(AGENPARL) - Roma, 26 Novembre 2025(AGENPARL) – Wed 26 November 2025 *ISCHIA | Lo studio dei dati sismici sulla frana di Casamicciola del 2022
offre nuove prospettive per le allerte precoci *
*L’analisi dei dati registrati dalle stazioni sismiche durante la frana che
ha colpito l’isola di Ischia nel 2022 fornisce nuove prospettive per lo
sviluppo di sistemi di allerta precoce in caso di eventi geologici
potenzialmente distruttivi*
[*Roma, 26 novembre 2025*]
A tre anni dalla frana di fango che il 26 novembre 2022 colpì la località
di Casamicciola, sull’isola di Ischia, uno studio ha dimostrato come *le
reti strumentali normalmente utilizzate per studiare terremoti e vulcani
possano rivelarsi fondamentali anche per analizzare la dinamica di eventi
potenzialmente distruttivi come le frane* e per pianificare sistemi di
allerta precoce.
Il lavoro, dal titolo *“Tracking the November 26, 2022, Casamicciola debris
flow through seismic signals (Ischia, southern Italy)”*, è stato condotto
da un team di ricercatori dell’*Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (INGV)* e dell’*Università di Camerino* e ha analizzato
l’imponente frana di fango, innescata da piogge eccezionalmente intense,
che il 26 novembre 2022 ha interessato Casamicciola causando 12 vittime e
l’evacuazione di più di 200 persone, oltre a danni diffusi a edifici e
infrastrutture.
*“Il nostro studio rappresenta uno dei pochi casi documentati in cui lo
scuotimento ad alta frequenza e le variazioni di inclinazione del suolo
prodotti da un evento naturale di questo tipo siano stati registrati e
studiati”*, spiega *Stefania Danesi*, prima ricercatrice dell’INGV. *“I
dati registrati dalle stazioni sismiche permanenti dell’INGV hanno infatti
evidenziato il distacco e l’evoluzione del flusso fin dai primi istanti,
consentendo di ricostruire le diverse fasi della frana”*.
*“L’analisi delle forme d’onda sismiche ci ha permesso di localizzare nel
tempo e nello spazio le origini dei distacchi multipli e di stimare sia la
massa del materiale mobilizzato sia la velocità istantanea di propagazione
del flusso (tra i 10 e i 15 metri al secondo al momento dell’impatto con
gli edifici), oltre alle dimensioni dei massi più grandi, che raggiungevano
i 3 metri di diametro”*, aggiunge *Stefano Carlino*, ricercatore
dell’INGV. *“Le
pressioni di impatto calcolate risultano coerenti con i danni osservati
nell’area di Celario, dove la frana ha causato i risentimenti maggiori”*.
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica ‘Landslides’, mette in
evidenza il *potenziale delle reti multiparametriche come base per futuri
sistemi di allerta precoce*. Secondo gli autori, infatti, l’installazione
di una rete dedicata di sismometri e tiltmetri in questo versante
dell’isola di Ischia potrebbe garantire una finestra di alcune decine di
secondi tra l’innesco del fenomeno e il suo impatto nelle aree abitate,
tempo prezioso per l’attivazione di sistemi di allarme. In particolare,
considerate le dimensioni relativamente ridotte del fronte delle frane che
interessano l’area, questi tempi consentirebbero l’attuazione di procedure
di evacuazione della popolazione maggiormente esposta.
*“Il nostro lavoro evidenzia come i metodi sismologici consentano di
seguire dinamicamente l’evoluzione di frane potenzialmente catastrofiche e
di ottenere informazioni quantitative utili per la mitigazione del rischio.
In un contesto di cambiamento climatico, con eventi meteorologici estremi
sempre più frequenti, disporre di reti di monitoraggio dedicate potrebbe
essere un passo significativo per garantire una maggiore sicurezza delle
comunità più esposte a questo tipo di rischio”*, conclude *Nicola
Alessandro Pino*, Professore ordinario della Scuola di Scienze e Tecnologie
dell’Università di Camerino.
*Link all’articolo*
*[image: image.jpeg]*
*Figura 1:* Quadro generale. a) Topografia dell’isola di Ischia. I
triangoli azzurri indicano le stazioni sismiche della Rete Sismica
Nazionale che hanno registrato la frana. Il riquadro nero delimita il
perimetro dell’area c). b) La colata di fango all’impatto sugli edifici. La
foto, dell’associazione Forio CB Protezione Civile, è tratta dal sito
https://www.chiesaischia.it/comunicato-emergenza-2022/. c) Zoom sull’area
colpita. Il poligono giallo/arancione è l’area invasa dalla colata,
rilevata da Copernicus. Lungo il ramo arancione sono stati i danni più
importanti, in particolare nell’area Celario. La linea tratteggiata e i
puntini rossi segnano il percorso effettivo della frana, utilizzato per la
modellazione, dall’origine (A) al punto di massimo avvicinamento alla
stazione di IOCA (B). Le stelline sono le localizzazioni sismiche dei 3
successivi distacchi di frana (F1, F2, F3), con le relative incertezze.
[image: image.jpeg]
*Figura 2*: Dati osservati e risultati. A sinistra, dati osservati. L’asse
del tempo, comune a tutte le misure, è espresso in orario UTC e in secondi
dopo la mezzanotte. a) Misura di pioggia, in mm, registrata ogni 10 minuti
al pluviometro di Monte Epomeo (linea nera) e cumulativa (linea rossa). b)
– d) Velocità del suolo osservata alla stazione sismica di IOCA, nelle
componenti orizzontali e verticale. F1, F2, F3 sono i segnali di 3
successivi distacchi di frana. e) – g) Accelerazione del suolo (in grigio)
osservata alla stazione sismica di IOCA nelle componenti orizzontali e
verticale. In rosso, lo stesso segnale di accelerazione filtrato a lungo
periodo. A destra, risultati. Distanza del fronte di frana da IOCA, al
passare del tempo, ricavata dalla modellazione. Variazione della velocità
di avvicinamento del fronte di frana (nero) al passare del tempo, e quota
topografica corrispondente (arancione) misurata sul percorso effettivo della
frana.
*Link utili:*
*Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)*
*Università di Camerino*
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*Ufficio Stampa / Press Office*
*Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – INGV *
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