
(AGENPARL) – lun 31 ottobre 2022 PAURA DEL DENTISTA? ORA DIVENTA UN FALSO MITO
L’ITALIA ECCELLENZA DELL’IMPLANTOLOGIA MININVASIVA
Tre milioni di impianti inseriti ogni anno nella bocca degli italiani, altrettanti quelli che dovrebbero essere utilizzati ma non lo sono. Timore di provare dolore e tessuti considerati non adatti impediscono di ritrovare il sorriso perduto. Un’accademia, frutto della ricerca universitaria, è ora il fiore all’occhiello del settore odontoiatrico made in Italy.
Sono tre milioni gli impianti che, ogni anno, vengono inseriti in Italia, ma potenzialmente la richiesta sarebbe pari almeno al doppio: “Spesso – spiega Stefano Scavia, docente in Chirurgia orale e implantologia presso l’Università Statale Bicocca di Milano – molti pazienti non vengono trattati con impianti dal proprio specialista perché manca il supporto necessario dato dai tessuti. Altre volte invece è lo stesso paziente a desistere per la complessità dell’intervento che gli viene prospettato e per la paura di affrontarlo. La ricerca però sta facendo passi da gigante e il settore odontoiatrico non fa eccezione, grazie allo studio di nuovi protocolli terapeutici e allo sviluppo di tecnologie sempre più avanzate. Nel mondo, diverse scuole di pensiero scientifiche e accademiche si stanno confrontando e stanno integrando le proprie conoscenze al fine di ottenere risultati sempre migliori”.
E l’Italia è all’avanguardia grazie a una scuola di perfezionamento in chirurgia orale che forma figure professionali specializzate in innovative tecniche minimamente invasive: “Il nostro approccio è frutto dell’esperienza acquisita sul campo e di tanta ricerca condotta a livello scientifico con partner pubblici, privati e accademici. -spiega ancora Scavia. Abbandoniamo la strada della terapia demolitiva e della cura fine a se stessa basata sulla realizzazione di soluzioni artificiose, che sacrificano porzioni di organo per riabilitare la funzione, alterando e discostandosi fortemente dalla struttura naturale dell’apparato. Il nostro metodo di lavoro si fonda sul principio guida del biomimetismo, principio che si ritiene possa imporre un nuovo standard di eccellenza in campo terapeutico odontoiatrico per gli anni che verranno”.
Imitare dunque ciò che la natura crea per ottenere una completa restitutio ad integrum estetica e funzionale, rispettando i delicati equilibri fisiologici del cavo orale così come
dell’intero organismo: “Non proponiamo più – afferma Scavia- di innestare osso prelevato dall’anca o dal cranio, neanche nelle rigenerazioni maggiori. Il tessuto necessario è prelevato sempre e soltanto dal cavo orale e, in questo ambito, stiamo conducendo delle importanti sperimentazioni per far riprodurre le cellule del paziente. In sintesi la ricerca che stiamo conducendo potrebbe permettere di prelevare, sempre dal cavo orale, minime porzioni di tessuto, isolando lo stipite cellulare interessato e facendolo replicare in laboratorio, permettendo un reinnesto pressoché atraumatico. Questo, è facile intuirlo, migliorerebbe ancor di più il concetto di minima invasività, allo scopo
di effettuare trattamenti in maniera più conservativa, in meno sedute e con minor disagio durante e dopo la terapia”.
In quest’ottica gli elementi chiave per costruire un sorriso impeccabile sono la preservazione dei tessuti sani e la rigenerazione o ricostruzioni di quelli persi o danneggiati. Un approccio totalmente conservativo, in cui l’obiettivo è di ridurre sedute dolorose e lunghi trattamenti senza bisogno di sacrificare ciò che ancora può essere curato: “La diagnosi -dice Scavia- è la prima fase. Un momento delicato perché da una diagnosi corretta prende forma un piano di trattamento altrettanto minuzioso, per il quale, il più delle volte, si rende necessaria la collaborazione di diversi specialisti, coordinati da un supervisore, un front-man, che guida la squadra al successo clinico. Questo lavoro di equipe permette di raggiungere oggi risultati clinici impensabili se raffrontati con le comuni metodologie, permettendo di ricostruire e ripristinare in termini funzionali (con implantologia, rigenerazione dei tessuti ossei e gengivali, restauri protesici additivi) ed estetici (con faccette sottilissime, chirurgia plastica gengivale) ciò che madre natura ha fatto, “come un camaleonte che simula su sé stesso l’ambiente che lo circonda per preservare la propria sopravvivenza”.
Il risultato è sorprendente: in un unico intervento è possibile risolvere casi complessi di rigenerazione ossea e gengivale in concomitanza con l’estrazione e l’inserimento degli impianti, minimizzando il traumatismo a carico dei tessuti si ottiene una guarigione migliore in tempi più rapidi e senza esiti cicatriziali. In molti casi il paziente può riprendere subito dopo l’intervento le normali attività quotidiane: “Oggi, quando viene visitato un paziente già privo di uno o più elementi dentari, si riesce nel 90% dei casi -sostiene Scavia- a ricostruire i tessuti e ad inserire gli impianti, talvolta già con denti fissi provvisori, senza che il paziente avverta alcun dolore durante e dopo il trattamento e senza che sia sottoposto ad alcun tipo di limitazione: niente tagli, niente punti, niente dolore, la sera stessa per quanto mi riguarda può anche uscire a cena al ristorante, Meno limitazioni alimentari, meno dolore, meno sedute, costi economici e biologici minori. La nuova frontiera mininvasiva insomma non può che allontanare quello che adesso può essere considerato un falso mito: la paura del dentista”.
MASSIMILIANO NICCOLI