(AGENPARL) - Roma, 10 Dicembre 2025(AGENPARL) – Wed 10 December 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 10/12/2025, ore 15:55
Nota ai media!
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I lavori del plenum vengono trasmessi in diretta sulla homepage http://www.consiglio-bz.org e sul canale YouTube del Consiglio provinciale. Su quest’ultimo è possibile interrompere lo streaming per rivedere i passaggi precedenti, in caso di interesse a specifici interventi. Alla pagina web http://www.consiglio-bz.org/it/filmati-delle-sedute-del-consiglio è disponibile invece, di norma dal giorno successivo alle riprese, una riproduzione strutturata delle stesse, con la possibilità di cercare e selezionare la discussione su un determinato atto e gli interventi dei singoli consiglieri/delle singole consigliere.
Consiglio
Lavori Consiglio: Manovra di bilancio 2026, discussione generale – 5
**Gli interventi di Oberkofler, Rabensteiner e Messner sulla manovra di bilancio. ** È ripresa questo pomeriggio, in Consiglio provinciale a Bolzano, la discussione della manovra di bilancio 2026, contenuta nei disegni di legge provinciale “Legge di stabilità provinciale per l’anno 2026” (dlp ), “Bilancio di previsione della Provincia autonoma di Bolzano 2026-2028” (dlp ) e “Disposizioni collegate alla legge di stabilità provinciale per l’anno 2026” ().
Intervenendo in merito, Zeno Oberkofler (Gruppo verde) ha evidenziato che la fuga dei giovani dall’Italia è un processo strutturale 78.000 giovani sono emigrati solo nel 2024, e più di 650.000 sono emigrati tra il 2011 e il 2024, 1uesto dimostra grande disillusione da parte loro verso le opportunità che offre l’Italia. Dall’Alto Adige emigrano ogni anno circa 1500 giovani verso l’area di lingua tedesca, molti altri emigrano in altre regioni italiane, e a dieci anni dalla partenza solo il 25% rientra. Questo si deve soprattutto all’alto costo della vita: l’Alto Adige è tra le province più care d’Italia. 9 miliardi sono tanti, e il PIL è in crescita rapida, ma chi beneficia davvero di questa ricchezza? Una parte significativa delle entrate è inoltre da ricondurre all’inflazione. Positivo è che si investa nella scuola, nel sociale e nella sanità, nonché gli avanzamenti nella contrattazione, anche se si attendono i fondi del bilancio di assstamento, ma manca una strategia per uscire dalla spirale inflattiva, a partire dalle spese abitative: il 42% del reddito, in media, va in spese per la casa.La possibilità di finanziamento per gli enti senza scopo di lucro contenuta nella riforma abitare è una misura positiva, così come l’aumento dei contributi per l’edilizia abitativa agevolata e il ritorno del vincolo ai 30 anni, tuttavia ne è rimasta la stessa logica abitativa che ha portato alla situazione attuale. Si è lasciato spazio ai privati nell’illusione che il mercato si regolasse, insieme al sostegno della Provincia: il risultato è che la maggior parte del patrimonio edilizio è in mano privata, e il libero mercato ha preso il sopravvento. la legge della domanda e dell’offerta fa alzare la domada. ma sarebbe un errore fermarsi all’idea che bisogna costruire più alloggi, perché c’è la necessità di contenere il consumo di suolo, si riduce ulteriormente il terreno disponibile e si cerca la massimizzazione del guadagno, il che fa aumentare anche i costi di appartamenti vecchi. Non è il quanto, ma il come che conta, e questo vale soprattutto per l’affitto, troppo trascurato negli ultimi anni; la metà degli affitti sta sul mercato libero, e questo porta a prezzi esorbitanti. Per migliorare servono politiche coraggiose, con forti investimenti nell’edilizia pubblica, negli alloggi comunali e negli enti senza scopo di lucro, o continuando a puntare sulla proprietà e ostacolando i programmi edilizi dell’IPES. Il diritto all’abitare deve essere garantito a tutti, e l’1,5% del bilancio è insufficiente. All’alto costo della vita contribuisce anche il turismo di massa: esso genera molti profitti, ma per chi?, e inoltre comporta un aumento di prezzi, nonché un carico per ospedali, raccolta rifiuti, mobilitá pubblica, e conseguenze in termini di traffico, inquinamento, impatto paesaggistico. In molte zone ad alto tasso turistico, la popolazione locale non si sente piú a casa propria. In questo contesto, non c’era bisogno di mega eventi come Olimpiadi e Mondiali di sci, né ulteriori investimenti nel marketing turistico. In quanto al clima, se non si vogliono considerare i pericoli globali, va ricordato il forte impatto del costo dell’energia sul costo della vita: l’unica via di uscita è la transizione energetica, ma l’Alto Adige non tiene il passo e vive di rendita grazie agli impianti idroelettrici del passato, e si è ben lontani dagli obiettivi del Piano clima, che prevede una crescita delle quote rinnovabili fino all’85 nel 2037 e alla neutralità climatica nel 2040. 344 gigawatt/h è la produzione di fotovoltaico, pochi rispetto ad altre realtà, anche se pari a 835 watt/abitante: nella media italiana, ma dietro molte regioni. Il piano clima prevede obiettivi molto più ambiziosi; poco chiaro è il sistema di trasporto e stoccaggio dell’energia, il presidente Kompatscher ha parlato solo dell’impianto in Val d’Ultimo. La CO2 deve essere ridotta del 55% entro il 2030: bisogna darsi da fare. A fronte di tutto questo, non è vero che l’Alto Adige è il migliore in termini di sostenibilità: può rilassarsi e imparare da altre regioni, sfruttando l’enorme potenziale in termini di energia rinnovabile, per ridurre emissioni e costi. Ma senza una legge sul clima, la tutela del clima è una promessa vuota. Il tono della relazione di Kompatscher ricorda la promessa di ascesa del capitalismo, ovvero che basta impegnarsi per procedere verso il successo, ma questo sistema non è valido, non lo è per chi proviene da condizioni famigliari difficili, da chi finisce nel vortice di una societá frenetica: ci vogliono condizioni più eque, perché il divario tra ricchi e poveri si allarga, e gruppi emarginati vengono messi gli uni contro gli altri; serve una ridistribuzione della ricchezza. Vanno utilizzate le poche leve a disposizione, quali l’addizionale IRPEF, con interventi progressivi: riduzioni per redditi fino ai 50.000 €, aumenti per redditi dai 100.000. L’immagine dell’Alto Adige è improntata sul successo, non c’è spazio per il fallimento, ma forse è anche questo uno dei motivi perché molti giovani si trasferiscono: bisogna riflettere su come viene raccontato l’Alto Adige: Molti non si identificano con questo modo perfetto, o non stanno al passo con esso: bisogna percorrere nuove strade e mostrare nuove prospettive.
“I soldi non sono tutto, e non è tutto oro quel che luccica”, ha esordito Hannes Rabensteiner (Süd-Tiroler Freiheit): questo descrive la situazione del bilancio e della provincia. Anche se in molti ambiti ci sono più fondi, la percezione di una terra economicamente sostenibile non arriva alla popolazione, in particolare a ceto medio e pensionati. Tanti problemi vengono rinviati, le proposte dell’opposizione non vengono accolto; Kompatscher aveva palato come se portasse la buona novella, e in parte è così, essendo la situazione economica e il livello occupazionale positivi, ma in gran parte il merito non è della Giunta o della politica, ma della popolazione diligente e delle imprese private produttive: sono loro quelli da ringraziare. Chi opera nel privato vede gli sforzi dei lavoratori per costruirsi un futuro, realizzare il sogno della casa di proprietà: essi meritano rispetto. Chi viene da oltre confine si chiede quanto si guadagna lavorando così tanto, ma quando scoprono l’entità degli stipendi si stupiscono: bisogna impegnarsi per retribuzioni più eque anche in quest’ambito. Molti sarebbero in difficoltà se non potessero ricorrere ai risparmi di chi li ha preceduti. Il bilancio record si deve anche a una notevole pressione fiscale: qualsiasi cittadino preferirebbe un bilancio meno ricco ma più soldi in tasca, e magari non dover chiedere contributi con enorme sforzo burocratico, che è anche causa di parte del traffico per andare da un ufficio all’altro. Fa riflettere che molti sudtirolesi lascino questa terra: molti giovani non vedono prospettive, il prezzo degli alloggi è inaccessibili, la conciliabilità famiglia-lavoro è una grande sfida; dall’altro lato, arrivano persone dal sud o da altri Paesi che però riescono a finanziarsi la vita in Alto Adige, e questo fa interrogare molti. Forse è vero che i residenti hanno più aspettative, ma sono anche giustificate, mantenendo loro la provincia; in questo senso va considerato anche il grande contributo economico dei tanti volontari, che danno un contributo inestimabile in campo culturale, sociale e sportivo. Ci si augura che la legge sul volontariato dia benefici, in primis una riduzione della burocrazia. In quanto all’immigraziione, comporta molti problemi, a partire dalla sicurezza, anche sui mezzi pubblici: dove si arriverà, anche in merito alle prestazioni sociali necessarie, se non si è in grado di mettere uno stop? Importanti sono i mezzi per l’integrazione, ma se si considerano le tante persone impegnate nella sicurezza, queste mancano all’economia; le videocamere non vengono certo installate per problemi causati dai residenti. Bisognerebbe cancellare certe prestazioni sociali per chi non rispetta le regole; la SVP sta pensando a conseguenze per mancate conoscenze linguistiche. I sudtirolesi aiutano volentieri, ma dall’altra parte bisogna essere disposti ad apüendere la lingua e rispettare le regole locali. In ogni caso, i residenti vanno messi al centro dell’attenzione. In quanto alla sanitá, si tratta di una delle spese maggiori e questo è giustificato, ma non sempre i soldi risolvono tutto: importanti sono le relazioni umane e il rispetto della lingua; qui è necessario migliorare, vedendolo come priorità, perché la guarigione dipende anche da quest’aspetto; ci lavora nella sanità deve avere le competenze linguistiche necessarie. per costruire, a quanto pare, i soldi non sono un problema, ma è più importante la persona o un’opera, i cui costi si potrebbero dimezzare cambiano i materiali? Va maggiormente rispettata la cultura architettonica tradizionale; va detto che mentre il privato ha mille vincoli, il pubblico costruisce come vuole impattando sul paesaggio. Il modello CasaClima è stato imposto dall’alto alla popolazione, manca il buonsenso; ci sono tanti spazi per ridurre i costi di costruzione; in futuro sarà un problema smaltire i tanti rifiuti da costruzione: va detto poi che al sud tante attenzioni per la riduzione dell’inquinamento non ci sono, così come che gli obiettivi Clima spariscono se si tratta di traffico sull’A22. Il bilancio dovrebbe orientarsi in modo tale che chi lavora in provincia possa permettersi una casa e una famiglia, mettendo qualcosa da parte, i diligenti vengano premiati, chi commette reati venga perseguito in modo serio; il tutto, con coraggio e attenzione alla popolazione.
Dai banchi dei consiglieri, l’ass. Hubert Messner (SVP) ha sostenuto che era stato criticato molto, ma le critiche devono essere costruttive. Continuare a sparlare di tutto è ormai uso, soprattutto per il suo settore, ma questo non serve a nulla e riduce la fiducia dei cittadini, compresi gli 8.000 dipendenti del settore sanitario. Il sistema sanitario altoatesino è messo meglio di quanto viene raccontato, come confermano numerosi studi comparativi – che l’assessore ha invitato a leggere; c’è molto da fare, ma molto è già stato fatto. Per rendere il sistema sanitario adatto al futuro, occorre ora creare le condizioni necessarie. Il denaro da solo non basta. Bisogna tracciare la rotta e garantire le basi finanziarie, cambiando l’orientamento per puntare verso la prevenzione: un nuovo approccio . al fine di promuovere la ricerca, sono stati conclusi accordi di collaborazione con importanti istituti; bisogna riconoscere le opportunità di sistema digitale, intelligenza artificiale e lavoro di rete; è in elaborazione un piano per la sanità provinciale che sarà rilasciato nel 2027. È necessario considerare in maniera ampia la prevenzione, concentrandosi sulle malattie croniche che rappresentano il 67% della spesa sanitaria: non si tratta solo di muoversi e mangiare bene, ma anche di intervenire in campo psicosociale; si tratta di educare e sensibilizzare, lavorando in rete. Un’altra chiave è il rafforzamento delle cure territoriali, spostando le cure dall’ospedale al territorio, con medici di base e assistenza sanitaria anche nelle case di riposo, con assistenza ambulatoriale che ha precedenza su quella ospedaliera: la rete dei servizi locali, con assistenza infermieristica di comunitá, è in fase di espansione; a Tesimo-Prissiano ci sará un centro di cure palliative pediatriche. Per i medici di medicina generale è stato concluso un primo accordo integrativo, il secondo è in corso; ci sono contributi per apparecchiature, formazione, personale di segreteria e digitalizzazione. I medici di base sono aumentati del 5,6% rispetto a un anno fa, e piú dell’1% rispetto all’anno scorso; attualmente i medici di base sono 204, di cui 24 a tempo determinato perché non parlano la seconda lingua: è un grande problema, ma l’azienda sanitaria non puó imporre una sede al medico di medicina generale. 100 milioni si stanno investendo in assistenza territoriale: le 12 case di comunitá non nascono con il PNRR, è questo che ha copiato il progetto. Un altro progetto centrale è il numero europeo standardizzato 116117, a disposizione 24h su 24 per domande dei cittadini sulla salute: costituitá il punto di accesso unico. Si investe anche nelle strutture ospedaliere, con investimenti in tutte le sedi, mantenendo il modello “un ospedale con 7 sedi”. La relazione Agenas pubblicata ieri conferma anche che si promuove l’eccellenza; gli effetti di una migliore organizzazione e collaborazione si vedono anche nei tempi d’attesa, ridotti significativamente: l’indice di offerta è compreso tra l’80 e il 90%, per le visite urgenti supera il 90%: si tratta dei dati d’attesa più bassi d’Italia, grazie soprattutto al grande impegno del personale. I medici privati accreditati rappresentano l’1,1% delle spese. La Provincia ha investito nel personale stipulando diversi contratti collettivi, aumentando l’attrattività e migliorando le condizioni di lavoro. Si investono 240 milioni € in piú rispetto alla provincia di Trento nel personale, si investe anche nella formazione, 120 sono gli studenti del corso di laurea in medicina, con fondi anche del Ministero della Sanità; 214 sono gli specialisti in formazione secondo il modello austriaco, e ci sono misure di sostegno per gli specializzandi alla Claudiana; molto si investe anche nei corsi di lingua. La strada da percorrere è ancora lunga, ma si sta lavorando, e il sistema sanitario è sufficientemente finanziato. Messner ha ringraziato tutti coloro che fanno sì che questo sistema molto complesso vada avanti.
(continua)
**MC**
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