(AGENPARL) - Roma, 16 Dicembre 2025(AGENPARL) – Tue 16 December 2025 Aosta, 16 dicembre 2025
Comunicato stampa n. 545/SC-MP
La discussione generale sul Defr e le leggi di bilancio della Regione
2026-2028
Sono intervenuti i Consiglieri Minelli, Centoz, Lattanzi, Domanico, Carrel,
Forcellati, Torrione e Tuccari
La discussione generale sul Documento di economia e finanza regionale,
sulla legge di stabilità e sul bilancio di previsione della Regione per il
triennio 2026-2028 ha occupato l’intera seduta mattutina del Consiglio del
16 dicembre 2025.
Sulla legge di stabilità sono stati presentati 11 emendamenti, di cui 6
della seconda Commissione, 1 dell’Assessore allo sviluppo economico e 4 dei
gruppi Lega Vallée d’Aoste e La Renaissance Valdôtaine. Sul bilancio di
previsione, è stato presentato un emendamento congiunto dei gruppi Lega VdA
e La Renaissance.
Gli ordini del giorno depositati in Aula sono 57, di cui 12 congiunti dei
gruppi Lega VdA e La Renaissance, 13 di AVS, 10 di Fratelli d’Italia, 16 di
PD-FP e 6 di AdC.
La discussione generale
La Capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Chiara Minelli, ha espresso «un
giudizio negativo sull’impostazione e sui contenuti dei provvedimenti nei
quali manca una visione strategica e una vera programmazione», annunciando
la presentazione di una serie di ordini del giorno. «Il Defr si limita a
descrivere l’esistente, senza indicare priorità né scelte incisive, pur in
presenza di risorse ingenti. È un documento privo di respiro, ridotto a un
atto burocratico, che riflette un problema di fondo: la cronica
refrattarietà dei governi a guida unionista a programmare. Non troviamo
nuovi obiettivi strategici e quelli indicati non affrontano temi cruciali
come rilancio della sanità pubblica, autonomia energetica, rifiuti zero,
contrasto alla povertà e all’abbandono scolastico, riforma enti locali,
legge elettorale regionale. Sul Casinò si ipotizza il ritorno alla gestione
privata senza rafforzare i controlli, mentre sul tunnel del Monte Bianco si
insiste sul raddoppio stradale in contrasto con le indicazioni europee che
privilegiano il trasporto merci su ferrovia. La Valle d’Aosta “fossil fuel
free” resta uno slogan: il 70% dei consumi dipende ancora da fonti fossili
e non c’è una strategia sull’autonomia energetica. Sul collegamento Cime
Bianche si registra una grave forzatura, senza alcuna valutazione dello
studio commissionato dalla Regione: la nostra proposta è la tutela del
vallone attraverso la creazione del Parco del Monte Rosa. Su Cva sono sorti
forti interrogativi, ma nel Defr non compare nulla e gli indirizzi sono
demandati integralmente alla Società.»
«Questo è un bilancio tecnicamente solido, con i conti in ordine, ma
politicamente vuoto. Si regge su binari robusti – che sono anche frutto di
scelte stratificate nel tempo – ma manca il coraggio di portare il treno
verso nuove destinazioni», ha detto il Consigliere Fulvio Centoz (Partito
Democratico – Federalisti Progressisti VdA), annunciando una serie di
ordini del giorno con «proposte concrete per rispondere alle emergenze
reali del territorio.» Per Centoz, «avere un fondo cassa che supera il
miliardo e 150 milioni di euro e non riuscire a trasformarlo in servizi e
cambiamento è come avere il conto in banca pieno mentre il tetto di casa
perde acqua. Si assiste ad una bulimia programmatoria e un’anoressia
organizzativa, quando la Valle d’Aosta vera non è quella che emerge dalle
tabelle del bilancio, ma quella che si spopola, invecchia, perde giovani,
chiude scuole e vede sparire gli sportelli bancari. È lì che si misura
l’efficacia delle politiche pubbliche. Su questo fronte, la madre delle
riforme deve essere la riorganizzazione degli enti locali come architrave
di qualsiasi strategia credibile contro lo spopolamento e il declino dei
servizi. Non possiamo continuare a pretendere che ogni Comune faccia tutto.
Per mantenere i servizi sul territorio servono scelte nette: 5-8 ambiti
territoriali ottimali, costruiti su bacini scolastici, sanitari e di
mobilità reali, con una gestione unificata dei servizi essenziali.»
«Questo è un bilancio di transizione, che arriva dal passato e non guarda
al futuro – ha osservato il Consigliere di Fratelli d’Italia Massimo
Lattanzi -. Non modifica lo scenario al 2030 e, nonostante sia un bilancio
da 2 miliardi di euro, cittadini e imprese faticano a comprenderne gli
effetti. Preoccupa la scarsa manovrabilità: non siamo padroni delle
entrate, perché non decidiamo le aliquote Irpef e Irap, e saremo chiamati a
partecipare ad un sacrificio enorme per mantenere in piedi questo Paese che
si trova a gestire debiti fatti da governi precedenti. E allora ci
chiediamo: la Valle d’Aosta può rasserenarsi di fronte a un bilancio in
riduzione nel prossimo triennio? Per noi, la risposta è no. Perché questo
bilancio non affronta le sfide che Europa e Italia ci pongono: come
trattenere i giovani, sostenere gli anziani, garantire attrattività alla
ricerca. L’economia valdostana si regge sul turismo, ma nel bilancio il
settore pesa solo per l’1%; il sociale cresce, ma cresce anche la povertà,
mentre la sanità ha un peso sempre più rilevante. Con questo bilancio non
si va lontano: mancano politiche per la crescita e una visione d’insieme.
Ci aspettiamo in primavera una discontinuità politica, amministrativa ed
economica. Presenteremo ordini del giorno in modo costruttivo, perché la
solidità contabile non coincide con la serenità della comunità. Noi siamo
pronti a dare il nostro contributo per costruire una solidità che non
guarda al breve, ma al futuro.»
Il Consigliere Aldo Domanico (FdI) ha aggiunto: «Difficilmente si poteva
immaginare una situazione politica come quella che stiamo vivendo in questa
regione: FI voterà a favore di un bilancio che cinque anni fa aveva
bocciato, mentre il PD oggi voterà contro un bilancio in continuità con la
passata legislatura, quando era al governo. Ne vedremo delle belle.»
«Tra gli elementi condivisibili di questi provvedimenti – ha detto il
Consigliere Marco Carrel (Autonomisti di Centro) – vi sono il rafforzamento
dell’Università della Valle d’Aosta, il nuovo centro di ricerca per
contrastare la fuga dei cervelli. Positiva anche la posizione sul raddoppio
del tunnel del Monte Bianco e la proroga delle concessioni del Gran San
Bernardo, temi da affrontare con Governo e Ue nell’interesse dell’intera
comunità valdostana, con il coinvolgimento costante del Consiglio.
Condivisibile anche il potenziamento dei Vigili del fuoco, pur con dubbi
sull’effettiva rapidità di attuazione, che rischia di rendere il
provvedimento più simbolico che efficace. Sui collegamenti intervallivi,
valutiamoli dal punto di vista turistico e sciistico ma non creiamo
confusione utilizzando la sicurezza per giustificare importanti
investimenti in maniera poco coerente. Servono approfondimenti sulla
riforma della Pubblica amministrazione e sul riparto delle risorse agli
enti locali: la Pa va resa più attrattiva con modelli organizzativi moderni
e attraverso un confronto aperto nelle Commissioni. Sul piano politico,
questi documenti appaiono in continuità con la precedente legislatura e
vengono definiti “tecnici” per evitare l’esercizio provvisorio. È
necessario avviare il confronto sulla riforma della legge elettorale e
valutare lo spostamento delle elezioni in primavera, per consentire bilanci
realmente rappresentativi della maggioranza. Presenterò ordini del giorno
per chiedere impegni chiari e tempi certi, evitando che anche questo
bilancio sia un esempio di cambiare poco per non cambiare nulla.»
La Vicecapogruppo di PD-FP, Clotilde Forcellati, ha parlato di un bilancio
«carente, timido, privo di visione e scelte coraggiose nonostante la
solidità finanziaria, eredità della precedente amministrazione di cui
facevamo parte. Il fondo cassa da un miliardo 150 mila euro non è un tesoro
da custodire ma una straordinaria opportunità politica da investire. Per
questo ci aspettavamo la presenza di temi importanti. In sanità continuiamo
a vedere liste d’attesa inaccettabili e un welfare che non riesce a stare
al passo con le nuove povertà nonostante ci siano le risorse necessarie da
investire. Assistiamo alla desertificazione commerciale: la chiusura dei
negozi e delle attività nelle valli rappresenta non solo un dato economico
ma lo smantellamento del tessuto sociale. Su questo tema, su cui abbiamo
presentato un ordine del giorno, servono scelte coraggiose. Sulle opere
pubbliche, si programma molto e si realizza poco. La Valle d’Aosta merita
una manovra che sia un atto coraggioso come investimento nella propria
gente. Non vogliamo un tesoriere ma un governo che faccia scelte,
trasformando le difficoltà in visione.»
Il Consigliere Eugenio Torrione (AVS) ha constatato che «il Defr dovrebbe
essere la pietra miliare di un governo, un progetto che deve discendere da
una visione e da sogni e declinarsi in azioni e obiettivi, con tempi e
indicatori certi. Invece, in questo documento – in cui c’è anche una certa
trascuratezza nella stesura – non si trova una visione chiara né di sistema
né del futuro. In materia di politiche sociali emergono diverse azioni da
mettere in atto, alcune delle quali anche condivisibili, ma anche qui non
si esce da una logica piccola e limitata. C’è bisogno di una riforma
complessiva, che orienti il faro delle politiche mettendo al centro la
persona, senza distinguo tra anziani, giovani, disabili, dando a tutti pari
dignità e pari diritti. Oggi, c’è troppa frammentazione, troppa
settorialità, spesso compartimenti stagni: il risultato è che la Valle
d’Aosta ha tante risorse, ma fatica a spenderle. Occorre quindi una riforma
che metta attorno al tavolo della programmazione a regia pubblica i
dipartimenti sanità, politiche sociali e il terzo settore. Sull’ente
strumentale per la gestione dei servizi alla persona, non siamo d’accordo:
sembra l’ennesimo intervento tampone che non risolve la situazione, con il
rischio di duplicare le criticità della Società di Servizi.»
Il Vicecapogruppo di FdI, Massimiliano Tuccari, ha ricordato che «nella
scorsa legislatura, il Consiglio regionale si è riunito 418 volte, per
oltre 2.000 ore complessive di lavoro in Aula. Eppure gli atti normativi
approvati sono stati solo 165: in media uno ogni dodici ore di seduta.
Mentre si parlava molto i soldi restavano fermi e alla fine della
legislatura ci si è trovati con un avanzo di amministrazione enorme: soldi
non spesi mentre la sanità arrancava, le infrastrutture rimanevano sulla
carta e la programmazione progettuale era più un auspicio che una
strategia. A chi governava chiedo: a cosa sono servite tutte queste ore se
poi è mancato il coraggio di decidere? Insieme all’Union Valdôtaine c’era
il Partito Democratico che oggi predica rigore, programmazione e visione e
prima votava bilanci con avanzi milionari e cantieri inesistenti. Oggi al
suo posto c’è Forza Italia, che con un vero esercizio di acrobazia politica
si è fatta eleggere con il centrodestra e poi ha preferito governare da
sola con l’UV tradendo gli elettori, ma il metodo non cambia. Se dopo 2.000
ore in Aula cambiano solo i compagni di banco il fallimento non è tecnico
ma politico. La Valle d’Aosta non ha bisogno di altre ore di dibattito
inconcludente ma di scelte nette, alleanze coerenti, programmazione vera e
rispetto per gli elettori.»
I lavori riprendono alle ore 15.
SC-MP
