(AGENPARL) - Roma, 26 Novembre 2025(AGENPARL) – Wed 26 November 2025 Le oltre 42 tonnellate di passata di pomodoro arrivata dalla Bulgaria e
spacciata per italiana, sequestrate al porto di Brindisi grazie al lavoro
congiunto di ICQRF, Dogane e Guardia di Finanza, dirette anche ai
supermercati lucani, dopo il recente sequestro amministrativo di circa 200
quintali di vino di aglianico del Vulture, confermano la necessità di
difendere l’origine dei prodotti alimentari “made in Italy” e quindi “made
in Basilicata” non solo nell’interesse degli agricoltori quanto dei
consumatori. Così Giuseppe Stasi e Giambattista Lorusso presidenti
Cia-Agricoltori Matera e Potenza sottolineando che il *peperone IGP di
Senise* e la *Melanzana Rossa di Rotonda*, ortaggi *biologici* che possono
fregiarsi tanto del *Presidio Slow Food* quanto del marchio *DOP,* sono tra
i 50 prodotti alimentari italiani “più contraffatti”. A seguire l’olio
extravergine d’oliva della Collina Materana e del Vulture, il canestrato di
Moliterno e il caciocavallo di produzione locale, la farina di grano duro
“senatore” del Materano, la fragola del Metapontino, i salumi di Picerno
.“La situazione – osservano i presidenti della CIA – è di estrema gravità.
Ci troviamo di fronte a un immenso supermarket dell’agro-scorretto, del
‘bidone alimentare’, dove a pagare è solo il nostro Paese. E il danno,
purtroppo, è destinato a crescere, visto che a livello mondiale ancora non
esiste una vera tutela delle nostre ‘eccellenze’ DOP, IGP e STG”.
“Di fronte a questa ‘rapina’ giornaliera – hanno aggiunto – bisogna dire
basta. Ma per mettere un freno al fenomeno dell’*italian sounding* e
all’*agropirateria
globalizzata* servono misure reali ed efficaci. Ecco perché ora bisogna
fare qualcosa di più: il “made in Italy” agroalimentare è un settore
economicamente strategico, oltre a rappresentare un patrimonio culturale e
culinario che è l’immagine stessa dell’Italia fuori dai confini nazionali.
Adesso servono misure “ad hoc” come l’istituzione di una* task-force* in
ambito UE per contrastare truffe e falsificazioni alimentari; sanzioni più
severe contro chiunque imiti prodotti a denominazione d’origine; un’azione
più decisa da parte dell’Europa per un’effettiva difesa delle
certificazioni UE; interventi finanziari, sia a livello nazionale che
comunitario, per l’assistenza legale a chi promuove cause (in particolare
ai consorzi di tutela) contro chi falsifica prodotti alimentari. Per questo
non c’è più tempo da perdere, ora bisogna usare ”tolleranza zero” nei
confronti degli autori delle truffe e degli inganni a tavola. E gli
“agropirati” si camuffano dietro le sigle più strane e singolari.. Si va
dal Parmesao (Brasile) al Regianito (Argentina), al Parma Ham (USA), al
Daniele Prosciutto & company (USA), dall’Asiago del Wisconsin (USA) alla
Mozzarella Company di Dallas (USA), dalla Tinboonzola (Australia), alla
Cambozola (Germania, Austria e Belgio), al Danish Grana (USA).
Siamo in presenza di un business di decine di miliardi di euro,
praticamente poco meno della metà del fatturato agroalimentare italiano. E
il danno, purtroppo, è destinato a crescere, visto che a livello mondiale
ancora non esiste una vera difesa dei nostri DOP, IGP e STG, che
comprendono formaggi, oli d’oliva, salumi, prosciutti e ortofrutticoli”.
Per Cia le speranze sono riposte nel* Disegno di Legge (Ddl)
agroalimentare, un provvedimento che mira a contrastare le frodi nel
settore, proteggere il made in Italy e garantire la qualità dei prodotti
per tutelare la sicurezza dei cittadini che acquistano e consumano,
introducendo, in 18 articoli, nuove sanzioni sia penali che amministrative
per chi viola le normative in materia alimentare, approvato dal Consiglio
dei Ministri e che è atteso per l’approvazione in Parlamento*.Le principali
novità: l’introduzione di *nuovo reato di “Frode alimentare”*, che amplia
il novero delle condotte ingannevoli punibili, comprendendo tutti i
soggetti coinvolti nella filiera alimentare, e sanzionando quelle azioni
che determinano un pregiudizio per il consumatore in termini di
provenienza, qualità o quantità dei prodotti alimentari; ma anche *il reato
specifico di “Commercio di alimenti con segni mendaci”*, per contrastare le
pratiche ingannevoli relative all’etichettatura e alle indicazioni sui
prodotti; *e, ancora, il reato di “Agropirateria”*, che colpisce chi, con
più operazioni e con modalità organizzate e continuative, commette frodi ai
danni degli acquirenti di prodotti alimentari
