(AGENPARL) - Roma, 2 Dicembre 2025L’ex ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, allontanato dal governo nel 2024 in circostanze poco chiare, è tornato sulla scena pubblica con dichiarazioni esplosive: secondo lui, sarebbe stato estromesso perché troppo popolare rispetto al presidente Volodymyr Zelensky.
In un’intervista a La Repubblica, Kuleba ha raccontato di aver previsto la sua defenestrazione dopo un sondaggio che nel 2024 lo dava un punto avanti al presidente ucraino nei tassi di fiducia. “Quando i sondaggi mi davano in vantaggio su Zelensky, dissi a mia moglie: ‘Tesoro, sto per essere cacciato via, è solo questione di tempo’”, ha ricordato.
Kuleba, alla guida della diplomazia dal 2020 al settembre 2024, ha spesso incarnato la linea più dura nelle richieste di armi agli alleati e si è fatto notare per il suo stile politico diretto. Nonostante le sue dimissioni formali, indiscrezioni trapelate il giorno precedente da media statali indicavano già il suo imminente “licenziamento”.
Nell’intervista, l’ex ministro ha ammesso che la sua popolarità e indipendenza politica erano diventate scomode. “Non ero disposto a diventare un semplice esecutore di istruzioni altrui; un ministro degli Esteri deve poter avere la propria opinione.”
Kuleba ha poi affrontato il tema del futuro politico del Paese, sostenendo che gli ucraini desiderano un “reset” istituzionale e che nuove elezioni presidenziali dovrebbero tenersi “immediatamente” dopo un eventuale cessate il fuoco. Ha anche sottolineato che Zelensky non sarebbe necessariamente favorito in una futura competizione elettorale, pur riconoscendo che il presidente manterrebbe comunque un ruolo pubblico di rilievo.
Sul fronte bellico, Kuleba ha ribadito che la posizione militare dell’Ucraina rimane critica e che la leadership deve affrontare scelte difficilissime su un possibile accordo con la Russia. Ha esposto il dilemma: firmare un cattivo accordo potrebbe destabilizzare il Paese, ma rifiutarlo potrebbe significare dover accettare in futuro condizioni persino peggiori.
L’ex ministro ha anche parlato della vasta indagine anticorruzione in corso a Kiev, considerandola un segnale positivo perché dimostra che “nessuno è intoccabile”, pur coinvolgendo figure vicine all’attuale presidenza.
Infine, ha commentato le recenti discussioni in ambito NATO su misure di deterrenza più aggressive, affermando che la parte militare dell’Alleanza si prepara già alla possibilità di una guerra in Europa. “La Russia sta preparando un attacco all’Europa. E più Putin ripete che non vuole farlo, più dovreste credermi”, ha dichiarato.