(AGENPARL) - Roma, 3 Dicembre 2025Saša Magazinović, presidente del gruppo parlamentare del Partito socialdemocratico (SDP) presso la Camera dei rappresentanti dell’Assemblea parlamentare della Bosnia ed Erzegovina, ha dichiarato che la crisi politica creata dal blocco del Consiglio dei ministri da parte dell’Unione dei Socialdemocratici Indipendenti (SNSD) può essere superata solo attraverso l’azione parlamentare.
Secondo Magazinović, è arrivato il momento per tutti gli attori — sia nazionali che internazionali — di riconoscere apertamente il ruolo destabilizzante dell’SNSD, sostenendo che il partito guidato da Milorad Dodik opera sistematicamente contro gli interessi europei della Bosnia-Erzegovina.
“L’SNSD è un partito antieuropeo”
Il deputato ha sottolineato che il comportamento dell’SNSD nelle istituzioni statali non lascia spazio a dubbi:
“È giunto il momento che tutti aprano gli occhi e capiscano finalmente che l’SNSD è un partito antieuropeo il cui obiettivo è bloccare il percorso europeo della Bosnia ed Erzegovina.”
Magazinović ha criticato duramente il continuo boicottaggio delle sedute del Consiglio dei ministri, sottolineando come questa paralisi istituzionale rappresenti un ostacolo diretto alle riforme e agli impegni richiesti dall’Unione Europea.
La via d’uscita: il ruolo centrale del Parlamento
Il rappresentante dell’SDP sostiene che l’Assemblea parlamentare debba assumere un ruolo più attivo per superare l’impasse:
- Il Parlamento, secondo Magazinović, dispone degli strumenti necessari per reagire politicamente e istituzionalmente ai blocchi imposti dall’SNSD.
- Una maggiore unità tra i partiti filo-europei potrebbe accelerare le riforme e neutralizzare i tentativi di ostruzionismo.
Pressione crescente sugli attori internazionali
Magazinović ha inoltre invitato la comunità internazionale — dall’UE all’OHR — a smettere di ignorare l’impatto negativo delle strategie dell’SNSD sulle istituzioni statali.
Secondo lui, solo un approccio più deciso e coerente da parte dei partner esterni può impedire ulteriori regressi nel percorso europeo del Paese.