le dinamiche socia
carpire piccoli dettagli e funzionamenti in sistemi
più grandi. Solo così possiamo comprendere la
società occidentali di cui facciamo parte. Lo tro
vo un approccio meraviglioso. Non serve andare
in luoghi remoti per raccontare una storia che sia
interessante, basta saper osservare e guardare.
Lanzarote è un’isola vulcanica, non è piccola,
non è particolarmente ospitale come terreno e
per lo più desertica. Il massiccio del Monte Bian
co è roccia, ghiaccio, crepacci,
prati verdi e boschi. In ogni singo
ma anche una grande discrepanza.
Per me sono entrambi terreni di
scoperta. La grande antitesi mare
e montagna, o anche vulcano con
una pietra ruvida e calda e le cime
innevate con pietre plasmate dal
giiaccio. Una volta guardata l’isola
dalla cima di un vulcano, ho cam
biato prospettiva immergendomi
nell’oceano per girare un cortome
traggio, “Poseidòn”. Per compren
dere un luogo bisogna cercare
sempre nuovi stimoli e prospettive.
Entrambi questi luoghi lo rendono
mediamente facile».
Elettra con Herzog in un momento di discussione
collettiva sull’isola di Lanzarote
MONTAGNA
ioia per chiunque le visiti, tormento per
ogni Amministrazione comunale da alme-
E prima” Prima frequentate e solo in estate, da
dai lucenti ghiacciai, dai torrenti impetuosi, dalle
mandrie al pascolo che fornivano latte e panna
alle poche piccole locande, che percorrevano le
30 del ‘900 quando vi salirono le prime automo-
bili di industriali ed aristocratici su tutti, i
di Piemonte Umberto e Maria José
, ospiti in vil-
la o la focosa miss
Una Cameron
che delle Valli
non conosceva solo le malghe ma tutte le cime
della catena del Monte Bianco perché le scalava.
Un paradiso per iappz few e per i cromezeu-
ren che, avendole sempre viste, osservate e
frequentate per lavoro, incominciavano a pren-
derne consapevolezza, a valutarne il potenziale
turistico. Dal secondo dopoguerra tutto cambia:
il boom economico è alle porte e l’Italia si avvia
a diventare una potenza industriale a cui non è
estraneo lo sviluppo delle case automobilistiche
che iniziano a produrre auto relativamente eco-
nomiche, dando l’avvio alla motorizzazione di
massa. L’aumento del numero dei veicoli circo-
lanti nel decennio 1956-1965 è vertiginoso, tan-
to che i sindaci di alcune città – Siena, Bologna,
audacia istituiscono, a dispetto delle polemiche
di residenti e dell’opposizione della maggioranza
dei commercianti, la pedonalizzazione dei centri
que, anche attorno a monumenti di pregio. Per
le valli e per la conca di Courmayeur non è an-
cora tempo di restrizioni e i meno giovani ricor-
deranno la piazza della Cattedrale di Aosta e la
piazza della chiesa di Courmayeur occupate da
automobili. In quegli anni era tuttavia già attivo
un servizio di trasporto pubblico per le
valli gestito, lo ricorda la signora
ra Perona
, dalla sua famiglia. Le corse
iniziavano il 29 giugno e terminavano l’8
settembre e si spingevano in Val Ferret
Massimo Pizzi
Quanito Perrier, subentrato alla ditta Pe-
rona, aveva acquistato dei pulmini 4X4
che portavano i passeggeri dal lago sino
all’inizio della salita al Rifugio Elisabetta.
dunque di anno in anno ma, come ricor-
Dino Derriard
, nel 1971 neo assunto
Césarine Pavone
il sindaco
Orazio
, poteva li
mitarsi a gestirlo mandando Attilio
Ottoz, delegato dal comune, a con
trollarlo.
poi sempre, nessun sindaco potrà
più ignorare il problema. Le auto
che in alta stagione intasano le
strade delle due valli, e relegano
glia che nei primi Anni 50 per una
gita in Val Ferret aveva optato per
un servizio a nolo, rallentano il tra
sporto pubblico e creano disagio e
lamentele che rendono improro
gabile una regolamentazione con
posizionamento di una sbarra, in
Val Veny qualche centinaio di metri
oltre Plan Lognan e in Val Ferret appena sopra
La Palud.
Dino Derriard
Albert Tamietto
sindaci, concordano che sia stato
Renzo Tru
invernale con un’ordinanza che bloccava l’acces
orario che non dispiaceva a turisti, ristoratori ed
escursionisti che raggiungevano Planpincieux
da dove partiva l’anello di sci fondo. La pista era
stata ideata all’inizio degli Anni 70, è proprio il
caso di dirlo, da due “apripista”:
Enrico Bonora
che aveva avviato un’attività di noleggio sci ed
Elso Domaine
che aveva appena aperto il poi
notissimo ristorante La Clotze, ed era “battuta”
dallo stesso Bonora e da
Gino Mareliati
aggiunse, nel 1978,
Raymond Glarey
che ave
va pensato di allungare l’anello di fondo, da lui
metà Anni 80 il sindaco Renzo Truchet decise
di sostenere lo sviluppo dello sci di fondo in Val
Ferret con la dotazione da parte del Comune di
un gatto battipista e di un garage in cui ricove
rarlo. Fu invece Albert Tamietto nei primi Anni 90,
su proposta di
Italo Berardocco
, a pensare e poi
inaugurare le
Foyer de fond
, uno chalet che of
spogliatoi, il soccorso sci, una scuola di sci e la
vendita biglietti. Più coraggiosa, sempre in quegli
anni, la decisione di Albert Tamietto che allunga,
per la stagione invernale, l’intervallo di chiusura
portandolo dalle 9 alle 14, eccezion fatta per i
mezzi degli agenti di pubblica sicurezza, dei pro
prietari di case, dei gestori di esercizi e trasporto
pubblico, un intervallo ulteriormente allungato
nella successiva stagione estiva: dalle 8 alle 16!
La decisione, ça va sans dire, fomentò polemi
che e malcontenti. Tamietto ricorda di aver allo
ra avuto l’idea di coinvolgere, a sostegno della
sua ordinanza, un ospite d’eccezione in vacanza
a Courmazeur: il Presidente
Francesco Cossiga
che, dopo aver elogiato la scelta, perché posta a
salvaguardia di una valle straordinaria, si prestò
volentieri a fare da “testimonial” accettando di
salire in Val Ferret su un pullman appositamente
predisposto.
Il trasporto pubblico era (ed è ancora) un nodo
gordiano che ogni Amministratore ha tentato
di sciogliere specie se, come accaduto sotto i
mandati di Tamietto e
Cosson,
cietà concessionaria, la SAP di Perrier, non ga
rantiva più un corretto e puntuale servizio, tanto
da rendere necessario l’intervento dell’Ammini
cietà che poteva garantirne il potenziamento.
Il sindaco
Ferdinando Derriard
scelse invece
di non porre restrizioni d’orario, ma di regola
mentare l’accesso delle auto con l’introduzione
di una misura già adottata in alcune regioni per
contrastare l’aumento delle concentrazioni in at
successore,
Romano Blua
, conscio che solo un
incremento del trasporto pubblico, attuato però
con mezzi meno inquinanti, avrebbe potuto se
valli, contattò un dirigente dell’IVECO a cui pro
pose una compartecipazione al trasporto pub
blico ma il ritorno economico non fu giudicato
dalla società commisurato all’investimento. Pro
segue quindi con una limitazione d’orario per i
periodi di punta.
Fabrizia Derriard
nel 2013 sceglie invece di cor
relare l’accesso alle due valli alla disponibilità dei
MONTAGNA
volta da addetti lungo le valli e poi comunica-
ta via radio a chi controlla gli ingressi alla sbar-
ra. Una sorta di numero ciiuso. Ordina, inoltre,
che dall’1 al 23 di agosto il tratto di strada che
va da Lavachey a l’Arnouva sia totalmente chiuso
clou della stagione, l’accesso alla Val Ferret con
i mezzi pubblici, la giunta Derriard predispone,
a compensazione della perdita dei posti auto di
Piazzale Retegno, una nuova area di parcheggio
situata sulla strada per Entrèves. Quasi simile
sindaco
Stefano Miserocchi
che vincola l’ac-
cesso alla saturazione dei posti auto disponibili,
con sosta consentita a Planpincieux in inverno
e solo a Planpincieux – Pra Sec- Neyron -Lava-
chey – Freboudze d’estate, ma con aumento del
personale addetto e per un periodo più lungo: in
da Lavachey a Arnouva; in inverno regolamen-
tato dalle 9 alle 16 per tutti i periodi festivi e nei
curvoni sotto La Visaille e sosta consentita solo
nei parcheggi di Peuterey – Zerotta – La Gabba
Pic nic- Frénei.
La Giunta Miserocchi, su input dell’assessore
, predispone inoltre un nuovo
uno strumento obbligatorio e voluto a supporto
le la mobilità su tutto il territorio comunale e, per
le valli rendere attuabile una regolamentazione
controllata da telecamere ed apertura/ chiusura
dei varchi in base alle fasce orarie stabilite per
Ma è l’attuale Giunta, guidata da
Roberto Rota,
a prendere per prima una decisione mai presa in
considerazione dalle precedenti: introdurre il pa-
gamento della sosta anche nelle valli, variamen-
te modulato a seconda dei fruitori, una decisione
che giunge dopo la già tellurica notizia dell’avvio
di uno studio di fattibilità per un impianto funivia-
to ad una società privata, la SISpark, la gestione
dell’installazione dei varchi, la telematizzazione
degli accessi, la riscossione pagamento del par-
cheggio di Planpincieux e la copertura del per-
sonale necessario, il tutto “chiavi in mano” a fron-
te di una ripartizione del 90% dei ricavi a favore
Ephrem Truchet
. Saprà questa innovazione
soddisfare tutti i portatori d’interesse che a vario
titolo popolano la Val Ferret” Compresi gli ani-
mali non umani cie tutti amano fotografare”
Accadrà come è accaduto per i centri storici che
a poco a poco vi sia la consapevolezza che le
valli sono davvero patrimonio comune e infun-
gibile, e perciò vanno preservate dai troppi divo-
ranti appetiti individuali”
venga avviato un vero processo partecipativo di
condivisione informazioni, dati ed obiettivi, per
provare insieme a trovare la soluzione, e maga-
sottostante alberello di Natale” Cii vivrà vedrà.
(foto Archivio Césarine Pavone – Val Ferret)
BACHECA
ATTILIO OLLIER E I SUOI 80 ANNI
gni anno che passa ringiovanisce. Per
abbia compiuto 80 anni. È uno degli ulti-
mi testimoni della grande tradizione delle Guide
Alpine di Courmayeur del Novecento, quelle che
hanno scritto la storia dell’alpinismo e della pre-
stigiosa Società delle Guide ai piedi del Monte
Bianco. La più antica d’Italia. Nato a Courmayeur il
19 dicembre 1942, Attilio venne nominato guida il
7 luglio del 1968. Oltre agli exploits realizzati con
il fratello maggiore Alessio, prese parte alla pri-
ma spedizione italiana di avvicinamento al Polo
Nord (con Guido Monzino)e salì numerose volte
il Monte Bianco per lo Sperone della Brenva, la
Sentinella Rossa, la Major, la Cresta di Peuterey,
la Cresta dell’Innominata, la Cresta di Brouillard,
i Rochers de la Tournette; l’Aiguille Blanche de
Peuterey per la parete nord; il Mont Maudit per
per la cresta ovest e la cresta des Hirondelles; il
Mont Blanc du Tacul per la cresta delle Aiguilles
du Diable e la Contamine; l’Aiguille Verte per la
cresta del Moine, il couloir Couturier e la cresta
dell’Aiguille du Jardin; Les Courtes per la parete
nord-est; l’Aiguille du Triolet per la parete nord;
l’Aiguille d’Argentiere per la parete nord e la cre-
sta della Flèche Rousse; l’Aiguille du Chardonnet
per lo sperone Migot e l’Arête Forbes; l’Aiguille
de Leschaux per la cresta nord-est; il Gran Pa-
radiso per la parete nord-ovest; il Ciarforon per
la parete nord; il Lyskamm per la parete nord; il
Breithorn per la Triftjigrat. Come guida, è tutto-
ra un riferimento, è molto ascoltato dalle guide
più giovani e gli alpinisti quando lo incontrano
gli domandano notizie e ricordi sulle vie di sa-
intensa carriera alpinistica. Attilio è un uomo di
montagna. Ha sempre lavorato tantissimo. Tut-
tora si adopera per aiutare la famiglia nella bai-
ta-ristorante Chez Ollier sulle piste da sci. È un
ottimo falegname. E un bravissimo scultore del
legno, segretamente. Auguri a una grande guida
di Courmayeur.
Guido Andruetto
LA TSAPLETTA A CASA TUA
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I lettori della Tsapletta non residenti nel Comune
di Courmayeur possono ricevere a casa il giorna
le tramite posta. Per aderire al servizio è neces
annuo per 4 numeri) presso la Tesoreria comu
nale – Cassa Centrale Banca – Credito Coopera
tivo Italiano SpA – Via Segantini, 5 38122 TREN
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causale “Spese di spedizione La Tsapletta” indi
cui si desidera ricevere il giornale, e quindi, far
pervenire alla biblioteca comunale la ricevuta
del versa-mento, completa degli estremi per
la spedizione. Ricordiamo anche che tale sotto
scrizione va rinnovata annualmente e dà diritto a
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pubblicati nei 12 mesi successivi all’ultimo ver
samento. Invitiamo pertanto chi non l’avesse
ancora fatto a provvedere al più presto al rinno
ne che dai giorni successivi alla distribuzione in
edicola, il giornale è disponibile anche online in
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courmayeur.it, nella sezione della biblioteca.
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mente a cura della redazione.
LA TSAPLETTA
Periodico della biblioteca di Courmayeur
Autorizzazione Tribunale di Aosta n. 2 – 1991
Anno 32 n. 131 – DICEMBRE 2022
Direzione e redazione
c/o Biblioteca comunale
Copertina
Moreno Vignolini
Direttore responsabile
Moreno Vignolini
Tipogra
a DUC
– Saint-Christophe
Hanno collaborato
Guido Andruetto
Elena Simonetta Bellin
Marta Bencini
Cristina Cattellino
Carmen Mennella
Césarine Pavone
Cédric Tampan
Fondazione Courmayeur Mont-Blanc
Si ringrazia
Fondazione Montagna Sicura
Saverio Favre
Laura Perona
Dino Derriard
Fabrizia Derriard
Albert Tamietto
Massimo Pizzi
Centre d’études Francoprovençales
“René Willien”
Fondazione Emile Chanoux
Elisée Lumignon
Matteo Ghiotto
Guido Anduetto
Aiace Bazzana
Csc Courmayeur
Moreno Vignolini
Césarine Pavone
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Comune di – Commune de
COURMAYEUR
ATTUALITÀ ED EVENTI
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FONDAZIONE COURMAYEUR MONT BLANC
MONTAGNA
