(AGENPARL) - Roma, 21 Novembre 2025(AGENPARL) – Fri 21 November 2025 *COMUNICATO STAMPA*
*LA VIOLENZA NELLE RELAZIONI INTIME PUÒ CONDURRE AL SUICIDIO*
UNA RICERCA DI UNITO EVIDENZIA L’URGENZA DI INTERVENTI PREVENTIVI NEI
PRONTO SOCCORSO
La violenza all’interno delle relazioni affettive e intime non solo
distrugge la vita delle vittime sul piano psicologico e fisico, ma può
diventare una forza così devastante da condurle al suicidio. È quanto
emerge da un’importante ricerca condotta dal gruppo di ricerca di Georgia
Zara, docente del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino
e Vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte, Paola Torrioni,
docente al Dipartimento di Culture, Politica e Società e Agata Benfante,
assegnista di ricerca al Dipartimento di Psicologia, pubblicata sulla
prestigiosa rivista internazionale Trauma, Violence & Abuse.
Lo studio, dal titolo “When Only Death Can Save Me! Understanding
Suicidality in Women Victims of IPV Admitted to Emergency Departments: A
Scoping Review”
, ha
analizzato la letteratura scientifica internazionale per comprendere il
legame tra Intimate Partner Violence (IPV) – la violenza agita da un
partner all’interno di una relazione – e suicidalità nelle donne ricoverate
in pronto soccorso dopo un tentativo di suicidio.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre 641 milioni di donne
nel mondo hanno subito una forma di violenza da parte di un partner. L’IPV
rappresenta così una delle più gravi minacce alla salute pubblica e ai
diritti umani nel XXI secolo, con costi umani, sociali ed economici
altissimi.
Una correlazione letale tra violenza e suicidio
La ricerca, che ha esaminato 22 studi condotti tra il 1995 e il 2023 in
diversi paesi del mondo, mostra un dato inequivocabile: le donne che hanno
subito violenza domestica presentano un rischio molto più elevato di
comportamenti autolesivi, ideazione suicidaria e tentativi di suicidio
rispetto alla popolazione generale. In molti casi, il suicidio è stato
percepito come l’unica via d’uscita da una condizione di disintegrazione
psicologica ed esistenziale generata dalla violenza.
La violenza da parte del partner, in tutte le sue forme – fisica,
psicologica, sessuale, emotiva o economica – aumenta infatti la
vulnerabilità della persona offesa, compromettendo la sua identità, la
fiducia in sé e la percezione di avere alternative possibili.
Il pronto soccorso come presidio di prevenzione
Uno degli aspetti più rilevanti messi in luce dallo studio riguarda il
ruolo dei pronto soccorso come luoghi chiave per la prevenzione secondaria
della violenza. Spesso, infatti, le donne che tentano il suicidio vengono
soccorse e dimesse senza che la violenza che le ha condotte a quel gesto
venga identificata. Ciò le espone a un altissimo rischio di tornare nella
stessa situazione di pericolo, perpetuando il ciclo di violenza.
Il pronto soccorso può infatti diventare un ulteriore contesto preventivo
per dare voce alla sofferenza causata dalla violenza e per intervenire
prima che la violenza possa continuare a ripetersi. Salvare la vita di
queste persone offese richiede principalmente di modificare la convinzione
che «niente se non la morte possa salvarle», sottolineano unanimemente
la Professoressa
Georgia Zara, la Professoressa Paola Torrioni e la Dott.ssa Agata Benfante.
“La capacità dei professionisti sanitari di saper creare un clima di
fiducia e riuscire a utilizzare efficacemente le informazioni relative alla
violenza nelle relazioni intime, nei casi di tentativi di suicidio e nei