(AGENPARL) - Roma, 20 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 20 November 2025 (ACON) Trieste, 20 nov – “Letti nei corridoi, stanze da dieci
persone, assenza di adeguata assistenza sanitaria: le condizioni
che ho potuto verificare all’interno del carcere di Trieste sono
inumane e degradanti e non consentono il carattere rieducativo
della pena”.
Cos? Giulia Massolino, consigliera regionale del gruppo Patto per
l’Autonomia – Civica Fvg, si esprime, in una nota, in seguito
alla nuova visita alla casa circondariale di Trieste, effettuata
insieme alla Garante comunale Elisabetta Burla e al Garante
regionale Enrico Sbriglia .
“Rendersi conto in prima persona delle condizioni in cui vivono
le persone private della libert? ? un’esperienza scioccante:
dovremmo provare tutte e tutti profonda vergogna – ha dichiarato
la consigliera all’uscita della struttura di via Coroneo a
Trieste -. Dei 150 posti di capienza 33 posti sono inutilizzabili
perch? in ristrutturazione, ma attualmente nel nostro carcere
sono recluse 240 persone, pi? del doppio”.
“Tante le problematicit? presenti che non possono essere ignorate
– prosegue Massolino -. La Regione ha un ruolo fondamentale sulla
salute mentale e sulla continuit? assistenziale di detenute e
detenuti, e troviamo inaccettabile il silenzio assordante della
Giunta Fedriga in merito. Ci stiamo avvicinando al secondo
anniversario della mia richiesta di audizione in commissione,
che, nonostante i numerosi solleciti via Pec inviati anche al
presidente del Consiglio, continua a rimanere senza alcuna
risposta in palese violazione del regolamento del Consiglio,
oltre ad aver bocciato tutte le mie proposte nei ricchi bilanci
regionali: un atteggiamento punitivo”.
L’esponente del Patto per l’Autonomia aggiunge che “nel frattempo
ci sono stati disordini interni, vittime e un clima di tensione
altissima. A fronte delle ulteriori difficolt? emerse, che
riguardano anche inadempienze lato sanitario, oltre all’assenza
di acqua calda nel carcere di Tolmezzo, ho depositato
un’ulteriore richiesta: ? intollerabile che ci venga negata la
possibilit? anche solo di parlare in Consiglio di carcere, come
se fosse un corpo estraneo che non riguarda il nostro
territorio”.
“Il problema del sovraffollamento non si risolver? costruendo
carceri pi? grandi, ma facendo in modo che ci siano meno persone
recluse, lavorando in primis sulla prevenzione e in secondo luogo
garantendo da parte del territorio la piena reintegrazione di
coloro che hanno portato a termine il percorso rieducativo –
conclude Massolino -. Bisogna investire nel carattere
riabilitativo delle pene, evitando di cadere in logiche
repressive”.
ACON/COM/aa
201525 NOV 25
